20 Aprile 2024 02:07

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20 Aprile 2024 02:07

Imperia: processo morte sub Previato, una nuova perizia per far luce sul tragico incidente in gommone

In breve: Il giudice monocratico Antonio Romano ha nominato l'ing. Fabio Boscaino di Genova. Gianni Previato morì il 29 maggio 2013 in un incidente a bordo di un gommone.

Nuova udienza, questa mattina, del processo per la morte del sommozzatore Gianni Previato, avvenuta il 29 maggio del 2013 all’interno del porto turistico di Imperia a seguito di un tragico incidente a bordo di un gommone.

Il giudice monocratico Antonio Romano ha nominato l’ing. Fabio Boscaino di Genova per eseguire una perizia, richiesta dai legali della difesa, gli avvocati Davide La Monica e Giovanni di Meo per Massimiliano Tortorella, e l’avvocato Marco Bosio per Marco Cuppari, che chiarisca tipologia del mezzo, rispetto delle misure di sicurezza e dinamica dell’incidente. Alla richiesta di perizia si era associato anche il Pubblico Ministero, Lorenzo Fornace.

La parte civile (la famiglia del Previato) è rappresentata dall’avvocato Antonio Iorfida di Torino.

Boscaino avrà 90 giorni di tempo per il deposito della perizia.

Imperia: processo morte sub Previato

Gli imputati, TortorellaCuppari, sono accusati di omicidio colposo in qualità di amministratore e dipendente della Marittima Sub Service, società per la quale prestava appunto servizio Previato al momento del drammatico incidente.

Il quesito a cui dovrà rispondere il perito

Accerti il perito, visionato il fascicolo e tutta la documentazione ivi contenuta, acquisiti tutti gli atti ritenuti necessari presso enti pubblici e privati e compiuta ogni altra indagine ritenuta opportuna, la dinamica e le cause dell’incidente del 29.5.2013 in cui ha peno la vita Previato Giovanni. In particolare, approfondisca il perito i seguenti profili:

  •  la descrizione del mezzo su cui era a bordo la vittima, con particolare riguardo, al posizionamento della consolle di guida. specificando altresì se, tenuto conto delle caratteristiche che gli erano proprie e della normativa allora vigente, il natante doveva essere iscritto al Registro delle navi minori galleggianti o in qualsiasi altro registro e se era necessario ottenere un titolo abilitativo o seguire corsi di addestramento per la guida del medesimo.
  • la dinamica dell’incidente e le cause che lo hanno cagionato, in particolare individuando la velocità di percorrenza del natante al momento in cui viene ripreso dalle telecamere ed al momento in cui vi è stato l’impatto, le condizioni atmosferiche presenti quel giorno e se ed in che modo il posizionamento a prua della consolle di guida possa aver inciso sulla dinamica dell’incidente.
  • se e quali dovevano essere i dispositivi di protezione di cui il datore di lavoro doveva obbligatoriamente dotare il lavoratore. tenuto conto della normativa allora vigente in materia, del documento di valutazione dei rischi e del regolamento allora vigente nel porto di Imperia, specificando in particolare se la vittima doveva necessariamente indossare il giubbotto salvagente.
  • se le calzature che il Previato indossava al momento dell’incidente erano conformi alle normative vigenti in materia, adeguati al tipo di attività che il Previato stava effettuando e se possono aver o meno concorso a cagionare l’evento mortale sotto il profilo della difficoltà o meno ad essere sfilate una volta caduta in acqua la vittima.

La ricostruzione

Previatosub professionista, lavoratore della “Marittima Sub Service”, uscì con il gommone insieme a un collega per un intervento sull’imbarcazione ‘Dea Diana”, rimasta bloccata per una fune attorcigliata attorno all’elica.

Nel corso del tragitto verso la Dea Diana il gommone andò a schiantarsi contro un molettoPreviato cadde in acqua, probabilmente dopo l’impatto con il molo, e venne riportato a riva dopo circa mezzora di frenetiche ricerche, condotte anche da uno degli imputati, Tortorella, che si gettò in acqua vestito, rischiando l’ipotermia dopo diverse immersioni in apnea. Il collega della vittima, Gergin Cviatkov, rimase gravemente ferito.

La difesa ha individuato quale principale causa dell’incidente l’alta velocità a cui viaggiava il gommone condotto da Previato, 25 nodi, di molto superiore a quella consentita all’interno dei porti (3 nodi). Per l’accusa, invece, a causare la morte del giovane sub sarebbero state le gravi carenze in materia di sicurezza. 

Le contestazioni

Gommone non a norma

In merito alla posizione della consolle di guida, secondo l’accusa spostata troppo a prua, Tortorella e Cuppari hanno spiegato di aver acquistato il gommone già con quelle caratteristiche. Entrambi hanno inoltre prodotto, tramite i legali, documentazione attestante il fatto che tali gommoni sono utilizzati dalle principali società che si occupano di diving e lavori marittimi. La posizione della consolle, più a prua, sarebbe necessaria, secondo quanto riportato dalla difesa, per bilanciare il peso del motore, a poppa, e dell’equipaggio.

Mancanza del giubbotto di salvataggio

Al momento dell’incidente Previato non indossava il giubbotto di salvataggio. Secondo la difesa all’epoca non era obbligatorio e lo divenne, con ordinanza della Capitaneria, proprio dopo il tragico incidente del Previato.

Calzature inadeguate

Una tesi contestata dagli imputati e dai loro legali, secondo cui si tratterebbe di stivaletti antinfortunistica fatti apposta per essere sfilati con il tallone e utilizzabili sia in barca che nei cantieri. La difesa, inoltre, ha sottolineato come la vittima avesse già perso i sensi subito dopo l’impatto.

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