20 Aprile 2024 07:59

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20 Aprile 2024 07:59

Referendum costituzionale: l’On. Fratoianni (Sinistra Italiana), Trucco e Lucio Sardi spiegano le ragioni del NO / Foto e Video

In breve: Fratoianni insieme alla professoressa di diritto costituzionale dell'Università di Genova Lara Trucco sono intervenuti sulle ragioni del NO alla riforma costituzionale. 

“In queste ore Matteo Salvini come altri esponenti della destra estrema di questo Paese come Giorgia Meloni spendono parole roboanti di condanna degli assassini di Willy a Colleferro ma sembrano dimenticarsi che in questi anni e in questi mesi le loro parole, i loro gesti, la loro cultura politica hanno contribuito non a determinare meccanicamente quella tragedia ma a rendere più violenta, più brutale la costruzione delle relazioni civili in questo Paese”  – così l’On. Nicola Fratoianni intervenuto ieri sera, sabato 12 settembre, in via Antica dell’Ospizio a Oneglia, all’incontro organizzato dal candidato alle Regionali di Linea Condivisa Lucio Sardi su “Le ragioni del NO” al referendum costituzionale sul taglio dei Parlamentari.

Fratoianni insieme alla professoressa di diritto costituzionale dell’Università di Genova Lara Trucco sono intervenuti sulle ragioni del NO alla riforma costituzionale. 

ON. NICOLA FRATOIANNI – SINISTRA ITALIANA

Voglio farvi un incoraggiamento – ha detto Fratoianni collegato via Skype – per una campagna elettorale che state conducendo che considero molto importante e anche molto difficile. Si tratta di provare a raddrizzare la barra rispetto alla storia di una Regione, quella della Liguria, che ha una storia gloriosa dal punto di vista politico-culturale che da qualche anno vive una sorta di regressione molto pesante e significativa di cui credo non hanno bisogno i liguri. Come sapete sono uno dei parlamentari che ha votato a favore del taglio dei parlamentari e Senatori, non l’avevo fatto nei precedenti passaggi parlamentari e per questo sono stato accusato a maggior ragione in questi ultimi giorni dalla campagna referendaria di essere un voltagabbana, una sorta di traditore. Voglio dunque ricostruire le ragioni che mi avevano portato a quel voto e quelle della mobilitazione a favore del NO in questa campagna referendaria.

Ho votato a favore nell’ultimo passaggio di una riforma di cui non condividevo le ragioni e in particolare gli argomenti e di cui dubitavo fortemente il rispetto degli esiti in nome di quello che talvolta si chiama bene superiore e cioè l’idea che fosse necessario far nascere un governo capace di impedire il buon esito dell’assalto di Matteo Salvini ai pieni poteri. Quell’assalto lanciato il 7 agosto di un anno fa che puntava a far cadere il Governo giallo-verde ad arrivare rapidamente alle elezioni e a guadagnare nel giro di poche settimane un controllo pieno non solo del governo del Paese ma anche degli assetti potenziali della democrazia italiana. Un parlamento nuovo, la possibilità di intervenire sull’elezione sul prossimo presidente della Repubblica e degli organi di garanzia. Un controllo significativamente squilibrato dell’assetto democratico-istituzionale da parte di forze che dal mio punto di vista rappresentano un pericolo per la qualità e la tenuta della democrazia del nostro Paese, per la cultura repubblicana di questo Paese, per la tenuta del tessuto sociale-culturale e civile di questo Paese. In queste ore Matteo Salvini come altri esponenti della destra estrema di questo Paese come Giorgia Meloni spendono parole roboanti di condanna degli assassini di Willy a Colleferro ma sembrano dimenticarsi che in questi anni e in questi mesi le loro parole, i loro gesti, la loro cultura politica hanno contribuito non a determinare meccanicamente quella tragedia ma a rendere più violenta, più brutale la costruzione delle relazioni civili in questo Paese dunque anche il clima politico-culturale che anima i nostri territori, la nostra vita sociale.

Nell’accordo per il taglio dei parlamentari erano previsti dei contrappesi, anche insufficienti, ma significativamente rilevanti rispetto alla storia e al quadro politico in questo Paese negli ultimi decenni. Io penso che il proporzionale sia che vincano i SÍ o che vincano i NO come mi auguro, resta la priorità, la cura delle patologie del nostro sistema politico e democratico. Penso che il proporzionale sia la risposta in cui da anni il maggioritario e cioè l’idea che un voto in più vinci tutto ha favorito la cultura dell’urlo, della propaganda, delle parole urlate, della violenza dentro la dialettica politica invece della cultura che mette al centro i contenuti, il confronto anche su posizioni molto diverse perfino il compromesso non come disvalore, inciucio ma come idea della costruzione a partire da idee diverse come avanzamento rispetto alla condizione precedente. Ora non c’è una legge elettorale costituzionale, non è stata iniziata un discussione in merito, non sono sono stati realizzati contrappesi di carattere costituzionale”. 

PROFESSORESSA LARA TRUCCO

“Sono tre ragioni sostanzialmente: la prima ragione riguarda il quesito non chiaro nel senso che si fa passare il messaggio della semplice riduzione dei parlamentari, del taglio.  In realtà la proposta di riforma, della prospettiva alla riforma tocca molteplici profili della Carta Costituzionale: dal numero dei parlamentari necessari per eleggere il presidente della Repubblica, quelli per il CSM a quelli per la messa in stato di accusa dello stesso presidente della Repubblica e perfino i numeri necessari per fare le riforme e la revisione costituzionale quindi tutta la carta viene toccata dalla Riforma.

Il secondo punto riguarda la non chiarezza sulla riduzione della rappresentatività del parlamento e se poi si troverà un qualche tipo di compensazione nel sistema elettorale. Si discute del germanicum, si discute di lasciare questa legge elettorale, ci sono altre proposte, non è chiaro quale sistema elettorale ci daranno. Infine non è chiaro se questa riforma si combinerà con altre riforme che sono necessarie. Il territorio del ponente ligure perchè per il Senato la Liguria si vedrebbe tagliare il numero dei senatori da 8 a 5 e in rapporto alla popolazione questi 5 seggi che residuerebbero andrebbero 1 allo spezzino, 1 al savonese 3 a Genova e quindi l’imperiese rimarrebbe completamente scoperto, quindi senza rappresentanza al Senato”.

LUCIO SARDI – CANDIDATO LINEA CONDIVISA PER FERRUCCIO SANSA PRESIDENTE

“È stato un incontro interessante – ha dichiarato Lucio Sardi a ImperiaPost –  noi abbiamo due campagne elettorali, quella delle regionali e quella del Referendum Costituzionale. Ci siamo impegnati, chiedendo appunto la partecipazione di Nicola Fratoianni di fare questa iniziativa, con il supporto tecnico molto importante della professoressa Lara Trucco. Per ragioni personali Fratoianni non è potuto essere con noi ma abbiamo, tramite un collegamento audio, ascoltato le ragioni del NO ben spiegate dal punto di vista politico. Crediamo di fare tutte le campagne elettorali sui principi e lo stiamo facendo per quanto riguarda le elezioni regionali sui temi per noi fondamentali e abbiamo ritenuto di chiamare il nostro massimo esponente di partito di Sinistra Italiana per dare un contributo per la campagna per il No, crediamo che anche questa sia una scelta importante cha abbiamo di fronte perché crediamo che il taglio dei parlamentari sia un’operazione sbagliata e pericolosa dal punto di vista democratico e basata su ragioni di risparmio economico ingiustificato perché sono assolutamente minime e allora abbiamo deciso di discuterne con i cittadini in termini seri e concreti”.

 

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