20 Aprile 2024 04:15

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20 Aprile 2024 04:15

“E che bello il mio tempo”: a Firenze, un salto nella storia della musica con l’imperiese Senardi. “Racconti straordinari dei protagonisti diretti” / Foto e video

In breve: Ecco cosa ha raccontato a ImperiaPost su questa esperienza unica nel suo genere.

Un salto nella storia della musica italiana. È quello che è successo a Firenze, lo scorso luglio, grazie alla grande esperienza del discografico imperiese di fama internazionale Stefano Senardi.

“…E che bello il mio tempo”: gli incontri sugli eventi della musica in Italia di Stefano Senardi

Testimonianze di musica e spettacolo, incontri con i protagonisti, aneddoti, filmati inediti e curiosità. Ad occuparsi di tutto questo, a Firenze, in piazzetta Brunelleschi, nell’ambito del festival Musart, è stato Stefano Senardi.

Ecco cosa ha raccontato a ImperiaPost su questa esperienza unica nel suo genere.

L’iniziativa si intitola “… e che bello il mio mondo”, in cosa è consistito?

“Si è trattato di incontri gratuiti collaterali alla quarta edizione di MusArt, il festival di Firenze, organizzato da Claudio Bertini e Massimo Gramigni, due amici di vecchia data (per vari motivi e con ruoli diversi eravamo agli inizi delle nostre reciproche carriere eravamo insieme a Firenze nel 1979 in occasione del concerto di Patti Smith).

Il Festival, che si svolge ogni anno a luglio nel centro di Firenze, è dedicato alla musica e alla cultura e sta diventando con il tempo sempre più importante con concerti e spettacoli con ospiti del calibro di Roberto Bolle, Francesco De Gregori, Paolo Conte eccetera.

Ogni sera prima o dopo i concerti principali che si svolgono in piazza Santissima Annunziata vengono organizzati eventi collaterali tra i quali mi piace segnalare in particolar modo quelli in cui sono stato coinvolto.

“…e che bello il mondo” che si è svolto in piazzetta Brunelleschi consisteva in una serie di incontri da me coordinati insieme ad alcuni dei più prestigiosi protagonisti della storia in Italia degli ultimi anni.

La manifestazione ha avuto luogo dal 13 al 24 luglio di quest’anno e in quella settimana mi sono occupato anche di coordinare la proiezione dei tredici documentari da me curati “33 giri Italian Masters” di Sky Arte che venivano proiettati ogni sera sempre in piazzetta Brunelleschi alla fine dei concerti di Piazza dell’Annunziata”.

Qual è la caratteristica principale di questi incontri?

“La bellezza dell’iniziativa che si è svolta in otto serate, è stata proprio il fatto di aver avuto la possibilità di incontrare direttamente i protagonisti del tempo che hanno riportato alla luce il ricordo e gli aneddoti più curiosi che, in altre circostanze, rischierebbero di essere dimenticati. Un modo per mantenere la memoria storica di momenti importanti per riportare alla luce il passato, per capire meglio il presente e per analizzare la musica degli ultimi anni in Italia.

Durante gli incontri pubblici, che tenevo insieme ad altre persone, dietro lo schermo proiettavamo le immagini riferite a ciò di cui parlavamo, immagini che gli stessi protagonisti portavano, quindi c’era anche molto materiale inedito”.

Di cosa avete parlato?

“Abbiamo parlato degli avvenimenti più vari e di molte curiosità.

Sono state serate molto interessanti e tra queste vorrei ricordare l’incontro con Luca De Gennaro di MTV e Eugenio Finardi con i quali abbiamo ricordato il Festival del Parco Lambro e Demetrio Stratos.

Abbiamo parlato con Mario Giusti e Paolo Biamonte del leggendario concerto do Bob Marley a San Siro del 1980 organizzato dallo stesso Giusti sotto la regia del grande e indimenticabile Franco Mammone e abbiamo parlato del primo concerto di Bruce Springsteen del 1985 quando san Siro si è trasformato nella scala del rock e quando il Boss decise che da quel momento se possibile ogni volta che sarebbe tornato in Europa avrebbe voluto suonare in quel mitico stadio.

Abbiamo parlato di Woodstock con alcuni fiorentini che erano stati presenti, dei Pink Floyd a Venezia insieme al romantico Fran Tomasi, l’uomo che ha portato in Italia Tolking Heads, Gabriel, U2, e Ezio Gentile.

E poi ancora con Luca De Gennaro e Bruno Sconocchia abbiamo ricordato Lucio Dalla. Abbiamo ricordato anche il leggendario Francesco Sanavio degli anni ruggenti del live in Italia e qui gli aneddoti si sono sprecati.

Infine insieme a Max De Tomassi abbiamo incontrato in mitico Franco Fontana, il napoletano che amico di Fabrizio De Andrè e Paolo Villaggio iniziò la sua carriera a Genova vendendo enciclopedie e polizze sulla vita e che dopo aver conosciuto Gassman si occupò prima di Anna Magnani e poi dei mitici “Lunedì del Sistina” ( quel teatro gli fu affidato il lunedì perché giorno di chiusura), lui diventò organizzatore e impresario e portò in Italia alcuni di più bei nomi della musica mondiale da Gilbert Becaud a Miles Davis a Ella Fitzgerald ma soprattutto tutti i più grandi della musica brasiliana e soprattutto di quello abbiamo parlato con De Tomassi che sicuramente è il più autorevole esperto in Europa ma probabilmente nel mondo”.

Come ha accolto il pubblico questa iniziativa?

“Eravamo affascinati noi e il pubblico, composto soprattutto da appassionati, era in delirio. Anche noi stessi, più esperti, eravamo meravigliati. Tanti aspetti della musica italiana, che finora avevamo affrontato solo in maniera superficiale o di routine, li abbiamo conosciuti in profondità. Sono stati momenti belli e istruttivi. Più andavamo avanti più cresceva la voglia di migliorare questo format e di renderlo un programma televisivo, magari sfruttando l’archivio storico della Rai oppure portarlo in giro per le scuole per far conoscere alcuni aspetti della la storia della musica in Italia”.

 

 

 

 

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