28 Marzo 2024 10:13

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28 Marzo 2024 10:13

Imperia: addio al dottor Dhia Al Kaffaf, punto di riferimento per intere generazioni. “Sognava di diventare medico fin da bambino” / Il ricordo

In breve: Dhia, come medico di famiglia, è stato un vero e proprio punto di riferimento per intere generazioni di imperiesi.

Imperia piange il dottor Dhia Al Kaffaf, scomparso nei giorni scorsi all’età di 77 anni. Molto noto in città, Dhia è stato il fondatore del primo Centro Medico Polispecialistico del ponente ligure, nel 1983, e, come medico di famiglia, è stato un vero e proprio punto di riferimento per intere generazioni di imperiesi.

Imperia: addio al dottor Dhia Al Kaffaf, punto di riferimento per generazioni

Dhia, nato in Iraq da padre iracheno e madre iraniana, è cresciuto a Najaf fino ai primi anni ’60. Da lì, è arrivato in treno a Perugia dove ha frequentato l’Università per Stranieri. Dopodiché, nel 1973 si è laureato in Medicina a Bologna, sotto la guida di Emanuele Cacciari.

Giunto a Imperia a poco tempo di distanza dalla laurea non l’ha più abbandonata, se non per brevi soggiorni a Parma dove ha conseguito la specializzazione in Medicina Interna nel 1985 sotto la guida di Ugo Butturini.

Dopo oltre un decennio di attività alla Clinica Sant’Anna, ha fondato il Centro Medico Polispecialistico (oggi Bianalisi) sito nel grattacielo fino al 2018, prima del trasferimento in Galleria Isnardi. Da diversi anni il Centro è amministrato dalla moglie Diana Nikpey.

Parallelamente all’attività nel suo centro medico privato ha svolto la professione di medico di famiglia fino al 2014, anno della sua pensione.

Dopo il 2014, è stato direttore sanitario presso diverse case di cura: dapprima alla Fondazione Ernesto Chiappori di Ventimiglia, e in seguito presso Villa Speranza (Zaffiro) e Residenza Julia (Emera) a Sanremo.

“Mio padre coltivava il sogno di diventare medico sin da bambino – racconta il figlio Zeide lo ha realizzato. È stato un padre straordinario ed estremamente dedito, una persona austera e riflessiva che non ha mai alzato la voce e con la quale non ho mai veramente litigato in 28 anni, oltre che un punto di riferimento per tutti i miei amici, tutte le persone a noi care e tutti i suoi pazienti. L’ho sempre visto, infatti, rendersi disponibile a qualsiasi ora del giorno e della notte e per qualsiasi evenienza, fosse anche una chiacchierata rassicurante per chi lo cercava. Era un grande lettore, con un interesse in particolare per la storia e per le religioni.

Durante la pandemia, ha continuato a gestire le case di cura presso le quali lavorava, nonostante stesse già affrontando le cure per la sua malattia.

È mancato anzitempo, quando avrebbe potuto dare ancora molto alla sua comunità e a tutti noi. Ma ha realizzato i suoi sogni”.

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