28 Marzo 2024 17:09

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28 Marzo 2024 17:09

IMPERIA. FEDERICO FERRERO DI MASTERCHEF A VILLA FARAVELLI:”LA DIETA MEDITERRANEA? PASTA INTEGRALE, VERDURE E OLIO EXTRAVERGINE” /FOTO

In breve: Uno spettacolo con alcune pause che hanno permesso ai numerosi spettatori di interagire con lo chef più famoso del momento.

collage ferrero

IMPERIA – Si è tenuta ieri sera in una Villa Faravelli gremita la presentazione del libro “Missione Leggerezza” di Federico Ferrero, vincitore di Masterchef Italia 2014. Il medico nutrizionista ha presentato anche suo il suo spettacolo “In principio era il brodo” con la collaborazione dall’attore Roberto Accornero e dalla pianista Anna Barbero. Presenti, oltre ai tanti bambini molto interessati allo spettacolo e alle parole di Ferrero, anche l’assessore alla cultura del Comune di Imperia Sara Serafini e Lucio Carli  presidente O.N.A.O.O. A far da moderatrice la giornalista Antonella Viale. 

Uno spettacolo con alcune pause che hanno permesso ai numerosi spettatori di interagire con lo chef più famoso del momento. Lo spettacolo intitolato “In principio era il brodo” nasce dal fatto che il brodo è sempre stato utilizzato per la cura delle persone e può essere paragonato al primo alimento che l’essere umano assume: il liquido amniotico, 37-38° e salato.

“Io non mangiavo il pesce, – ha esordito Ferrero – mia nonna ci propinava solo i bastoncini e qualche sogliola e quindi iniziando ad imparare a lavorare il pesce ho sviluppato questa passione e ho capito che si poteva usare e che la materia prima doveva essere freschissima e buona. Poi ero venuto a lavorare a Imperia all’Asl, all’ospedale di Oneglia e un certo punto per mille ragioni ho capito che era venuto il momento di prendersi una pausa e sono andato alla casa della Marina dove abitato e sono andato a bussare da Tonino e gli ho detto che ero uno studente di medicina e gli ho chiesto se potevo lavare i piatti e lui mi ha messo a spolverare le bottigliette, poi pian pianino mi ha messo a portare i vassoi e poi il cameriere e sono stato con loro un po’ di tempo e ho imparato l’altra parte del mestiere, la sala, ma sopratutto una certa formalità. E allora se tu prendi l’istinto e la conoscenza della materia prima e ci metti un po’ di formalità e la voglia di accontentare un pubblico difficile forse questo ti stimola delle idee ed è quello che è successo. 

Sento che se qualcosa devo provare a fare in questa vita gastronomica è quello di provare a convincere il modo della cucina, anche i grandi chef che c’è qualcosa di interessante in una cucina diversa. La cucina italiana è rinascita dal popolo come la più grande del mondo peccato che non sia così nelle classifiche non è neppure nelle prime sei. Il pittore Pino Stefanoni mi ha regalato un bellissimo libro  e mi ha scritto una frase: “la cucina italiana ha bisogno di un’autonomia di linguaggio” cioè deve essere riconoscibile. 

La mia proposta di cucina italiana è quella di una cucina leggera che parte dalla materia prima da cotture veloci e da prodotti straordinari che dà solamente questa terra. Non voglio fare la retorica del paese del sole ma in effetti di posti nel mondo dove si mettono insieme un’orografia così complessa, il sole e così tanta varietà di prodotti perché variano gli stati che componevano questo paese non esiste. Questa è la mia missione, quella di convincere qualcuno che la cucina italiana può tornare la prima del mondo se diventa la cucina leggera, la cucina che fa bene al cuore, al palato e al corpo. 

Si parla di dieta Mediterranea come una dieta costruita attorno alla pasta, nulla di più falso perché quando il professor Keese fece i suoi studi su una popolazione che stava nell’isola di Creta naturalmente nessuno pensava che le persone che avevano 80 anni avessero mai mangiato la pasta almeno come la conosciamo, la pasta non c’entra assolutamente nulla tanto che quando adottarono questa dieta, gli americani sottoposti a questa dieta ingrassarono e aumentò il rischio di malattie cardiovascolari. 

Un altro professore andò a studiare meglio e scoprì che non era una farina qualsiasi e una pasta qualsiasi, ma paste farine e pani fatti con grani integrali oppure con grani di segale o d’orzo che erano esattamente i grani che ancora adesso crescono in quell’isola della Grecia. Era una dieta molto povera, la dieta Mediterranea si basa sulla frugalità, su poche calorie che vengono molto dalle verdure, che vengono da questi grani integrali e che al suo centro non hanno la pasta ma un alimento straordinario che favorisce cotture veloci, l’utilizzo del crudo e del brodo che è l’olio extravergine d’oliva. 

In Italia le scuole di cucina non ci sono, le grandi scuole d’arte le vogliamo traslocare ma è un Paese dove se situiamo attenti per un momento e rallentiamo abbiamo ancora uno stile di vita che è il migliore del mondo, questo è quello che dobbiamo vendere, venite in Italia a fare esperienza della nostra vita perché in Italia ci si può divertire facendo turismo perché c’è molto da vedere, c’è molto da assaggiare, c’è molto da imparare, il cibo può essere un veicolo straordinario per portare questo Paese in una fase post-industriale in una fase di turismo e cultura che chiamerei una fase “molto gastronomica”.

La possibilità di ammalarsi e le diete a base di verdura?

“La cosa più importante è lo stile di vita e visto che lo stile di vita non lo possiamo isolare dall’alimentazione a meno che non si faccia uno studio approfondito su migliaia di persone non possiamo avere dati seri. Penso che la medicalizzazione del cibo faccia molto bene alle industrie che poi vogliono venderti tutto in una pillola. C’è solo un consiglio nutrizionale nel mio libro di cui sono certo e si basasi studi scientifici che tengono conto anche delle condizioni di vita: dobbiamo mangiare meno perché mangiamo troppo, Non sto parlando di quantità nel piatto ma in tutta la settimana mangiamo troppo perché non ci muoviamo, perché facciamo una vita sedentaria e allora bisogna mangiare un pochino meno. Dobbiamo muoverci di più perché i bambini non corrono più mentre noi correvamo per 6 ore al giorno, perché l’essere umano non è fatto per stare su una macchina o seduto su una sedia, dobbiamo mangiare il 60% di verdura e l’altro 40% si può mangiare quello che si vuole” 

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