26 Aprile 2024 02:07

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26 Aprile 2024 02:07

Liguria: proposta legge anti aborto di FdI, scoppia la polemica. “Ennesimo schiaffo alle donne, nessun rispetto per libertà di scelta. Venga ritirata”

In breve: La replica alla proposta di legge regionale, a firma dei consiglieri di Fratelli d'Italia Stefano Balleari, Sauro Manucci e Veronica Russo.

“Ennesimo schiaffo alle donne, venga ritirata subito la proposta di legge contro la libertà di scelta sulla maternità”. Così Fulvia Veirana, Segretaria Generale Cgil Liguria, replica alla proposta di legge regionale, a firma dei consiglieri di Fratelli d’Italia Stefano Balleari, Sauro Manucci e Veronica Russo, che titola “Norme per la tutela della salute della donna e del concepito, in attuazione delle leggi n. 405 del 29 luglio 1975 e n. 194 del 22 maggio 1978”.

Liguria: proposta legge anti aborto di FdI, scoppia la polemica

“È stata depositata nei giorni scorsi una proposta di legge regionale – afferma Fulvia Veirana, Segretaria Generale Cgil Liguria –la proposta di legge n. 71 a firma Stefano Balleari, Sauro Manucci e Veronica Russo, esponenti di Fratelli d’Italia che titola: “Norme per la tutela della salute della donna e del concepito, in attuazione delle leggi n. 405 del 29 luglio 1975 e n. 194 del 22 maggio 1978”.

Una proposta di legge semplicemente vergognosa che offende le donne e stravolge i principi contenuti nella legge 194, che pure cita nel titolo.

La relazione di presentazione liquida rapidamente le ragioni per le quali una donna ricorrerebbe all’interruzione di gravidanza: ignoranza e problemi psicologici in testa.

Una proposta di legge ideologica avanzata dalla stessa destra che ha smantellato completamente il sistema dei consultori, la rete della prevenzione e il welfare a sostegno della maternità consapevole.

Se l’unica soluzione che si individua per contrastare la denatalità è quella di istituzionalizzare la presenza delle associazioni antiabortiste negli ospedali vuol dire non avere proprio nessuna idea su ciò che determina la scelta delle donne, nessun rispetto per la loro libertà e, nel complesso, nessuna conoscenza dei reali bisogni delle donne.

Se si vuole incrementare la natalità si devono creare occasioni di lavoro nella nostra regione e, soprattutto, le condizioni che tutelino le donne nell’accesso ad opportunità di lavoro di qualità.
Il lavoro di cura deve essere assunto come valore sociale e i servizi rivolti all’infanzia e adolescenza, la scuola e tutti i servizi di cura e di vita indipendente per le persone non autosufficienti devono essere pubblici ed accessibili a tutti.

Deve essere potenziata e ricostruita la rete dei servizi sociali, di prevenzione e consultoriali sul territorio perché le donne devono poter decidere se e quando diventare madri.

Chiediamo che la proposta venga ritirata e che il Consiglio Regionale respinga questo nuovo attacco alle donne.

Non serve tornare al Medio Evo, bisogna guardare al futuro che bussa prepotentemente alle nostre porte di fronte all’inerzia della nostra Regione”.

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