18 Aprile 2024 09:22

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18 Aprile 2024 09:22

MARI K AL VINTAGE POP: l’intervista alla resident deejay del Rock’n’Roll di Rho che venerdì sera ha fatto scatenare Imperia

Mari k

Marika Lanzalaco, in art Dj Mari K, ha suonato venerdì sera al Vintage Pop nel corso della serata The Freak Show. Deejay dal 2001 ha passato in rassegna tutte le principali piste rock del milanese, dal Rolling Stone, al Rainbow Club, passando per l’Alcatraz. Ma non solo, Mari K ha animato anche le serate rock del Dresscode, dell’Area Gens di Pisa e del LogoLoco di Genova. Alla sua carriera da “solista” si aggiungono poi svariate collaborazioni con Elena di Cioccio, Cristina Scabbia – cantante dei Lacuna Coil -, Marco Garavelli, Max Brigante…

Primo ospite di una lunga serie nel venerdì sera della discoteca, abbiamo intervistato Mari K per conoscerla meglio e scoprire da dove è nata la sua passione per il rock!

Quando hai capito di avere questa grande passione per la musica?

In realtà da sempre, già da quando ero bambina ho sentito che la musica era parte di me. Anche se tutto è cominciato con i musical, tipo Grease. Mio padre poi mi ha comprato il primo vinile che era di Bob Marley e da quel momento la musica non mi ha mai più lasciato. Inoltre ero fortunata perchè avendo una sorella più grande di me sono stata abituata da subito a sentire musica di ogni genere, senza confini!

Come mai poi, hai scelto di “dedicarti” al rock? Perchè proprio questo genere?

Il rock ha sempre avuto una marcia in più secondo me. Mi ha incuriosito da subito in modo diverso rispetto a tutti gli altri generi musicali. Poi va detto che ho avuto la fortuna di vivere in pieno lo sviluppo della musica grunge, new metal…ho seguito proprio queste epoche e sono cresciuta lì in mezzo!

Da dove è nata l’idea di fare la deejay?

Diciamo che non è nata! Sono stata “prelevata” durante una serata al Rolling Stone di Milano dicendomi: “Basta, le sai tutte, le canti tutte…vieni subito in consolle” e da quel momento è iniziata la mia avventura con la fortuna di poter lavorare con esperti del settore come Marco Garavelli.

Come ti trovi nel mondo della radio e ci puoi parlare un po’ della tua esperienza con il programma Street Connection?

Io non amo molto parlare, preferisco lasciare che sia la musica a farlo, però questa esperienza radiofonica alla fine è stimolante. Il programma è nato e prende ispirazione da una serata Street Connection appunto che si faceva allo Zoe Club e proponeva nuove band. Quando si è aperto poi questo spazio ho deciso di “buttarmici” e vedere cosa succedeva. Non è stato l’unico esperimento radiofonico però perchè ho lavorato anche a Radio Popolare e così ho allargato ancora di più i miei orizzonti.

Come ti senti quando metti i dischi davanti a tutta la gente del Rock’n’Roll?

E’ bellissimo ed emozionante in due sensi contrapposti: se la serata va bene ti senti fantastico e super galvanizzato, ma se la serata va male le emozioni e il dispiacere magari sono egualmente forti. E’ difficile fare l’abitudine a certi tipi di emozioni comunque… Allo stesso tempo però mi piace anche suonare in posti più piccoli come l’Atomic Bar ad esempio; è molto caloroso e hai la possibilità di mettere certi tipi di dischi che in una serata come quella che si teneva al Rolling Stone magari non potevi suonare perchè dovevi accontentare 3000 persone e la musica doveva piacere a tutti.

Domanda classica, i tuoi dischi o gruppi preferiti?

Sono tantissimi, credo di non riuscire a scegliere, però vi posso dire che ho consumato letteralmente tutti i cd dei Subsonica, esattamente come quelli degli Incubus, Beastie Boys, Rage Against The Machine e i Queen. Poi io sono fatta così, quando mi piace un singolo album mi “divoro” tutta la discografia, ecco perchè è difficile scegliere, la muscia è parte di me!

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