29 Marzo 2024 15:32

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29 Marzo 2024 15:32

Imperia: al Liceo Vieusseux un ulivo per ricordare il commissario Palatucci, morto a Dachau nel ’45. “Salvò migliaia di ebrei. Un esempio per tutti noi” / Foto e video

In breve: A corredo della cerimonia, la lettura di due brani tratti da "La Tregua" di Primo Levi letti da due studenti: Mattia Faggionato (4a Liceo Scientifico) e Samuele Marchetti (4a Liceo Classico).

Si è svolta questa mattina, all’ingresso del Liceo Vieusseux di Imperia, la cerimonia in occasione dell’anniversario della morte di Giovanni Palatucci, ex Questore di Fiume, morto nel 1945 nel campo di concentramento nazista di Dachau, Medaglia d’Oro al Merito Civile e riconosciuto “Giusto tra le Nazioni” per aver salvato dal genocidio migliaia di ebrei stranieri e italiani.

Per mantenere viva la memoria, è stato piantato un albero di ulivo nei giardini del Liceo con apposizione di una targa.

All’evento hanno partecipato il Questore Pietro Milone, il Prefetto Alberto Intini, il Sindaco di Imperia Claudio Scajola, le vice dirigenti dell’Istituto Rosella Vivaldi e Sabina Cerzosimo e il presidente della sezione di Imperia dell’ANPS, l’Associazione nazionale della Polizia di Stato, Roberto Andreis.

A corredo della cerimonia, la lettura di due brani tratti da “La Tregua” di Primo Levi letti da due studenti: Mattia Faggionato (4a Liceo Scientifico) e Samuele Marchetti (4a Liceo Classico).

Questore Pietro Milone

Un esempio di grande coscienza civica di una persona che ha donato la sua vita per salvarne tante. Si parla di circa 5 mila ebrei che altrimenti sarebbero stati deportati senza il suo intervento. Ha fatto prevalere la sua coscienza cristiana al giuramento di fedeltà che in quel momento avevo prestato alla Repubblica di Salò che vedeva il comando assegnato a un ufficiale delle SS.

In un momento così drammatico della storia, il commissario palatucci era riuscito a creare una rete di solidarietà tra persone che erano a Fiume per far scappare la gente in pericolo o di avvertirli quando ci sarebbero stati i rastrllamenti. Addirittura barattò la sua possibilità di fuga verso la Svizzera per far partire una ragazza ebrea che in questo modo si salvò.

Un grande esempio per tutti noi. Speriamo che piantando l’ulivo, simbolo della pace per eccellenza, possa servire negli anni per far capire ai ragazzi quello che una persona può fare per salvare il prossimo”.

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