26 Aprile 2024 04:44

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26 Aprile 2024 04:44

Imperia: gite-green pass, il caso del Liceo Vieusseux finisce in Procura e al Garante della Privacy. Esposto dei genitori. “I nostri figli discriminati”

In breve: Dopo la lettera anonima recapitata alla sede del nostro giornale nei giorni scorsi, questa mattina alcuni genitori hanno contattato la redazione per comunicare la presentazione di un esposto al Garante della Privacy e alla Procura della Repubblica.

Si fa sempre più delicato il caso delle gite scolastiche del Liceo Vieusseux di Imperia aperte solamente agli studenti in possesso di green pass valido per l’intera durata del viaggio. Una decisione che, di fatto, vista la durata massima del tampone (48 ore), rischia di escludere gli studenti non vaccinati.

Dopo la lettera anonima recapitata alla sede del nostro giornale nei giorni scorsi, questa mattina alcuni genitori hanno contattato la redazione per comunicare la presentazione di un esposto al Garante della Privacy e alla Procura della Repubblica.

“La scuola dovrebbe essere un luogo di inclusione invece – spiegano e nell’organizzazione della gita scolastica c’è stata una chiara volontà discriminatoria nei confronti dei ragazzi non vaccinati. Per questo abbiamo presentato un esposto per chiedere la revoca della circolare emessa dal preside Auricchia”.

Imperia: niente gite senza green pass, monta la protesta dei genitori al Vieusseux

Siamo andati a parlare con il preside – proseguono i genitori – e ci siamo sentiti rispondere che non gli sembrava giusto che i “ragazzi a posto” dovessero rinunciare alla gita scolastica. Ci sembra chiaro a questo punto la volontà di escludere parte dei ragazzi che per scelta o per necessità, cosa ovviamente consentita dalla Legge, non si siano vaccinati. I nostri figli sono “a posto” così come gli altri, lo sono davanti alla Legge.

Organizzare una gita con partenza il 2 novembre quando il 31 ottobre e il primo di novembre sono giorni festivi, giorni in cui esiste una difficoltà oggettiva a sottoporsi a tampone, ci fa pensare che sia stato fatto apposta per penalizzare chi non ha il Green Pass da vaccino”. 

Ecco l’esposto a Garante della Privacy e Procura

“L’istituto scolastico – si legge nell’esposto – , tramite la circolare in oggetto, ha introdotto, mediante utilizzo anomalo del certificato verde, una surrettizia limitazione del diritto allo studio, allo svolgimento di attività sociali e libertà di movimento dei propri studenti. Nessuna legge statale infatti prevede limitazioni collegate al possesso del Green Pass in base alla durata dell’efficacia dello stesso.

La limitazione relativa al fatto che al viaggio di istruzione possano partecipare solo studenti muniti di Green Pass valido per l’intera durata del viaggio (cinque giorni) sostanzialmente attua una discriminazione distinguendo tra gli studenti vaccinati e quelli non vaccinati, ledendo il diritto di questi ultimi di partecipare al viaggio munendosi di Green Pass nella forma alternativa prevista dalla L.126/21 di conversione del D.L. 105/2021 mediante l’esito negativo di test antigienico rapido, cd tampone. 

[…] Il Garante ha inoltre già ribadito al MIUR con comunicazione del 23.9.2021 che “secondo il quadro normativo vigente agli istituti scolastici non è consentito conoscere lo stato vaccinale degli studenti del primo e del secondo grado di istruzione”. 

[…] Nella fattispecie la circolare in oggetto limita la partecipazione ad una attività scolastica in assenza di alcuna norma che consenta di poter operare alcuna distinzione tra i titolari di Green Pass ottenuto a seguito di inoculazione di vaccino anti Sars Cov19, piuttosto che a seguito di tampone negativo e di fatto una illegittima forma di pressione sugli studenti non vaccinati per indurli a sottoporsi al suddetto trattamento sanitario quale unico strumento per poter fruire del servizio scolastico nella forma del proposto viaggio di istruzione”. 

[…] Quanto alla richiesta di inibitoria si osserva che il periculum in mora, è connesso alla irreparabilità del danno da lesione dell’integrità psico-fisica della persona sottoposta a legittima pressione affinché si sottoponga ad un trattamento medico forzato, peraltro non immune da effetti collaterali anche gravi e in qualche caso letali, sia al fatto che gli eventuali affetti collaterali graverebbero in via esclusiva sul soggetto vittima dell’imposizione (per di più un minore), nonché pregiudizio irreparabile derivante dal vulnus arrecato al corretto funzionamento delle istituzioni pubbliche”. 

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