25 Aprile 2024 14:10

Cerca
Close this search box.

25 Aprile 2024 14:10

Un’imperiese in Palestina, il drammatico report di Susanna Bernoldi. “Non si ferma la violenza inaudita” / Le immagini

In breve: Per far conoscere quella realtà anche a chi non si trova sul posto, Susanna ha deciso di continuare a redigere report in cui racconta tutto ciò che vive sulla propria pelle.

È tornata in Palestina la 65enne imperiese, Susanna Bernoldi, coordinatrice AIFO e volontaria ISM. Ancora una volta, quindi, la donna si fa testimone dei drammi del popolo palestinese.

Per far conoscere quella realtà anche a chi non si trova sul posto, Susanna ha deciso di continuare a redigere report in cui racconta tutto ciò che vive sulla propria pelle.

Per i report dell’ultima esperienza:

Palestina: il report dell’imperiese Susanna Bernoldi

“Devo per forza fare il punto di ciò che sta accadendo, perché sono certa che lo stillicidio di vite, soprattutto giovani vite, vi rimane sconosciuto. Innanzitutto però devo fare una correzione al report precedente, che, come avete letto, l’ho finito e inviato di notte: E’evidente che, al posto della frase: e’ sempre vietato condannare la barbarie palestinese!… intendevo scrivere: e’ sempre vietato condannare la barbarie israeliane! Perché, come ha dichiarato al mondo Netanyahu “Israele può criticare il mondo, ma nessuno può criticare Israele”

Ora posso continuare a raccontare… ma prima di qualunque altra notizia, il fatto che mi ha commosso. Vado all’inizio: venerdì scorso Moath Amarnah, giornalista che da dieci giorni seguiva, con i suoi colleghi, le proteste della gente del villaggio di Sureef (vicino ad Hebron) contro il continuo e violento furto della loro terra da parte di Israele, è stato colpito da un lacrimogeno sparato da un soldato israeliano all’occhio sinistro che ha perso. Copio il link con il quale potete conoscere Moath, leggere le sue parole dall’ospedale e riflettere su come i giornalisti, in tutti i paesi dove vi sono dittature dichiarate od occupazioni violente ed illegittime come in questo caso, siano divenuti un target colpito senza alcun ritegno. 

Prima di lui, altri due giornalisti hanno perso un occhio mentre documentavano le violenze a Gaza sui manifestanti che ogni venerdì cercano di ricordare al mondo il loro diritto a ritornare nella loro terra: Attia Darwish e Sami Masran e, dopo di lui, un altro giornalisto ferito, Thaer al Takouri.

Questo ennesimo atto di violenza israeliana ha suscitato forti reazioni in tanti paesi e naturalmente in tutta la Palestina occupata e Gaza. Si sono svolte manifestazioni in tanti villaggi e città in molti casi repressi con molta violenza dall’esercito, come nel caso di Na’im Saleh Saousa, studentessa universitaria di Tulkarem colpita alla testa da un lacrimogeno, arma che, per regolamento, deve essere sparata in alto, non ad altezza d’uomo!

Nelle immagini la violenza dei soldati verso un operatore della Mezza Luna Rossa che cerca di raggiungere un ferito, giornalisti con cartelli a Betlemme attaccati dai gas, gli alunni di una scuola di Rapha, a sud di Gaza, anch’essi con un occhio coperto per ricordare l’occhio perso da Moath.

Anche a Hebron noi internazionali di diverse associazioni abbiamo partecipato con i Palestinesi ad una manifestazione pacifica e molto significativa davanti al check point 56, quello di Shuhada Street e ciò che ci ha dato una gioia grande è stata la partecipazione inattesa di un gruppo di Ebrei ortodossi dell’Associazione: “Ebrei contro il Sionismo” che hanno presenziato con manifesti, sciarpe e bandiere palestinesi. Non solo per me è stato emozionante sentirli esprimere la loro opposizione all’occupazione violenta del loro governo.

Ma intanto stanno continuando arresti di minori in tutta la West Bank e con la solita modalità violenta dell’assalto notturno o verso l’alba: solo la notte scorsa sono stati rapiti venti giovani!

Due giorni fa un gruppo di coloni ha attaccato con estrema violenza una famiglia di contadini che stava raccogliendo le olive nella loro proprietà di Khader, vicino a Betlemme.

L’altro giorno abbiamo raccolto olive con il proprietario di un uliveto proprio sotto la colonia di Kyriat Arba, la più popolosa e invadente delle colonie illegali sorte a Hebron, che gli ha sottratto molta terra e ulivi.. Per fortuna abbiamo potuto lavorare senza problemi e giovedì saremo con i volontari di Operazione Colomba in un villaggio vicino a Ramallah per partecipare alla raccolta con una famiglia che ha il proprio uliveto proprio sotto ad una colonia, nella speranza che la nostra presenza sia un deterrente agli attacchi dei coloni e permetta ai contadini di non perdere il frutto del loro lavoro.

Non si ferma la violenza inaudita dei bombardamenti su Gaza che continuano a massacrare famiglie intere,, come accadde il 21 luglio scorso quando una bomba uccise ben 25 membri di una famiglia… 25! Civili uccisi nella loro casa! Colpire Persone che non hanno rifugi, che nessuna menzogna israeliana può far passare per terroristi! Ma quali giornali hanno denunciato questo crimine? 

Solo nel mese di novembre vi sono stati 90 attacchi aerei su Gaza, sono state uccise 34 persone, di cui 8 bambini e 3 donne, sono state ferite 111 persone, di cui 46 bambini e 20 donne.

E l’altro giorno una bomba lanciata – ha poi detto il portavoce dell’esercito – per sbaglio, nel centro della Striscia, ha distrutto un’altra casa uccidendo l’intera famiglia Al-Sawarka: padre, madre e 6 bambini dei quali 5 sotto i 13 anni!
Gli alunni della scuola frequentata da tre dei bambini uccisi hanno ricordato i loro compagni con una manifestazione silenziosa, ma estremamente eloquente.

Importante ricordare – per capire da che parte sta il terrorismo – il pensiero e le parole del consigliere di Sharon, Arnon Soffer che ideò, nel 2005, la dislocazione dei coloni che avevano occupato illegalmente Gaza. Soffer era ossessionato dall’aumento demografico dei Palestinesi. Affermava: “… (I Palestinesi) faranno una pressione ai confini spaventosa. Sarà una guerra terribile. Quindi, se vogliamo rimanere vivi, dobbiamo uccidere e uccidere e uccidere tutti i giorni, ogni giorno…. Il mio unico problema è come assicurare che I soldati che uccideranno saranno in grado di ritornare a casa dalle loro famiglie ed essere normali esseri umani.”
Ma in quali mani folli è stato ed è il popolo israeliano?

Qualcuno ogni tanto mi chiede dei bambini, ragazzi palestinesi… perché lanciano pietre, perché parecipano alle manifestazioni: fin dalla più tenera età vedono i padri umiliati, i fratelli arrestati con una violenza inaudita, le case devastate, assistono alla morte di una persona carissima perché i soldati non consentono il passaggio al check point verso l’ospedale, vivono l’impoverimento della famiglia per la perdita della terra, degli ulivi, dei loro animali…magari, come tanti bambini di Gaza… costretti a far scuola all’aperto perché la loro scuola è stata bombardata… sono compenetrati del dolore delle loro madri, ma anche dalla loro forza e fierezza. Ecco perché, come vedete nella foto scattata da Diana, l’attivista palestinese che era presente a Kufur Qaddum venerdì scorso, I ragazzi osano affrontare a corpo nudo I soldati Rambo con una semplice pietra… pur sapendo che il Parlamento israeliano ha varato ormai da tempo la legge che condanna fino a vent’anni per il lancio di pietre…

A proposito del Settler tour, il giro istruttivo dei coloni attraverso il centro storico di Hebron fatto per ribadire la loro presenza, nell’ultimo di sabato scorso 25 soldati hanno scortato 35 Ebrei in visita al Suq, come sempre con la loro guida che racconta come tutta questa parte antica spetti loro di diritto… Alcuni coloni, infastiditi della nostra presenza, hanno cercato di farci allontanare… Incredibile come si sentano i padroni del mondo! E vi sono molte preoccupazioni per i prissimi venerdì e sabato per l’arrivo, a Hebron, di 50.000 coloni per la festa di Sarah, moglie di Abramo. Stanno finendo di allestire grandi tende e sono previsti blocchi per le strade, chiusura dei negozi palestinesi e si temono violenze, molte violenze da parte dei giovani istigati dai loro rabbini. Ci siamo riuniti oggi con i membri delle varie organizzazioni per cercare di fare un piano di azione per coprire tutti i luoghi a rischio per poter osservare e documentare.

Grande sconcerto locale e internazionale ha suscitato la dichiarazione di Mike Pompeo Segretario di Stato USA, che afferma che gli USA ritengono legali le colonie israeliane che hanno invaso la terra palestinese in barba alle risoluzioni ONU, alle condanne della Corte Int.le di giustizia dell’Aia… Per fortuna l’EU ha preso subito una posizione contraria e tante le condanne su questa decisione che dà la misura di come USA e Israele si pongano al di sopra di qualunque legge e buon senso.

Infine, ma solo perché un report non può essere infinito, vi cito l’importantissima relazione della prof.ssa Nadera Shalhoub Kevorkian, docente di Legge nell’Istituto di Criminologia dell’Università Ebraica di Gerusalemme e docente a Londra. Alla Columbia University di New York ha denunciato che il Ministero della Salute israeliano concede permessi per la sperimentazione di farmaci sui prigionieri palestinesi, come già ammesso nel 1997 dal Ministro della Salute Dalia Tzik che aveva affermato come allora fossero già stati fatti 5.000 esperimenti. Frequentemente l’esercito rifiuta di restituire i corpi di prigionieri palestinesi morti in carcere per le torture subite, per i tests medici subiti e perché usati per l’asportazione di organi, traffico per il quale Israele è vergognosamente ai vertici mondiali. Questo non dovrebbe essere ricordato dai media?

La professoressa ha denunciato anche che i soldati israeliani testano le loro ultime armi contro i bambini dei quartieri palestinesi a Gerusalemme, così come sui manifestanti di Gaza. Afferma infatti che “le aree palestinesi sono dei laboratori”

Ricordo come leggevo con orrore e profonda tristezza delle sperimentazioni dei medici nazisti nei campi di concentramento… tutto si ripete e sempre con peggiore crudeltà e, direi, follia.

Ogni poco mi giungono da siti locali e int.li e da organizzazioni umanitarie int.li notizie di violazioni di Diritti Umani.. poi mi trovo per le vie di Hebron e incontro questo popolo che vuole solo vivere nella sua terra… vuole vivere con dignità”.

Condividi questo articolo: