20 Aprile 2024 07:58

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20 Aprile 2024 07:58

Sanremo 2021: il Vescovo Suetta si scaglia contro il Festival. “Blasfemia e derisione della fede cristiana. Il premio a Fiorello non in mio nome”

In breve: "Il mio intervento è per confortare la fede 'dei piccoli', per dare voce a tutte le persone credenti e non credenti offese da simili insulsaggini e volgarità".

A poche ore dalla finale del Festival di Sanremo il Vescovo della Diocesi di Ventimiglia-Sanremo, Antonio Suetta, punta il dito contro la kermesse canora, diramando un durissimo comunicato stampa per stigmatizzare le “ricorrenti occasioni di mancanza di rispetto, di derisione e di manifestazioni blasfeme nei confronti della fede cristiana“.

Sanremo 2021: Vescovo Suetta contro il Festival

“A seguito di tante segnalazioni di giusto sdegno e di proteste riguardo alle ricorrenti occasioni di mancanza di rispetto, di derisione e di manifestazioni blasfeme nei confronti della fede cristiana, della Chiesa cattolica e dei credenti, esibite in forme volgari e offensive nel corso della 71 edizione del Festival della Canzone Italiana a Sanremo, sento il dovere di condividere pubblicamente una parola di riprovazione e di dispiacere per quanto accaduto” si legge nella nota stampa.

“Il mio intervento, a questo punto doverosoprosegue la nota – è per confortare la fededei piccoli’, per dare voce a tutte le persone credenti e non credenti offese da simili insulsaggini e volgarità, per sostenere il coraggio di chi con dignità non si accoda alla deriva dilagante, per esortare al dovere di giusta riparazione per le offese rivolte a Nostro Signore, alla Beata Vergine Maria e ai santi, ripetutamente perpetrate mediante un servizio pubblico e nel sacro tempo di Quaresima.

Un motto originariamente pagano, poi recepito nella tradizione cristiana, ricorda opportunamente che ‘quos Deus perdere vult, dementat prius‘.

Quanto al premio ‘Città di Sanremo‘, attribuito ad un personaggio, che porta nel nome un duplice prezioso riferimento alla devozione mariana della sua terra d’origine, trovo che non rappresenti gran parte di cittadinanza legata alla fede e dico semplicemente ‘non in mio nome'”. 

 

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