20 Aprile 2024 18:39

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20 Aprile 2024 18:39

Coronavirus, Imperia: povertà da Covid-19, lettera aperta al Sindaco Scajola. “Nessuno venga lasciato indietro”

In breve: "Chiediamo di esserci affinché la malattia, che già ci sta privando di affetti cari, non diventi anche l’occasione di una macelleria sociale". Scrivono le associazioni imperiesi.

“Chiediamo che nessuno sia lasciato indietro. Chiediamo di esserci affinché la malattia, che già ci sta privando di affetti cari, non diventi anche l’occasione di una macelleria sociale”. Lo scrivono diversi partiti e associazioni imperiesi, in particolare Partito della Rifondazione Comunista – Federazione Provinciale di Imperia, Potere al Popolo – Imperia, Gruppo Teatrale “L’Attrito”, Arci Imperia APS e Associazione Garabombo l’ Invisibile – Imperia.

La lettera aperta è rivolta al Sindaco del Comune di Imperia Claudio Scajola e ad ANCI Liguria, in merito all’urgenza di intervenire per sostenere le persone in condizioni di povertà a causa dall‘emergenza Coronavirus.

Lettera aperta sulle nuove povertà da Covid19

“Il 28 marzo 2020 il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, affiancato dal Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, ha riferito al Paese, nel corso di una conferenza stampa straordinaria, i contenuti del DPCM in merito ad ulteriori misure urgenti di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 ed in particolare ai “Criteri di formazione e di riparto del Fondo di solidarietà comunale 2020”.

Abbiamo ragione di ritenere sia stato apprezzato il riconoscimento del Governo circa il protagonismo dei Sindaci per l’impegno che gli stessi, quotidianamente, ripongono nel garantire la tenuta democratica e la coesione sociale dei territori, obiettivi condivisibili oltre che assolutamente prioritari. Pertanto desideriamo, con questa, rappresentarLe la nostra disponibilità a collaborare con l’Amministrazione Comunale alla realizzazione dei suddetti obiettivi.

Con l’ultimo Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, infatti, i Comuni italiani ricevono un anticipo del Fondo di Solidarietà, la cui erogazione era prevista per il mese di maggio 2020 ed un sostegno economico ulteriore al fine di contenere e gestire l’emergenza sanitaria ed economica indotta da COVID-19. Sappiamo che si tratta di una cifra irrisoria che a malapena consentirà di evadere le più elementari esigenze quotidiane delle persone povere censite e quindi note ai servizi sociali del Comune di Imperia.

Tuttavia a queste persone occorre aggiungere i poveri non censiti e tutti i nuovi poveri che nel giro breve di qualche settimana non avranno neppure il denaro per acquistare il pane e il latte. Ci riferiamo a tutti quei lavoratori e a tutte quelle lavoratrici che fino a qualche settimana fa hanno potuto sbarcare il lunario, pur privi di contratti di lavoro e/o dediti a lavori saltuari e/o occasionali. Non possiamo condannare all’invisibilità questo mondo del lavoro sommerso, già non riconosciuto e penalizzato perché spesso esposto a condizioni di lavoro non dignitose e prive si sicurezza, accanto a molte “partite IVA”, ai cassintegrati che ricevono un assegno mensile talora ridottissimo, perché contrattualizzati solo per poche ore a fronte di tutte quelle svolte. Nel nostro territorio in particolare il turismo è già e sarà, per la prossima stagione, gravemente colpito e abbiamo ragione di credere che numerosissimi posti di lavoro stagionali saranno cancellati.

Apprezziamo il fatto che il problema di questi invisibili incominci ad essere preso in considerazione sia a livello mediatico che istituzionale, ma ne ribadiamo l’ estrema urgenza e la necessità di razionalizzarne il più possibile la gestione in modo equo ed efficace.

A tal fine riteniamo che sia urgente la compilazione Comune per Comune di una lista di tutte le persone che subito od in breve tempo avranno necessità elementari ad iniziare da quelle alimentari, in modo da poter distribuire nel modo più equo possibile ogni forma di aiuto ed evitare per quanto possibile che questi lavoratori e queste lavoratrici diventino facile preda di sciacallaggii politici e non solo.

Le associazioni scriventi, per il ruolo che rivestono nella società, di spazi materiali e virtuali di socializzazione e di cultura, di coinvolgimento e di ascolto popolare, ritengono di potere essere utili in questa fase sia alla formazione di tale banca dati che nella sua gestione, utilizzando le proprie strutture e le proprie sedi, le proprie conoscenze e le proprie competenze, ovviamente nelle forme e nei modi compatibili con gli aspetti sanitari ed istituzionali.

Ci permettiamo di proporre di istituire un numero telefonico per intercettare i poveri non censiti e quelle persone che la malattia da Coronavirus riduce in povertà, ed eventualmente predisporre un modulo estremamente semplificato in cui il soggetto auto dichiari il reddito e la sua situazione lavorativa (non occupato, forzato alla non attività, licenziato, cassaintegrato, …) ed indichi, oltre alle generalità personali se e fino a quando sia in grado di soddisfare alle estreme necessità quotidiane. Proponiamo di studiare con l’Amministrazione tutta, strumenti che consentano, accanto ad un rapido censimento, anche di stabilire l’entità dei bisogni ed eventualmente insistere ed esigere ché lo Stato risponda in maniera ancor più concreta di quanto stia già facendo. Senza oberare lo stato centrale, il ruolo dei comuni, come in altre catastrofi, potrebbe assumere un piano di rilievo costruendo una banca dati nazionale delle persone nello stato di grave necessità che comprenda oltre alle povertà già censite dai servizi sociali, tutte le altre generate dal blocco delle attività.

Chiediamo che nessuno sia lasciato indietro.

Chiediamo di esserci affinché la malattia, che già ci sta privando di affetti cari, non diventi anche l’occasione di una macelleria sociale.

Chiediamo di esserci affinché la malattia, che già ci sta privando di affetti cari, non diventi anche l’occasione di una macelleria sociale.

Auspichiamo infine che la S.V. si faccia portavoce presso le Amministrazioni dei Comuni del Comprensorio imperiese al fine di costruire un’azione condivisa”.

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