25 Aprile 2024 01:06

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25 Aprile 2024 01:06

Coronavirus, Pontedassio: Sindaco Calzia in visita alla Casa di Riposo Agnesi. “Non ho trovato un ambiente rassegnato”

In breve: "Purtroppo ancora oggi, dopo tanti proclami, queste strutture non sono aiutate da nessuna istituzione".

Il Sindaco di Pontedassio Ilvo Calzia ha fatto visita agli ospiti e al personale della Casa di Riposo Agnesi di Pontedassio, alle prese con l’emergenza Coronavirus.

Coronavirus, Pontedassio: Sindaco Calzia in visita alla Casa di Riposo Agnesi

Ad annunciare la visita lo stesso primo cittadino.

“Cari concittadinisi legge in un post pubblicato sui social dal primo cittadino – In questi giorni che precedono la Pasqua, vissuti con angoscia e solitudine da tutte le persone, ho ritenuto doveroso andare a trovare i degenti e il personale della Casa di Riposo ‘Opere Pie Agnesi’ per porgere gli auguri a nome di tutto il paese.

Dopo telefonata preventiva (correttamente la casa di riposo è chiusa ai visitatori), mi sono presentato per la visita. Mi hanno consegnato e fatto indossare i dispositivi di protezione, che giustamente utilizza anche il personale. La struttura attualmente ospita 44 persone su 61 posti letto. Ho parlato con la direzione, con alcuni inservienti, con una delle infermiere a tempo pieno, con il medico e con alcuni degenti.

In questi momenti in cui le Case di Riposo affrontano problematiche molto tristi e sono diventate luoghi chiusi, quasi blindati, da cui trapelano soltanto numeri di decessi, senza l’umanità dei nomi, posso rassicurarvi che non ho trovato un ambiente rassegnato e cupo come si potrebbe associare a tale situazione.

Certo si fa molta attenzione, il personale (ridotto di 1/3 a causa di defezioni per vari motivi) si è organizzato con percorsi interni separati per il cambio degli indumenti da lavoro, per indossare i dispositivi di protezione e continua a fare orari di lavoro prolungati per coprire tutte le turnazioni, consapevole che, finché regge, non può abbandonare ‘la nave durante la tempesta’, come mi hanno detto loro stessi.

Molti per ridurre al minimo i rischi nei confronti dei degenti e dei famigliari hanno scelto di vivere ‘da separati’, in abitazioni diverse dai loro congiunti. La direzione e l’amministrazione comunale hanno provato in tutti i modi a cercare nuove unità lavorative , in sostituzione dei dipendenti in malattia, ma in questo momento nessuno si rende disponibile a lavorare presso la Casa di Riposo.

Parlando con il medico mi ha riferito che dopo la situazione di apprensione di fronte al primo ospite deceduto in ospedale e risultato positivo al virus, si è provveduto a isolare il più possibile i degenti per scongiurare i contagi e ad affrontare le difficoltà che sarebbero arrivate, con le forze e i farmaci disponibili. Solo gli spostamenti da una camera all’altra hanno scombussolato le persone non autosufficienti e hanno causato un peggioramento delle loro patologie.

Ora le persone che presentano sintomi compatibili con l’infezione da Covid 19, pur in assenza di una conferma diagnostica mediante tampone, a oggi non ancora effettuata dall’Asl, sono 13, tutte isolate all’ultimo piano della struttura, una per camera, seguite da alcuni operatori, senza contatti con agli altri degenti. Scendono e salgono da un ascensore riservato, dall’ultimo piano fino agli spogliatoi.

Gli altri ospiti sono stati divisi quasi tutti uno per camera, in pochi casi due per camera: parlando con alcuni di loro e con il personale che li segue, non li ho trovati particolarmente turbati dal fatto di vedere continuamente persone ‘vestite da astronauta’, che potrebbe far percepire l’angoscia del pericolo, probabilmente perchè hanno vissuto periodi storici ben più pericolosi.

Patiscono moltissimo l’isolamento interno, la mancanza di momenti di aggregazione, le piccole passeggiate da una camera all’altra, il momento dei pasti tutti insieme (ora la giornata si trascorre in camera per evitare il contagio). Lamentano in particolare la mancanza di contatto con i familiari.

Purtroppo ancora oggi, dopo tanti proclami, queste strutture non sono aiutate da nessuna istituzione, con invio di nuovo personale e di dispositivi di protezione per gli operatori delle Case di Riposo. La direzione deve comprarli con molta difficoltà perchè non se ne trovano. Recentemente è stata fatta una accurata disinfezione di tutti i locali, fornita gratuitamente da un’associazione benefica; il Comune ha affittato un apposito macchinario che utilizzerà per la sanificazione dei locali più frequentati del paese e che metterà anche a disposizione della Casa di Riposo per ulteriori interventi di disinfezione.

Ci siamo lasciati con la promessa di ritrovarci quando tutto sarà finito per stringerci la mano e scambiarci un abbraccio”.

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