29 Marzo 2024 12:10

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29 Marzo 2024 12:10

Imperia, migranti: escrementi davanti alla Cooperativa Jobel, la solidarietà di “Non una di meno”. “Azioni offensive frutto di una politica che gioca sulla paura”

In breve: Il commento del collettivo "Non una di Meno- Ponente Ligure".

“Azioni che sono il frutto di una politica che gioca sulla paura e su un falso senso di sicurezza”. Così il collettivo Non Una di Meno – Ponente Ligure” commenta gli episodi verificatisi negli ultimi mesi ai danni della cooperativa Jobel.

La responsabile Claudia Regina, infatti, recentemente ha denunciato ai Carabinieri il fatto che, quasi quotidianamente, da circa 6 mesi, ignoti abbandonano sacchetti pieni di escrementi, forse umani, davanti alla sede della cooperativa, che si occupa di accoglienza e integrazione, in via XXV Aprile.

Migranti, escrementi davanti alla cooperativa Jobel: la solidarietà di Non una di Meno

“In relazione alle intimidazioni e agli atti vergognosi che hanno ripetutamente colpito la cooperativa Jobel, uno degli enti che nella provincia di Imperia si occupano di richiedenti asilo, il collettivo Non Una di Meno -Ponente Ligure esprime solidarietà a tutte le donne e gli uomini che in quegli spazi sono accolt* e protett*, e a tutte le operatrici e gli operatori che con competenza si dedicano in un ambito segnato da vulnerabilità, precarietà e sofferenza.

Mesi di continue minacce e offese, culminati pochi giorni fa con l’abbandono di un grande sacco di escrementi, forse umani, proprio di fronte alla sede della cooperativa, frequentata quotidianamente da bambine e bambini, donne, giovani ragazzi.

Non Una di Meno – Ponente Ligure, ribadisce la sua posizione, sempre al fianco delle persone in viaggio e a favore della libertà di movimento per tutt*, e allo stesso tempo respinge con forza azioni di questo tipo: offensive, luride, malate, frutto di una politica che gioca sulla paura e su un falso senso di sicurezza; su una politica che fa da sponda, se non da alibi, alla competizione tra un “noi” e un “loro” che non capiamo e non riconosciamo.

Gli italiani brava gente, gli italiani che “non sono razzisti ma…”, gli italiani che “prima gli italiani” hanno le mani (e le coscienze) sporche e sono solo in grado di lasciare impronte vergognose su ciò che toccano. Sono quelli che si voltano dall’altra parte davanti all’evidenza dell’inferno libico; quelli che fanno spallucce se un gommone va a picco, perché tanto è sempre colpa dei trafficanti di esseri umani; quelli che la sicurezza ha un prezzo (ma sono gli altri a pagare).

Quelli che hanno raccolto un sacco di escrementi, umani forse, e l’hanno gettato in pieno giorno davanti a un luogo di accoglienza frequentato da donne e bambin*. Con un coraggio che non sono in grado di mettere nel guardare in faccia la Storia, quella con la S maiuscola, che è fatta di viaggi, vite reali, emozioni, e che li seppellirà”.

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