28 Marzo 2024 10:57

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28 Marzo 2024 10:57

Negozi, chiusure a raffica nell’imperiese. Lupi (Confcommercio): “Il Governo intervenga in modo strutturale sulla fiscalizzazione” / Video

In breve: Sempre più negozi in questo periodo abbassano le saracinesche per non rialzarle più. Fra questi, nell'imperiese, anche botteghe storiche, che per diversi decenni sono stati veri e propri punti di riferimento nel territorio.

Sempre più negozi in questo periodo abbassano le saracinesche per non rialzarle più. Fra questi, nell’imperiese, anche botteghe storiche, che per diversi decenni sono stati veri e propri punti di riferimento nel territorio. Un aspetto che aggrava ulteriormente la situazione, è il fatto che non subentrando nella conduzione dell’esercizio commerciale altri esercenti, i titolari perdono il cosiddetto “avviamento“, vale a dire l’unica “buona uscita” sulla quale può contare  un commerciante. Una situazione preoccupante, che è stata analizzata ai microfoni di Imperiapost Tv dal presidente provinciale della Confcommercio Enrico Lupi.

Spiega Lupi: “In alcune parti della nostra provincia, in alcune città di più, in altre meno, abbiamo l’abbandono delle botteghe, determinato dalla situazione di gravità pandemica e non solo, perché pandemia vuol dire blocco dei consumi, difficoltà nella spesa da parte dei consumatori e demotivazione per coloro che stanno dietro al banco. Coloro che sono in età di pensione o in equilibrio precario mollano, ma, mentre una volta riuscivi a vendere azienda e realizzavi il cosiddetto avviamento, vale a dire la remunerazione di anni di fatica, oggi non si cede più. Fa premio la localizzazione dell’immobile, se di proprietà del commerciante e se riesce a trovare a che vendere o affittare“.

Chi ha i locali di proprietà, cerca di venderli o affittarli, ma le imprese non vengono rilevate. Confcommercio chiede norme chiare e defiscalizzazione per poter tornare a lavorare

Conclude Enrico Lupi: “Spero che nel secondo semestre, con i vaccini tanto conclamati e annunciati, si possa ripartire, ma, certo, che la precarietà attuale e gli scarsi indirizzi programmatori del Governo, che a giorni alterni fornisce indicazioni diverse, non permettono di pianificare e di vedere la luce in fondo al tunnel. Le imprese fanno fatica a stare a galla e i cosiddetti ristori non sono strutturali. Le nostre imprese hanno bisogno di chiarezza e di prospettiva e di una concreta defiscalizzazione, per tagliare i costi, a cominciare da quelli dello Stato e quindi per poter lavorare”. 

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