25 Aprile 2024 03:48

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25 Aprile 2024 03:48

Imperia: negata cittadinanza onoraria a Liliana Segre, la critica di Sinistra in Comune. “Scajola ammicca alla cultura di destra”

In breve: Il commento di Sinistra in comune

“Scajola si comporta esattamente come quasi tutti i sindaci di destra e leghisti che le negano il riconoscimento, ma pretende anche di dare lezioni di moderazione contro l’imbarbarimento della politica”. È questo il commento di “Sinistra in Comune” a seguito della bocciatura della propria mozione sul conferimento della cittadinanza onoraria alla Senatrice Liliana Segre, avvenuta durante il Consiglio Comunale di ieri.

Il commento di Sinistra in Comune

“Durante l’ultimo consiglio comunale in cui si è discussa la proposta di conferimento della cittadinanza onoraria a Liliana Segre, il sindaco Scajola ha dato sfoggio delle sue qualità acrobatiche di dispensatore di onorificenze.

Ricordando alla città l’orientamento antifascista della sua famiglia, il sindaco ha poi assunto inconsapevolmente un ruolo da neo podestà dettando la linea a tutta la sua maggioranza consiliare con il “capolavoro” dialettico che riportiamo letteralmente: “Non dò indicazioni su questa pratica, ma mi sento di consigliare di non votarla”.
L’esito del voto è noto, con l’intera maggioranza che ha votato contro al conferimento della cittadinanza onoraria alla Senatrice Segre.

L’imbarazzo dichiarato dal sindaco nel giungere a questa scelta non può nemmeno paragonarsi a quello che si prova nel vedere che nessuno dei consiglieri di maggioranza abbia avuto la dignità di esprimere le ragioni che hanno portato a seguire il “consiglio” del primo cittadino.

Le ragioni “profonde”, secondo Scajola, per non ritenere Liliana Segre meritevole della cittadinanza onoraria, danno un quadro chiaro del suo approccio strumentale alle questioni democratiche, come già emerso nella discussione sulla mozione relativa alle pietre di inciampo.
 Scajola controbilancia la sua collocazione politica nell’area moderata legato ai valori costituzionali, con una dose di ambiguità utile a soddisfare parte della sua maggioranza e del suo elettorato di riferimento, utilizzando di volta in volta o equilibrismi storici (quando cita i gulag in una mozione sulla Shoah) o pretesti procedurali (come nel caso della cittadinanza onoraria alla Segre).
 Per il sindaco infatti, non si deve concedere questo importante riconoscimento a Liliana Segre, in quanto priva di legami di nascita, residenza o esperienza lavorativa con Imperia. Evidentemente tali “fondamentali” requisiti sono prioritari rispetto all’importanza di dare un segnale di sostegno e vicinanza ad una degli ultimi sopravvissuti all’Olocausto, costretta ad essere scortata a causa delle minacce ricevute proprio per il suo impegno personale nella difesa della memoria di quell’evento. 
Scajola si comporta esattamente come quasi tutti i sindaci di destra e leghisti che le negano il riconoscimento, ma pretende anche di dare lezioni di moderazione contro l’imbarbarimento della politica.

Siamo certi che, dopo aver appreso le “profonde” motivazioni per negarle la cittadinanza, Liliana Segre non vedrà l’ora di raccogliere invito del sindaco a partecipare a future iniziative sulla memoria dello sterminio operato dai nazisti, in cui Scajola potrà magari paragonarlo a qualche altra tragedia più cara alla cultura di certa destra a cui ammicca.

Tornando alla discussione del Consiglio comunale di ieri, non a caso nessun imbarazzo ha invece manifestato il sindaco nel premiare, rinominandolo nel consiglio di amministrazione di Isah, il presidente uscente Stefano Pugi, non proprio un paladino della cultura antifascista, ma sicuramente “meritevole” di riconoscimento per la “brillante” operazione di privatizzazione di Isah, ancora presente nelle pagine di cronaca per l’irrisolta questione dei suoi dipendenti.
Avendo ora ben chiari i criteri e le sensibilità del sindaco per il conferimento della cittadinanza onoraria, attendiamo che possa a breve essere concessa a Caltagirone per i suoi trascorsi relativi al porto e a Colussi per i meriti industriali sulla vicenda Agnesi”.

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