8 Maggio 2024 04:43

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8 Maggio 2024 04:43

Imperia: “Qui non chiediamo il green pass”. La protesta di Francesca, titolare del bar Preve. “È una discriminazione, non farò l’ufficiale”/ Foto e video

In breve: La protesta di una commerciante imperiese contro il green pass.

Qui dentro entrerà chi vuole, con il rispetto delle distanze e le mascherine, non mi metterò a fare l’ufficiale. Non discriminiamo nessuno“. Queste le parole di Francesca Riccobono, titolare del bar Preve in via della Repubblica, a Imperia, a un giorno dall’entrata in vigore del Green Pass sul territorio nazionale.

L’esercente ha infatti affisso all’ingresso del locale un cartello riportante il seguente messaggio: “Qui non chiediamo il green pass per entrare. Ce l’hai? Bene, non ce l’hai? Va bene uguale! Noi vogliamo solo fare il nostro lavoro, che non è quello di fare i controllori. Il pass non passa”.

Il certificato verde, lo ricordiamo, come preannunciato dal presidente del Consiglio Mario Draghi, servirà per accedere a diversi servizi e luoghi al chiuso, dai ristoranti ai bar, dai cinema alle palestre. I dettagli saranno messi a punto nella giornata di oggi dal Consiglio dei Ministri.

Imperia: Manifesti di protesta contro il green pass sulle vetrine del bar Preve

“Perchè non chiederemo il green pass?spiega Francesca Riccobono a ImperiaPost – Non sono un ufficiale, non posso chiedere il green pass, ma non lo avrei fatto comunque. Amo vedere la gente, andare d’accordo. Non amo le discriminazioni, non le abbiamo mai fatte. Vedo questa cosa come mettere una persona contro l’altra. Durante la pandemia dovevo far sedere i clienti al tavolo, adesso invece devo far sedere con il pass al tavolo e quelli senza al bancone. La trovo una cosa assurda e incoerente.

Qui dentro entrerà chi vuole, con il rispetto delle distanze e tutto il resto, ma non mi metterò a fare l’ufficiale. Non lo sono, non sono autorizzata. Il bar è libero. Con educazione le persone entreranno con la mascherina e le distanze. Per me il pass non esiste.

È una discriminazione, è un metterci l’uno contro l’altro. Non lo condivido.

Io ho appeso il decreto. Se mi faranno delle multe, le andrò a combattere, ma io penso di essere dalla parte della legge. Non sto facendo niente che non posso fare. Per me non esiste questa cosa. Nel decreto c’è scritto che non sono autorizzata a chiedere il pass. È un documento sanitario privato, io non posso chiederlo a una persona.

Io spero che non lo facciano anche i miei colleghi. A me capiterà di consumare in un altro locale e se non mi fanno entrare lo denuncerò. Da ieri eravamo liberi di fare entrare seguendo le regole e da oggi il Governo decide che ci vuole il pass? Non lo trovo giusto.

Ieri è successo un episodio in un ospedale dove c’è stata un’attesa di 5 ore in una sala piena di gente per avere dei referti medici, e poi si chiede un pass per vedere un proprio caro o per prendere un caffè? Non ci sto come non ci stanno tante persone.

Spero che ci sia una lotta, ma non tra noi cittadini. Ognuno deve essere libero di fare quello che si sente, di vaccinarsi o non vaccinarsi. Non deve esserci discriminazione l’uno contro l’altro. Siamo tutti uguali, non ci sono colori, dobbiamo lottare affinchè queste discriminazioni vadano via”.

 

 

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