19 Aprile 2024 12:01

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19 Aprile 2024 12:01

Da Imperia a Londra: la storia della 24enne Marta Delbecchi. “Partita da sola a 18 anni, mi sono costruita una carriera”

In breve: Tutte queste esperienze hanno permesso alla giovane lavoratrice di riscoprire e rivalutare la sua città d'origine, con la quale mantiene un rapporto molto stretto.

“Dopo la laurea e il master, a soli 22 anni mi sono trovata a parlare al telefono con dirigenti e responsabili di grandi aziende“. Così Marta Delbecchi, 24enne imperiese, racconta la sua esperienza a Londra, dove si è trasferita a soli 18 anni, riuscendosi a costruire, con grande impegno e intraprendenza, a costruirsi una carriera.

Marta Delbecchi, dopo un eccellente percorso di studi, ora lavora come recruiter per un’azienda londinese specializzata nel settore delle biotecnologie, case farmaceutiche e tecnologie mediche, riuscendo ad affrontare momenti duri legati alle conseguenze della Brexit e dell’emergenza Covid.

Tutte queste esperienze hanno permesso alla giovane lavoratrice di riscoprire e rivalutare la sua città d’origine, con la quale mantiene un rapporto molto stretto.

Da Imperia a Londra: la storia della 24enne Marta Delbecchi

Come si è svolto il suo percorso?

“Sono di Oneglia, ho studiato al Liceo Scientifico Vieusseux. Appena mi sono diplomata, a 18 anni, sono andata vivere a Londra. Ho scelto questa città perché ci andavo spesso da bambina con i miei genitori e ne ero rimasta affascinata. Sono sempre stata appassionata della lingua inglese e oltre alle lezioni a scuola, che puntano più sulla teoria che sulla pratica, ho fatto tante lezioni private.

Ho intrapreso la facoltà di Psicologia con media e comunicazioni (Psychology with Media & Communication) alla Kingston University London. Il secondo anno, attraverso la mia università, ho preso parte a un programma di scambio negli Stati Unti, precisamente alla University of North Carolina a Charlotte, dove sono stata un anno. Era il mio sogno vivere in America ed ero felicissima di essere tra gli 8 selezionati per questa opportunità. Dopodiché, sono tornata a Londra e mi sono laureata a pieni voti in Psychology with Media & Communication. In seguito ho intrapreso un Master in Organisational Psychology & Psychiatry al King’s College of London”.

Che rapporto ha con Imperia?

“Devo dire che, paradossalmente, allontanandomi dalla mia città natale l’ho riscoperta e rivalutata, soprattutto grazie al mio ragazzo americano, che ho conosciuto al dormitorio in Nord Carolina. Quando è venuto a visitare Imperia è rimasto folgorato. Non è abituato a una piccola cittadina così, dove c’è mare, sole, buon cibo, tanta storia e tranquillità. Mi ha fatto vedere la nostra città in un’ottica diversa. Prima la vedevo noiosa, mentre ora mi sembra un piccolo paradiso.

Inoltre, è bello riscoprire la storia della città per raccontarla a qualcuno che non la conosce. Dal punto di vista di una persona americana è inestimabile la ricchezza storica di un luogo, dato che le città americane hanno una storia molto recente. Dettagli a cui non avevo mai dato molto peso”.

Dopo gli studi ha trovato lavoro e ha fatto carriera in poco tempo, di cosa si occupa?

“Grazie al Master al King’s College sono entrata nel mondo della psicologia e psichiatria del lavoro, un campo in ascesa. Mi sono laureata nel 2019, con il massimo dei voti. Ho iniziato a presentare domande per colloqui già a metà master e nell’estate 2019 ho trovato lavoro come recruiter (volgarmente ‘cacciatore di teste) da Talentmark, un’azienda specializzata nel settore delle biotecnologie, case farmaceutiche e tecnologie mediche, sempre a Londra.

In pratica, il mio lavoro consiste nel ricercare e far assumere dirigenti e consulenti senior. Cerco persone con competenze specifiche, degli esperti, sia per incarichi volti a risolvere problemi precisi sia per ruoli permanenti.

A soli 22 anni mi sono trovata a parlare al telefono con dirigenti, responsabili di grandi aziende, consulti esperti, professionisti di alto calibro. In poco tempo ho fatto tantissima esperienza, ho capito come parlare, negoziare, aiutare gli altri a capire cosa cercano e cosa è meglio per loro. È un lavoro molto interessante che mi fa imparare moltissime cose nuove ogni giorno.

Ormai sono quasi due anni che sto facendo questo mestiere. Lavoro su una media di 14 ruoli a settimana, organizzo colloqui, faccio offerte su un candidato al mio cliente, c’è tanto studio dietro a ogni figura. Ho avuto una promozione anche perché ho una media di 2/3 assunzioni al mese, mentre quella dell’azienda è di 1 al mese. Il mio ruolo è Associate Consultant nell’Interim Business Solutions team.

Recentemente lavorato con molte aziende focalizzate sullo sviluppo di medicinali e trattamenti contro il CoVID, in particolare con BioNtech, sviluppatrice e produttrice del vaccino Pfizer/BioNtech.

Inizialmente ho lavorato con BioNtech non per questioni relativi ai vaccini per covid, cosa per cui ora è nota in tutto il mondo. Qualche mese dopo la prima collaborazione, durante le fasi finali del vaccino, ci hanno ricontattato perché avevano bisogno di costruire il team di commercializzazione del vaccino e gli servivano specialisti esperti nella comunicazione medica. È stata una grande soddisfazione personale per me aver fatto assumere 2/3 persone per BioNtech su 40 agenzie che hanno contattato”.

L’emergenza Covid è piombata nella vita di tutti noi, come ha cambiato la sua?

“Io e il mio ragazzo siamo rimasti a bloccati a Londra. Io non sono più potuta tornare in Italia per mesi e lui, che era qui per l’Erasmus, aveva il visto in scadenza. Sono stati momenti difficili, non sapevamo come fare. In ogni caso mi ritengo molto fortunata perché molte persone della mia azienda sono state messe in cassa integrazione e, in generale, in molti hanno perso il lavoro in Inghilterra”.

E la Brexit ha influito nel suo percorso?

Io ora ho la residenza ufficiale ottenuta un mese fa e l’anno prossimo farò richiesta per la cittadinanza, quindi è tutto sistemato. Ora per entrare nel Regno Unito puoi cercare lavoro per 3 mesi e devi avere in mano un’offerta lavorativa da 26.500 sterline all’anno, altrimenti torni indietro. È abbastanza difficile ottenere un salario così. La prima volta che mi hanno assunto non avevo quel salario, perciò, se fosse accaduto oggi non avrei potuto iniziare la mia carriera.

C’è amaro in bocca nel rendersi conto che, ad esempio, mia sorella non avrà la stessa occasione che ho avuto io. Sono stata fortunata ad essere venuta qui della Brexit e prima dell’emergenza Coronavirus, che rendono tutto più complicato”.

Come vede il suo futuro?

Mi piacerebbe progredire con questa carriera. Il mondo del recruiting è un ambiente dinamico e stimolante, dove posso conoscere tantissime persone interessanti. In futuro potrei fare la recruiter o la manager per acquisizioni di talenti lavorando direttamente in una grande azienda, oppure far continuare a crescere Talentmark”.

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