19 Aprile 2024 20:21

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19 Aprile 2024 20:21

ASSOLUZIONE LEONE. I LEGALI: “Inchiesta costruita su relazioni della Polizia Postale e del Pubblico Ministero assolutamente fuorvianti. Ognuno deve prendersi le proprie responsabilità”

Leone, Musso, Segati

“Si tratta di un’inchiesta costruita su relazioni della Polizia Postale e del Pubblico Ministero assolutamente fuorvianti. Siamo stupefatti. Ora ognuno deve prendersi le proprie responsabilità”. Pesano come macigni le dichiarazioni di Mario Leone e Giovanni Musso, legali dell’ex vicesindaco Rodolfo Leone e della sua segretaria Maria Elena Segati, assolti dall’accusa di turbativa d’asta nell’ambito del processo relativo al bando per l’assegnazione delle spiagge comunali del 2011, rilasciate nel corso di una conferenza stampa. Presente anche Maria Elena Segati che si è limitata ad una sola, semplice dichiarazione: “Sono felice che tutto questo sia finito e che si sia concluso positivamente”.

“L’inchiesta – ha spiegato Mario Leone in conferenza stampa – ha preso il via a fine estate 2011. Nei primi mesi del settembre 2011 il Pm Alessandro Bogliolo aveva addirittura chiesto l’arresto per l’allora vicesindaco Leone, per il rischio di inquinamento delle prove, e la sospensione per la sua segretaria. L’ordinanza di custodia cautelare, poi rigettata dall’allora Gip Fabio Favalli, era composta da 54 pagine. Il giudice Favalli la respinse, confermando però i gravi indizi di colpevolezza. Fu rigettata perché nel corso delle intercettazioni telefoniche Leone, contattato dalla segretaria che gli comunicò l’avvenuta convocazione della Procura nell’ambito dell’inchiesta sulle spiagge, rispose ‘Devi andare e dire semplicemente tutta la verità’. Questa frase ha salvato Leone dall’arresto, in quando non venne presa in considerazione l’ipotesi di inquinamento delle prove. La richiesta di arresto è un fatto rilevante, perché poco dopo il pM ha chiuso le indagini preliminari e noi avvocati siamo avvenuti in possesso di tutta la documentazione. Solo allora abbiamo potuto verificare con grande stupore che le relazioni di Pm e Polizia Postale erano assolutamente fuorvianti, non vere. Indussero all’errore l’allora gip Favalli. Proprio per questo motivo decidemmo di chiedere il rito abbreviato. Volevamo che il processo si facesse sulle carte raccolte sino a quel momento dal pM. Eravamo convinti che in quei documento non ci fosse nulla di rilevante e avevamo ragione. Questa vicenda ha creato gravi danni all’ex vicesindaco Leone che, una volta rinviato a giudizio, si è dovuto dimettere. Ora il PM Bogliolo sembra intenzionato a presentare ricorso contro l’assoluzione. A riguardo voglio dire soltanto una cosa: sarebbe solo un ulteriore aggravio sui contribuenti. Questa inchiesta è costata già abbastanza ai contribuenti”.

LE DICHIARAZIONI DI LEONE

“L’inchiesta sulla turbativa d’asta – ha aggiunto Giovanni Musso – ha preso il via dalla modifica del bando per l’affidamento delle tre spiagge libere attrezzate. Il 4 maggio erano stati esclusi dal bando, che valeva per una sola stagione, coloro che recentemente avevano già gestito una spiaggia e coloro che già avevano una concessione demaniale. Stando a quando riferito dal dirigente del settore Demanio del Comune di Imperia Pierre Marie Lunghi, interrogato nel corso dell’inchiesta, si voleva evitare di favorire i soliti nomi noti. Peccato che il bando fosse stato allestito male, con un punteggio elevatissimo per chi proponeva il sorvegliante notturno e nessun punteggio per chi garantiva i bagnini. Il bando, inoltre, era intestato a San Lorenzo al Marr. L’allora assessore Leone intervenne legittimamente per correggere tutti questi errori. Chi avrebbe gestito una spiaggia per soli tre mesi, chi avrebbe fatto un investimento ingente per soli tre mesi? Per questo Leone decise di reinserire nel bando anche coloro che avevano gestito delle spiagge o avevano al momento una concessione. Era consapevole che in caso contrario il bando sarebbe andato deserto e le spiagge non assegnate”.

LE DICHIARAZIONI DI MUSSO

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