28 Marzo 2024 18:34

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28 Marzo 2024 18:34

CRACK PORTO DI IMPERIA. SVELATO IL PIANO DI CAPACCI ALLA RIUNIONE DI ASSOPORTO:”PAGHIAMO I CANONI DI GESTIONE SINO AL 18 LUGLIO, POI VALUTEREMO”

In breve: Durante la riunione, inoltre, si è deciso, con due voti contrari, di intentare una causa collettiva contro i notai che si sono occupati dei rogiti.

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Imperia – Si è tenuta ieri pomeriggio la riunione dell’Assoporto, una delle due associazioni che rappresentano i titolari dei posti barca all’interno del porto turistico di Imperia. All’ordine del giorno una pre-valutazione sulla proposta avanzata dal sindaco Carlo Capacci e il pagamento dei canoni di “locazione” dei posti barca. La Porto di Imperia S.p.A. nei giorni scorsi con una lettera indirizzata ai proprietari dei posti barca ha chiesto il pagamento/saldo dei canoni non pagati ma gli interessati hanno il timore di pagare una società che dal prossimo 18 luglio potrebbe non aver più  titolo per operare sul porto. Nell’ambito della riunione sono emersi alcuni dettagli della proposta del sindaco Carlo Capacci avanza nella giornata  di ieri anche all’altra associazione, l’Appi.

Capacci avrebbe chiesto ai titolari di versare nelle casse di “Go Imperia”, la multi-utility che dovrebbe assumere la gestione del porto dal prossimo 19 luglio i canoni per i restanti 5 mesi in un’unica soluzione così da permettere alla nuova società amministrata da Vincenzo Costantini di avere la liquidità necessaria per far fronte alle spese correnti. Inoltre, sempre il sindaco avrebbe ipotizzato un versamento una tantum da parte dei titolari dei posti barca che permetterebbe di terminare le opere strutturali da costruire. 

I titolari dei posti barca di Assoporto avrebbero accettato la prima proposta di Capacci con riserva, infatti, tramite l’avvocato Mantini faranno pervenire una lettera alla Porto di Imperia S.p.A. comunicandole che il pagamento sarà corrisposto sino al 18 luglio (ai sensi dell’art.1461 del codice civile) in quanto dopo tale data la società non sarebbe più titolata a gestire l’approdo turistico e che si riserveranno di promuovere “un’insinuazione al passivo del fallimento chiedendo alla stessa il 30% degli importi corrisposti nel corso degli anni come risarcimento danni per i parziali servizi goduti”. 

Durante la riunione, inoltre, si è  deciso, con due voti contrari, di intentare una causa collettiva contro i notai che si sono occupati dei rogiti. 

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