19 Aprile 2024 02:01

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19 Aprile 2024 02:01

IMPERIA. DEPURATORE, FERRERO RESCINDE IL CONTRATTO E RICONSEGNA LE CHIAVI, IL COMUNE CERCA UN GESTORE TEMPORANEO /DETTAGLI

In breve: Il contenzioso è nato in quanto il Comune si è rifiutato di adeguare il canone di gestione in base alle richieste della Ferrero (940 mila euro all'anno) secondo la quale, la cifra pattuita oltre ventenni fa non sarebbe più sostenibile dal punto di vista economico.

depuratore

IMPERIA – Nel giro di qualche giorno l’ATI (associazione temporanea di impresa) composta dalle imprese Ferrero e Fiba consegneranno le chiavi del depuratore di Imperia al Comune e contestualmente rescinderà unilateralmente il contratto di gestione. Finisce così il braccio di ferro iniziato circa un anno fa tra la Attilio Ferrero Costruzioni e il Comune di Imperia sul canone di gestione dell’impianto di depurazione delle acquee nere.

L’iter di realizzazione del depuratore prese il via nel lontano 1989, con l’affidamento all’Ati composta dalle imprese Ferrero e Fiba.
Lo scorso anno, 2013, i lavori sono stati ultimati ed è iniziato il cosiddetto anno di gestione in bianco, previsto per contratto, con tutti i collaudi necessari per la messa in funzione dell’impianto, al termine del quale, a inizio 2014, avrebbe dovuto prendere il via il vero e proprio affidamento, per un totale di 5 anni.

Il contenzioso è nato in quanto il Comune si è rifiutato di adeguare il canone di gestione in base alle richieste della Ferrero (940 mila euro all’anno) secondo la quale, la cifra pattuita oltre ventenni fa non sarebbe più sostenibile dal punto di vista economico. Il Comune si era detto disponibile al solo adeguamento Istat senza però ritoccare le cifre scritte nero su bianco nel lontano 1989 (circa 360 mila euro annui, ndr). 

La decisione sul canone era stata affidata al Tribunale di Imperia che ha nominato nel novembre scorso un perito ma l’Ati ha evidentemente ritenuto che non ci siano i presupposti economici per proseguire nella gestione dell’impianto decidendo di rescindere il contratto ancor prima che il perito si esprimesse. 

Sul piatto del contenzioso, inoltre, cerano anche due voci di spesa, al momento ingiustificabili, che l’Ati avrebbe presentato al Comune per richiedere l’aumento:

– Una spesa superiore a un milione di euro sostenuta dal Comune di Imperia per pagare le spese di energia elettrica del depuratore nell’anno 2013. Spese non a carico del Comune secondo l’amministrazione Capacci, in quanto oneri di gestione.
– 300 mila euro di lavori di adeguamento del depuratore pagati dall’ATI. Spesa che ora la stessa Ati chiede indietro al Comune di Imperia. Dei lavori di adeguamento, però, non c’è traccia nella documentazione contabile del Comune di Imperia. 

L’amministrazione comunale, quindi, sarà costretta a procedere ad un affidamento temporaneo dell’impianto ad un’altra società. 

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