29 Marzo 2024 07:10

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29 Marzo 2024 07:10

LA SVOLTA. REQUISITORIA DEL PM: L’IMPORTANZA DELL’OMICIDIO PRIOLO NEL TRACCIARE IL PROFILO ‘NDRANGHETISTICO DEI MARCIANO’

In breve: Si ricomincia analizzando l'omicidio di Vincenzo Priolo, dell'omonima famiglia appartenente al locale di Gioia Tauro e affiliati con la famiglia Piromalli

PROCESSO LA SVOLTA  (201)

Imperia. Continua, dopo la pausa pranzo, la lunga requisitoria del pm Arena all’interno della parte finale del processo “La Svolta” contro la ‘ndrangheta nel ponente Ligure e si ricomincia analizzando l’omicidio di Vincenzo Priolo, dell’omonima famiglia appartenente al locale di Gioia Tauro e affiliati con la famiglia Piromalli, per sottolinare come, dopo l’assassinio del nipote, Giuseppe Priolo si rivolga proprio a Giuseppe Marcianò per organizzare le ricerche del presunto omicida, Vincenzo Perri.

Si affronta così il delicato tema dell’acquisizione di un supermercato a Gioia Tauro. Giuseppe Priolo infatti, come spiega il pm Arena, avrebbe proposto alla famiglia Marcianò di comprare questa attività, con un bar annesso, da affidare e intestare a Vincenzo Marcianò poichè, negli ultimi anni, la famiglia Priolo era sotto il controllo delle forze dell’ordine.

Poichè i Marcianò non avevano reperito in tempo la somma necessaria per portare a termine l’affare si evince dalle intercettazioni l’ansia da parte di Vincenzo Marcianò, ma anche del padre Giuseppe che, sempre nelle intercettazioni, dichiara che la situazione poteva mettersi molto male.

L’affare poi salta per via dell‘omicidio di Vincenzo Priolo avvenuto proprio a Gioia Tauro l’8 luglio 2011 quando Vincenzo Marcianò si trovava ancora al sud. L’autore dell’omcidio è stato poi identificato in tale Vincenzo Perri che, dopo aver tirato fuori una pistola 357 colpì Priolo due volte. Perri Vincenzo a 18 anni, latitante per omicidio, è stato poi arrestato il 18 marzo del 2013 a Gioia Tauro dopo aver ricevuto la sentenza di primo grado che lo condannava a 18 anni, poi ridotta in appello a 16 anni.

Dopo l’omicidio, circa 5 giorni dopo, Vincenzo Marcianò torna a casa insieme a tale Domenico La Rosa e riprendono le intercettazioni da cui si capisce che l’intento è quello di trovare Perri Vincenzo perchè si sospetta che abbia dei parenti a Camporosso.

“Il 14 dicembre del 2011 si verifica il tentato omicidio di Brandimarte Giuseppe, lo zio di Vincenzo Perri che sopravvive nonostante una decina di colpi d’arma da fuoco. Il 26 febbraio uccidono Pepé, dopo salta il distributore IP dei Priolo danneggiando anche l’abitazione, l’11 gennaio viene arrestato Giovanni Priolo. Questo è importante – sottolina il pm Arena – Si dice sempre che non c’è il reato di sangue in questa ‘storia’, ma quello che si è verificato dopo la classica vicenda di ricerca coinvolge tutto il locale, diciamo che il reato di sangue è entrato dalla finestra”.

 

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