6 Ottobre 2024 00:03

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6 Ottobre 2024 00:03

Imperia: val Tanaro nel degrado, la segnalazione di un lettore. “La strada del Tanarello distrutta da una frana, venga ripristinata”/Le immagini

In breve: Queste le parole di Francesco Righi, per portare all'attenzione dell'opinione pubblica la situazione in cui versa la val Tanaro e la strada del Tanarello, distrutta dalle alluvioni degli scorsi anni. 

Un nostro lettore, Francesco Righi, si rivolge alla redazione di ImperiaPost, per portare all’attenzione dell’opinione pubblica la situazione in cui versa la val Tanaro e la strada del Tanarello, distrutta dalle alluvioni degli scorsi anni.

Val Tanaro nel degrado: la segnalazione di un lettore

“Una delle oasi naturalistiche più belle della provincia di Imperia è la val tanarello. C’è un ambiente incontaminato, una natura ancora selvaggia, un microclima particolare, ci sono resti di antichi insediamenti, vecchie belliissime chiese campestri, in mezzo al bosco si possono ancora trovare gli antichi ponti che collegavano la valle arroscia con l’alta val tanaro.

Orograficamente in piemonte, la valle del torrente tanarello, che confluendo nel rio negrone forma il tanaro, da sempre fa parte della liguria come territorio dei pascoli comunali dei paesi dell’alta valle arroscia: i suoi contrafforti montuosi costituiscono l'”alpe di cosio“, una zona in cui per il clima invernale particolarmente mite l’alpeggio si protraeva per tutto l’autunno.

In passato c’è stato un primo tentativo di valorizzare la valle, trasformando il sentiero che collegava l’alto tanaro con San Bernardo di Mendatica in una carrareccia carrozzabile. Fino a quando la strada è stata percorribile molti escursionisti, anche imperiesi, erano soliti trascorrere il mese di agosto nei freschi boschi del tanarello e, praticando un turismo rispettoso e non invasivo, accamparsi in tenda nei prati lungo il torrente. Ma questa politica di valorizzazione del territorio non è continuata.

Nessuno se ne è più interessato. Tutto è tornato, lentamente ad essere avvolto dal degrado e dall’abbandono. Ad eccezione del sentiero che porta alla “tana Cornarea”, antica grotta preistorica, che è stato ripristinati, tutti gli altri sentieri, non curati, sono diventati impraticabili, inghiottiti dal bosco o rovinati dalle frane.

Gli antichi insediamenti, le vecchie case dei pastori, coperte dai rovi, hanno iniziato a franare e con loro vanno in rovina le vecchie chiese campestri, che un tempo erano per i pastori rifugi e punti di riferimento e di incontro. Non esistono cartelli , segnavie, indicazioni topografiche, naturalistiche o storiche. Alcuni percorsi, che non ricalcano quelli antichi, sono rinati solo per permettere il passaggio delle mandrie verso i pascoli.

Tutti interventi utili, ma che si sovrappongono al territorio e in qualche modo ne minano la memoria storica. I nubifragi che in questi ultimi anni si sono abbattuti in quella zona e la mancanza di manutenzione hanno portato ad un deterioramento continuo e progressivo della strada per San Bernardo di Mendatica e causato numerose frane e interruzioni alla viabilità che non è mai stata ripristinata. A queste si sono aggiunti gli effetti dell’ultima alluvione:una grande frana prima del ponte schiarante la interrompe completamente tonto da rendere difficoltoso e rischioso il passaggio a piedi.

Un bel paesaggio, le bellezze della natura, un mirabile equilibrio ecologico che si è mantenuto nel tempo:tutto questo non è fine a se stesso.Ha un senso se è vissuto, condiviso, partecipato dall’uomo, che si integra nel territorio, lo capisce, lo studia, vi si adatta,come hanno fatto per secoli gli abitanti di quelle zone. Per un turismo rispettoso e partecipativo, che comunque può dare buone ricadute economiche nei territori vicini, è indispensabile ripristinare la strada almeno per un percorso pedonale, ripristinare gli antichi sentieri, curare le chiese di montagna, i vecchi insediamenti, studiare e far conoscere le antiche vie di transito tra la valle arroscia e il piemonte in modo che ci si possa rapportre ad un mondo ormai passato, ma nostro, e così riappropiarsi della vita e della storia delle popolazioni che lì vivevano. E’anche mantenere, custodire, dare un senso alla memoria storica della nostra provincia.

Se la val tanarello fosse in Piemonte molto sarebbe già stato fatto, se fosse in Francia ne avrebbero fatto un’oasi di tutela con tanto di resort,foresterie, e guide escursionistiche. Ma siamo in Liguria e per di più in provincia di Imperia e tutto verrà dimenticato.”

 

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