20 Aprile 2024 04:13

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20 Aprile 2024 04:13

Covid, Imperia: didattica a distanza per scuole superiori, parlano i presidi. “Destabilizzante, ci rimettono gli studenti”

In breve: I presidi commentano la decisione del presidente Giovanni Toti di prevedere, a partire da lunedì 26 ottobre, il 50% della didattica a distanza per tutti gli anni delle scuole superiori, tranne per le classi prime.

“Ci adegueremo, anche se con rammarico”. Lo affermano i dirigenti scolastici dell’Istituto Ruffini e del Liceo Vieusseux di Imperia, commentando la decisione del presidente Giovanni Toti di prevedere, a partire da lunedì 26 ottobre, il 50% della didattica a distanza per tutti gli anni delle scuole superiori, tranne per le classi prime.

Coronavirus, Imperia: didattica a distanza per scuole superiore, parlano i presidi

Paolo Auricchia, dirigente Liceo Vieusseux

“La giornata di ieri è stata destabilizzante. Al mattino il direttore dell’USR di Genova Ettore Acerra affermava che tutto sarebbe continuato così e che gli istituti che avevano trovato l’organizzazione giusta avrebbero potuto proseguire su quella strada. Alla sera, poi, c’è stato l’intervento a gamba tesa del Presidente della Liguria Giovanni Toti, che, invece, ha optato per la didattica a distanza.

Ci adegueremo ovviamente, anche se con rammarico. Non ce lo aspettavamo, dato che le cose stavano andando bene. Nella nostra scuola non c’è stato nessun caso finora, i ragazzi seguono bene il protocollo di sicurezza. Ci sono problemi nel trasporto pubblico, per gli assembramenti, e si cercano di tamponare intervenendo sulle scuole. In ogni caso, il rischio non si può azzerare, il rischio zero non esiste.

Noi siamo pronti, abbiamo la piattaforma pronta, i corsi di formazione fatti e la tecnologia che serve, ci organizzeremo per alternare i giorni di didattica a distanza. L’esperienza ce l’abbiamo, ma è ovvio che la didattica in presenza è da preferire per gli studenti, ma capiamo il momento difficile”.

Luca Ronco, dirigente Istituto Ruffini

“Le cose andavano bene. Non è la scuola il problema. È il tassello più malleabile che si adatta alle mancanze degli altri, come in questo caso il trasporto pubblico.

I pochi casi di Covid che ci sono stati da noi non hanno mai generato contagio nella scuola. Si è sempre trattato di contagi famigliari o sportivi scoperti a scuola, subito individuati e isolati, che non hanno mai dato luogo a catene di contagi. Il che si significa che le precauzioni che prendiamo funzionano.

Ora chiedono aiuto alle scuole perché manca il controllo sul trasporto pubblico. Il danno ce l’hanno gli alunni. Il Ruffini è solidale con i ragazzi.

La speranza è che non si torni a una chiusura totale. Sono preoccupato per l’aspetto sociale e psicologico degli alunni, che con il lockdwon si sono chiusi nel guscio famigliare a casa, hanno smesso di sognare, progettare, sperimentare. Dovrebbero uscire e affrontare le piccole difficoltà e imparare a vivere. 

Noi cercheremo di trovare la soluzione migliore per permettere a tutti di fare didattica in presenza a rotazione di giorno in giorno.

Domani abbiamo convocato un collegio docenti straordinario proprio per stabilire come gestire la parte didattica”. 

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