26 Aprile 2024 01:35

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26 Aprile 2024 01:35

Imperia, Confedilizia punta il dito verso i Comuni: “Irragionevole non ridurre Tari e Imu” / L’appello

In breve: Ape Confedilizia della Provincia di Imperia, già nel mese di maggio 2020 ha chiesto al Comune di Imperia, e più in generale ai Comuni della Provincia, una presa di posizione coraggiosa più ampia possibile a favore dei proprietari, degli inquilini, dei titolari delle attività commerciali che comprenda la riduzione dell’IMU, della TARI

Ape Confedilizia della Provincia di Imperia, già nel mese di maggio 2020 ha chiesto al Comune di Imperia, e più in generale ai Comuni della Provincia, una presa di posizione coraggiosa più ampia possibile a favore dei proprietari, degli inquilini, dei titolari delle attività commerciali che comprenda la riduzione dell’IMU, della TARI nonché, in un’ottica di rilancio turistico, una forte riduzione della TARI sulle seconde case dei non residenti nella Provincia di Imperia. Questa scelta coraggiosa, sempre secondo Confedilizia, a vantaggio dei cittadini in molti Comuni, salvo alcuni casi di amministrazioni virtuose, è mancata. Per Confedilizia , è assolutamente condivisibile la richiesta delle associazioni di categorie degli esercenti che a seguito dei provvedimenti emergenziali hanno dovuto tenere chiuso (o aprire a singhiozzo) la propria attività per mesi non producendo rifiuti o producendone una quantità decisamente inferiore. Immediato il parallelismo tra Tari ed Imu.

Il presidente di Confedilizia Prato: “I Comuni hanno trasformato la Tari in un’imposta sul patrimonio, invece che pagamento di servizio”

Spiega il presidente provinciale di Ape Confedilizia, l’avvocato imperiese Paolo Prato: “Anche i proprietari di case, sono stati privati dal Governo della disponibilità del proprio alloggio a causa del “blocco degli sfratti” (in molti casi per morosità sorte in epoca precedente al Covid e che nulla hanno a che vedere con l’emergenza sanitaria), ma devono in ogni caso pagare l’Imu. Nessuna riduzione inoltre viene prevista in molti Comuni per i proprietari delle “seconde case” ad uso vacanze per brevi periodi dell’anno. Ormai molti Comuni sul territorio nazionale si sono adattati al principio espresso dalle Commissioni Tributarie Regionali e Provinciali secondo cui, con riferimento alle “seconde case”, la TARI deve essere calcolata sulla base della reale quantità di rifiuti conferiti dall’utente, in ossequio quindi al principio comunitario “chi inquina paga” stabilito dall’art. 14 della direttiva n. 2008/98/CE. (Per esempio La Ctp di Massa Carrara, con la sentenza n.182/1/17 del 4 luglio scorso). Ape Confedilizia auspica che siano gli stessi Comuni, quindi, a modificare i regolamenti TARI e prevedere modalità di riduzione della Tassa per i proprietari di seconde case non residenti. Il mancato accoglimento della richiesta di una forte riduzione degli importi della Tari e dell’IMU da parte delle Amministrazioni comunali è quindi del tutto irragionevole”.

Paolo Prato: “Proprietari alloggi vacanza non hanno potuto godere del loro bene, ma sono costretti a pagare spese, imposte e tasse”

Conclude Prato: La ragione è semplice, come gli esercenti non hanno prodotto rifiuti, anche i proprietari di case non hanno tratto reddito dal bene locato, con inquilini morosi che non pagano né il canone né le spese condominiali (spese che, in quel caso, il proprietario deve comunque versare al condominio). Analogamente anche i proprietari delle seconde case, che sono fonte di prezioso indotto per le nostre attività locali, non hanno goduto dei loro immobili e si trovano onerati in maniera sproporzionata dai tributi locali. Le Amministrazioni comunali sembrano però non tener conto che la Tari, è il corrispettivo di un servizio, ed invece, diviene esattamente come l’Imu, ovvero un’imposta sul patrimonio, indipendentemente dal fatto che questo produca o meno reddito. Ape Confedilizia della provincia di Imperia auspica una decisa inversione di tendenza e una presa di posizione forte a favore dei proprietari case e degli esercenti in genere”.

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