25 Aprile 2024 12:30

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25 Aprile 2024 12:30

Imperia: privatizzazione Isah, minoranza lancia appello. “Si faccia passo indietro”/Il caso

In breve: Commissione consiliare tesa questo pomeriggio in Comune a Imperia sul futuro dell'Isah.

Commissione consiliare tesa questo pomeriggio in Comune a Imperia sul futuro dell’Isah (azienda pubblica di servizi alla persona).

Imperia: Isah, tensione in Commissione consiliare

La minoranza, con il consigliere Davide La Monica (Vince Imperia), affiancato da Monica Gatti (Lega), ha chiesto al cda di Isah di rivedere l’iter di privatizzazione.

Il presidente Stefano Pugi ha rispedito al mittente le richieste dell’opposizione. “La privatizzazione è necessaria per garantire il futuro dell’Isah”.

Al momento tutti i dipendenti Isah, 33 in totale, hanno presentato richiesta di mobilità in quanto preoccupati per la perdita dello status di dipendente pubblico. Un aspetto, quest’ultimo, sottolineato dal consigliere La Monica. Ci era stato detto che tutti i dipendenti erano contenti della privatizzazione. Una rassicurazione che si è rivelata senza fondamento”.

Sul fronte delle richieste di mobilità, il cda, ha spiegato il direttore Isah Luca De Felice, ne ha respinte 13 in quanto figure professionali ritenute non sostituibili. 

Nel corso della Commissione non sono mancati momenti di tensione interni alla stessa minoranza, con il consigliere Roberto Saluzzo (Imperia di Tutti Imperia per Tutti) che ha minacciato di querelare il collega di opposizione La Monica per aver ipotizzato che la sua linea “morbida” sulla privatizzazione, sia legata in qualche modo al possibile futuro ingresso nel cda di Isah di un referente vicino al movimento di Saluzzo.

Stefano Pugi

“Il nostro ente ha iniziato la discussione sulla privatizzazione nel 2015, dando mandato a uno studio legale – ha spiegato Pugi – C’e stato uno stop di un anno e mezzo per problemi di natura burocratico amministrativa. Nell’ottobre del 2018 un dipendente ha scritto alle Rsu aziendali proponendo una riunione immediata per discutere della privatizzazione. Una lettera che non ha avuto nessuna risposta. Dunque non si dica che i  lavoratori non sapevano nulla. Noi se vogliamo avere un budget sano dobbiamo liberarci dei vincoli pubblici. Le aziende private ci passano davanti.

In Liguria 1oo aziende pubbliche sono state trasformate in fondazione, in Lombardia 900. E non mi pare di aver sentito grandi polemiche come qui a Imperia. Si è sparso un grande clima di veleno, parlando di riduzione stipendi, nuovi turni e licenziamenti.

Ci sono degli accordi sindacali. I dipendenti manterranno orari e stipendi, con contratti a tempo indeterminato.

Per quel che concerne la mobilità. Abbiamo concesso 4 mobilità. Ci sono però delle figure, educatori professionali sanitari, a cui non è possibile concedere la mobilità. Il motivo? Sarei complice del fallimento dell’azienda. Senza quelle figure professionali l’Isah perderebbe l’accreditamento e chiuderebbe.

Il clima sta diventando davvero insopportabile, spero che tutto questo possa finire al più presto”.

Luca De Felice

Non ricordo di aver mai detto che non c’erano problemi nell’iter di privatizzazione dell’Isah – ha aggiunto il direttore generale dell’Isah Luca De FeliceChi ha presentato la richiesta di mobilità per mantenere lo status di dipendente pubblico è stato accontentato.

Ma io devo pensare a tutta l’azienda. Io ho presentato richiesta di mobilità con la Cgil quando si parlava di ricollocazione, non di mobilità. 

In totale ci sono 13 figure professionali cui non può essere concessa la mobilità. Gli abbiamo detto che possono andare via se ci portano i curricula di figure analoghe. Ci deve essere sinergia tra chi va via e chi arriva. In caso contrario sarebbe un grave danno per l’azienda. 

Il passaggio dello status da lavoratore pubblico a privato non lede il diritto al lavoro”.

Davide La Monica

“Io e la consigliera Gatti – ha dichiarato La Monica – da mesi stiamo studiando la problematica dell’Isah inerente alla privatizzazione. Avevamo chiesto nell’ultima conferenza di capigruppo la convocazione di un consiglio comunale monotematico sull’argomento. La maggioranza ha fatto subito scudo, addirittura proponendo un consiglio comunale dopo il 30 di settembre, data in cui l’iter di privatizzazione verrà ultimato. Questa è suonata come una presa in giro. Per questo ci è stata concessa questa commissione, sono stati invitati nuovamente purtroppo solo il presidente e il direttore generale dell’Isah, senza dare la possibilità ai lavoratori e alle rappresentanze sindacali di intervenire nella discussione.

I toni sono un po’ accesi perché a noi stanno a cuore due problematiche principali. La prima è quella di poter garantire un servizio di eccellenza come quello che è stato offerto finora agli utenti. La seconda è quella relativa ai dipendenti.

Con la privatizzazione il dipendente pubblico cessa di avere quello status e diventa dipendente privato e sottoposto alle norme di dipendente privato. Tutto ciò non può far felici i dipendenti, già in 6 se ne sono andati e ci sono altre richieste di mobilità pendenti.

Questo va ad avere delle ripercussioni anche sulla qualità del servizio offerto. Stiamo parlando di persone che lavorano da decenni con le fasce deboli, ovvero portatori di handicap e anziani. Cambiare dipendenti dall’oggi al domani significa perdere professionalità necessarie in questo settore.

Le risposte di oggi non sono state esaustive. Quando si decide di effettuare una così importante trasformazione è necessario e doveroso studiare un modo di sostituire i dipendenti pubblici che vogliono una ricollocazione nel pubblico e non nel privato. Soluzione che al momento è impossibile attuare.

Il presidente è arrivato al punto di dichiarare di legare alla poltrona i dipendenti piuttosto di farli fuggire. Questo può avere ripercussioni sulla qualità del servizio che andranno a offrire questi dipendenti scontenti.

La nostra richiesta è che il cda dell’Isah faccia un passo indietro e sospenda l’iter di privatizzazione. Investiremo direttamente la Regione, per quanto la sua competenza sia minima, il suo parere è solo formale, e la notizieremo sulla situazione critica all’interno di Isah”.

Orietta Dall’Aglio, ex lavoratore Isah

Noi non siamo stati avvertiti per tempo, non c’è stata trasparenza da parte dell’ente. Diversamente ci sarebbero stati i tempi per una collocazione o delle mobilità in una sostituzione accompagnata. A marzo, quando è uscita la problematica, i sindacati avevano chiesto dei tempi dilazionati per dare la possibilità di non danneggiare l’utenza dell’ente facendo una programmazione delle ricollocazioni con personale nuovo, ma evidentemente l’Isah non ha accolto.

Il direttore e il presidente dell’Isah continuano a dire che l’ente rischia di chiudere, quando l’assessore Viale ha già assolutamente negato questa cosa. L’Isah non chiude solo perché se ne va il personale, anche se dovesse andarsene tutto.

Io credo che le persone non possono essere obbligate a rimanere dove non vogliono stare. Quando certi rapporti si rompono non sono più ricucibili e il nostro non è un ambiente facile in cui lavorare.

Io credo che sarebbe giusto dare la possibilità al personale di andarsene in tempi ragionevoli e poi passare a fondazione se sarà il caso, mi sembra giusto rispettare utenti, dipendenti, famiglia. Si prenderà la strada che la Regione, il Comune e il Cda riterranno opportuna. Peraltro oggi il Cda non c’era, solo il presidente. I sindacati non sono stati sentiti. Il direttore ha parlato pur non essendo nel Cda. È stata una cosa un po’ fuori dalle righe.

Il presidente Pugi ha detto che non vuole essere responsabile dell’Isah e, se vogliono, i dipendenti che se ne vogliono andare si possono licenziare?

Oltre alla responsabilità sull’utenza dell’Isah, il presidente Pugi avrà anche quella delle famiglie che si troveranno disoccupate. Non si può obbligare una persona a restare. Quando un rapporto si rompe in maniera così drastico è difficile ricucirlo. Non mi sembra una cosa sensata da dire.

Tante persone sono andate via negli ultimi anni. Forse non c’era una ambiente sereno? Probabilmente sì, bisogna sentire gli ex dipendenti che non sono stati sentiti”.

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