24 Aprile 2024 04:52

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24 Aprile 2024 04:52

Sanremo 2020: Piero Pelù con il lutto al braccio. “Io contro violenza sulle donne. Mi vergogno di essere un uomo in Italia” / Foto e video

In breve: Oltre alla musica, Pelù ha affrontato diversi temi di grande rilevanza, dalla violenza sulle donne all'ambiente. 

“Noi uomini in Italia dobbiamo cambiare mentalità nei confronti delle donne”. Lo ha affermato Piero Pelù, all’indomani della terza serata del Festival di Sanremo.

Il leader dei Litfiba, in gara da solista a Sanremo 2020 con “Gigante”, ieri ha cantato “Cuore matto” per la serata dedicata alle cover.

Oltre alla musica, Pelù ha affrontato diversi temi di grande rilevanza, dalla violenza sulle donne all’ambiente. 

Sanremo 2020: Piero Pelù in conferenza stampa

Violenza contro le donne

“Ecco la fascia nera che da ieri sera porto sul braccio segnale di vicinanza e impegno contro la violenza sulle donne. Noi uomini in Italia dobbiamo cambiare mentalità nei confronti delle donne.

Il senso di possesso e proprietà verso una persona deve scomparire dalla nostra cultura.  Mi vergogno di essere uomo in Italia ogni volta che leggo di una violenza sessuale o di un femminicidio. C’è bisogno di una svolta.

Questa svolta dovrà essere costruita da tutta, da noi artisti, dalle Istituzioni, dalla scuola. L’educazione sessuale, la conoscenza delle droga, sono temi da cui non ci si può nascondere, sono realtà con cui bisogna fare i conti. Una società evoluta prepara le generazioni sui temi importanti, compreso l’abbandono di una donna.

Cuore matto

La canzone “Cuore Matto” parla di questo, nonostante sia del 1997. Parla di un percorso che dobbiamo fare se vogliamo diventare dei piccoli giganti, come dice l’altra mia canzone. Bisogna saper affrontare tutti i mostri del nostro passato.

Il rock

Il rock ha ancora qualcosa da dire. Il fatto che ieri Achille abbia citato Bowie è una conferma che il rock è il padre di tutto quello che succede oggi.

Ritrovarsi a raccogliere la plastica in spiaggia o schierarsi da parte delle donne è rock.

Non ho criticato Fiorello, era una battuta. Sono felicissimo di essere qui con Fiorello in questo manicomio che è Sanremo.

Non ho mai avuto problemi a sporcarmi le mani, e questo vale anche per l’ambiente.

Gigante

Il gigante è quella persona che ha sofferto, che ha subito bullismo, che si trova in un contesto di violenza, di droga, di camorra, di lavoro sottopagato. Nasce dall’incontro con i ragazzi del carcere minorile.

Negli anni 80 non lo “cagavo” Sanremo, chiuso nella cantina “fumosa”. Erano gli anni del playback, era terribile, era la morte della musica. Era l’archetipo di quello che non si doveva fare nella musica. Poi c’è stato Pippo, Fazio e si è arrivati al livello di adesso, con un ventaglio di musica rappresentabile incredibile, un’orchestra pazzesca”.

https://www.facebook.com/imperiapost.it/videos/641397793315112/

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