15 Ottobre 2024 13:48

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15 Ottobre 2024 13:48

Una “Casa del Teatro” all’ex centrale elettrica di via Nazionale, il sogno dell’imperiese Marco Pesce. “Un’idea per la comunità”

In breve: Occupandosi da anni di segnalare pubblicamente situazioni di degrado, Pesce ha individuato un'area che da tempo versa in condizioni di abbandono.

“L’obiettivo è recuperare un edificio storico e dotare la città di una struttura culturale di cui, io, non ho notizia di uguali”. Lo afferma Marco Pesce, imperiese molto attivo nella vita cittadina, portavoce del Comitato “Poggi Sottosopra” e amministratore del gruppo Facebook “Osservatorio su Imperia”, riferendosi all’ex centrale dell’energia elettrica in via Nazionale, da tempo in disuso.

Casa del Teatro: la proposta lanciata da Marco Pesce

Occupandosi da anni di segnalare pubblicamente situazioni di degrado, al fine di esortare istituzioni e, in alcuni casi, privati ad agire per raggiungere l’obiettivo comune di vivere in un luogo migliore per tutti, Pesce ha individuato un’area che da tempo versa in condizioni di abbandono.

Si tratta appunto dell’ex centrale dell’energia elettrica in via Nazionale, da tempo in disuso.

“Sono anni che mi frulla in testa l’idea di recuperare questo edificio per la comunità. Si tratta della ex centrale dell’energia elettrica che si trova sulla Statale 28 alle porte di Imperia in direzione Pontedassio.

La mia proposta sarebbe quella di farci: “La casa del teatro” per spiegare meglio faccio un esempio: La casa del teatro sta al teatro Cavour come la palestra sta al palazzetto dello sport.

Un luogo dove le varie compagnie teatrali locali, le scuole di danza, la banda nonché le scuole che preparano lo spettacolo di fine anno, possano provare in spazi adeguati con le eventuali scenografie montate e poter fare la prova luci e audio.

Lo spazio non manca si potrebbero fare 2 aree grandi come il palco del Cavour una di fronte all’altra, perché 2? Mettiamo il caso di uno spettacolo complicato con molte scenografie deve provare per più giorni e che per motivi loro possano provare solo la sera o il pomeriggio, nel tempo restante ci sarebbe l’altro spazio.

Io credo che poter provare in uno spazio simile per dimensione a quello dove poi ci esibirà sia importante, specialmente per i principianti, in più ci sarebbe spazio per i camerini e per eventuali magazzini dove poter stoccare scenografie e strumentazioni.

Forse la mia idea è un po’ troppo ambiziosa per una città dove mancano ben più importanti strutture, ma mi domando se non ci siano dei fondi Europei, per la cultura, dai quale attingere per realizzare questa opera che avrebbe una duplice valenza, recuperare un edificio storico, che a me ha sempre affascinato, e dotare la città di una struttura culturale di cui, io, non ho notizia di uguali.

Per ultimo ma non meno importante la zona ha un suo parcheggio interno, per non incidere negativamente sulla zona ed è abbastanza isolata da non recare troppo disturbo ai vicini”.

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