19 Aprile 2024 21:32

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19 Aprile 2024 21:32

Ventimiglia: emergenza migranti, i Giovani Democratici scrivono al Prefetto. “Necessario aprire nuovo centro accoglienza. Problema di sicurezza e igiene”

In breve: così i Giovani Democratici della Provincia di Imperia nella lettera che hanno scritto al Prefetto Armando Nanei

“L’apertura di un nuovo centro potrebbe dare una risposta almeno parziale anche in virtù dell’imminente inverno“, così i Giovani Democratici della Provincia di Imperia nella lettera che hanno scritto al Prefetto Armando Nanei, in merito alla richiesta di apertura di un nuovo campo Roja a Ventimiglia per la gestione dei migranti.

Emergenza migranti a Ventimiglia: i Giovani Democratici scrivono al Prefetto

“Con la chiusura del campo Roya i migranti si sono organizzati come meglio hanno potuto, pernottando alla foce del fiume o lungo lo stesso, oppure utilizzando giacigli di fortuna. Sovente si vedono donne incinte o con bambini piccoli al seguito. Il ristoro viene unicamente fornito dalla Caritas o da altre associazioni che provvedono in maniera autonoma.

Ma non solo, prima della chiusura del centro i profughi avevano un luogo dove potersi lavare in piena sicurezza – e ancora – da tenere in seria considerazione è anche il fatto che i luoghi dove i migranti trascorrono abitualmente la notte potrebbero risultare un potenziale pericolo per l’igiene pubblica.

L’ASL 1 si è già espressa in merito, invitando chi di competenza a ripulire queste zone. Spesso per scaldarsi vengono accesi dei piccoli fuochi dove viene bruciato ogni tipo di materiale, risultando nocivo per chiunque respiri i fumi che vengono liberati”.

Ma è anche un problema che di riflesso tocca chi vive nella città: “La percezione di sicurezza dei cittadini è significativamente bassa. Le condizioni precarie amplificano il disagio.

Alcuni migranti si sono dimostrati psicologicamente fragili e talvolta si sono registrati degli atti delinquenziali che hanno incrinato ulteriormente il fragile equilibrio cittadino. Purtroppo si sono anche verificati episodi di criminalità, come furti e scippi ai danni dei cittadini e dei commercianti.”

E proseguono “Dagli esordi del fenomeno migratorio Ventimiglia si è dimostrata solidale e accogliente, ma negli ultimi periodi l’equilibrio del quieto vivere incomincia a scricchiolare.”

Nel chiudere la missiva auspicano che il Prefetto, con la collaborazione dell’amministrazione ventimigliese, trovi una soluzione a questo grave e annoso problema.”

Ventimiglia: emergenza migranti, ecco la lettera inviata al Prefetto

“Gentile Signor Prefetto, visto il Suo recente insediamento volevamo darLe il benvenuto nella nostra Provincia e augurarLe un buon lavoro, che sicuramente sarà tanto e impegnativo. Vorremmo inoltre portare alla Sua attenzione un problema che da anni ormai si registra nella nostra Provincia, e nello specifico nella città di frontiera: il fenomeno migratorio nell’estremo ponente ligure, e non solo, è diventato molto difficile da gestire.

Da un anno e mezzo – agosto 2020 – la città di Ventimiglia non è più dotata di un centro di accoglienza atto a dare ristoro a chi cerca di attraversare il confine per cercare un futuro migliore. Con la chiusura del campo Roya, i migranti si sono organizzati come meglio hanno potuto, pernottando alla foce del fiume o lungo lo stesso, oppure utilizzando giacigli di fortuna come panchine e marciapiedi, riparandosi sotto i ponti, nella sede ferroviaria o in androni di condomini.

Sovente si vedono donne incinte o con bambini piccoli al seguito. Il ristoro viene unicamente fornito dalla Caritas o da altre associazioni che provvedono, in maniera autonoma, a nutrire queste persone.

Ma non solo: prima della chiusura del centro i profughi avevano un luogo dove potersi lavare in piena sicurezza, al contrario di quanto avviene adesso alla foce del fiume (dove si sono già registrati annegamenti) o nelle fontane pubbliche.

Serviva anche da presidio sanitario dove farsi visitare e, se necessario, curarsi. Quest’ultimo aspetto è particolarmente rilevante data la situazione pandemica che attraversiamo da tempo e che probabilmente non supereremo in tempi brevi. Da tenere in seria considerazione è anche il fatto che i luoghi dove i migranti trascorrono abitualmente la notte potrebbero risultare un potenziale pericolo per l’igiene pubblica.

L’ASL 1 si è già espressa in merito a questo, invitando chi di competenza a ripulire queste zone. Spesso per scaldarsi vengono accesi dei piccoli fuochi dove viene bruciato ogni tipo di materiale, risultando nocivo per chiunque respiri i fumi che vengono liberati. Recentemente questi fuochi non sono stati ben gestiti dando vita a dei piccoli roghi, per le cui operazioni di spegnimento è stato necessario l’intervento dei Vigili del Fuoco.

In questa situazione i diritti fondamentali sono venuti meno, lasciando di fatto abbandonate queste persone. A questo si aggiungono i problemi di chi vive la città.

La percezione di sicurezza dei cittadini è significativamente bassa. Le condizioni precarie amplificano il disagio: alcuni migranti si sono dimostrati psicologicamente fragili e talvolta si sono registrati degli atti delinquenziali che hanno incrinato ulteriormente il fragile equilibrio cittadino.

Si sono verificati episodi di criminalità, come furti e scippi ai danni dei cittadini e dei commercianti. Il più delle volte le controversie tra migranti e passeur sfociano in violente liti.

Anche il fenomeno del trasporto clandestino è un aspetto da prendere seriamente in considerazione e contrastare fortemente. Il campo era necessario anche in questo senso, perché in maniera preventiva aiutava le forze dell’ordine – che da tempo fronteggiano questo problema – a controllare e ad individuare i delinquenti.

Con la chiusura del campo Roya questo non è più possibile, perché manca un centro di identificazione, rendendo l’operato degli agenti ancora più difficile. E’ una questione di bilanciamento tra i diritti non riconosciuti e non garantiti ai migranti e la libertà di vivere tranquillamente, soprattutto nelle ore notturne, dei cittadini.

Dagli esordi del fenomeno migratorio Ventimiglia si è dimostrata solidale e accogliente, ma negli ultimi periodi la convivenza tra profughi e residenti è diventata difficoltosa. Per controllare questo fenomeno non è sufficiente un’azione unica, ma un lavoro su più fronti che veda l’impegno di tutte le istituzioni.

La gestione del problema è fondamentale: o si gestisce o si subiscono le conseguenze che la mancata gestione comporta. L’apertura di un nuovo centro potrebbe dare una risposta almeno parziale, anche in virtù dell’imminente inverno.

Auspichiamo che, come ha avuto occasione di dichiarare alla stampa, una volta analizzato possa dare una risposta a questo grave e annoso problema, la cui soluzione risulta ogni giorno più urgente.

E che inviti l’amministrazione ventimigliese a collaborare affinché si raggiunga un risultato che possa ridare la dovuta dignità a queste persone e ristabilire una convivenza serena con i cittadini. Sicuri che saprà impegnarsi in questo senso, Le auguriamo un buon lavoro e una buona permanenza in Provincia”.

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