24 Aprile 2024 20:35

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24 Aprile 2024 20:35

Imperia: via Mazzini chiusa da settembre per lavori, commercianti esasperati. “Rischiamo di fallire, perso il 50% del fatturato. Il Comune intervenga”/Foto e Video

In breve: Monta la protesta degli esercenti commerciali a Borgo Fondura.

Monta la protesta degli esercenti commerciali a Borgo Fondura per il protrarsi dei lavori di riqualificazione del selciato e della condotta delle acque miste in via Mazzini. Iniziati a metà settembre, infatti, non sono ancora terminati.

Da due mesi, dunque, Via Mazzini e piazza Mameli risultano irraggiungibili, a causa della presenza del cantiere, da via Airenti, via Colombera e Via Martiri della Libertà. L’unica strada di collegamento (esclusa via Cascione), non adeguatamente segnalata, secondo gli esercenti, è via Canova (rimasta salturiamente chiusa nel mese di ottobre).

Le importanti limitazioni alla viabilità hanno portato i commercianti sull’orlo di una crisi finanziaria, con perdite di fatturato vicine al 50%.  Da qui il grido di aiuto all’amministrazione, lanciato dalle colonne del nostro giornale, per una rapida conclusione dei lavori che, seppur ritenuti necessari dagli stessi esercenti, stanno di fatto mettendo a serio rischio il futuro delle attività.

Makram Ben Amara (Titolare pizzeria La rustica, via Mazzini)

“Abbiamo perso il 50-60% del fatturato. Ieri sera avevamo tre tavoli. Ancora qualche mese così e chiudiamo. Potevano lasciare almeno il passaggio per una macchina. I lavori rallentavano lavori, ma almeno il passaggio c’era. Così non si può andare avanti, siamo disperati”.

Mara Vinai (supermercato Doro – piazza Mameli)

“I lavori sono iniziati i primi di settembre. Stiamo avendo un momento molto difficile, perchè per noi il lavoro è calato tantissimo, del 30/40% a settimana.

Essendo la via principale che porta al negozio chiusa, tanti clienti non fanno tutto il giro da via Cascione. Non c’è neanche un cartello che indica che via Canova è aperta. Anche se in realtà, per tutto il mese di ottobre è rimasta chiusa. Si doveva fare retromarcia e tornare indietro.

Per noi è un grosso problema. Mi hanno detto che i lavori si prolungheranno sicuramente sino a dicembre 2021, salvo proroghe. Come si sa, questi lavori vanno sempre più per le lunghe del previsto”.

Avete preso dei provvedimenti?

“Io ho due signore che lavorano con noi, purtroppo le ho dovute mettere in cassa integrazione. Il lavoro è calato e noi dobbiamo arrangiarci, siamo quasi sempre io e mia sorella”.

Avete investito tanto in questa attività?

“Noi abbiamo rilevato l’attività due anni fa. Come molti sanno, era già in una condizione critica. Le ragazze non percepivano lo stipendio da molti mesi.

Con mia sorella abbiamo rilevato l’attività. Stavamo lavorando bene, avevamo ripreso. Ora questi lavori ci hanno dato una grossissima batosta. Siamo veramente in difficoltà”.

Cosa chiedete all’Amministrazione?

“Io sono d’accordo che i lavori vengano fatti, però bisogna stringere i tempi. Inoltre al giovedì qui c’è il mercato, e quindi siamo chiusi sia da una parte che dall’altra. Non si passa nemmeno da via Cascione, perchè è chiusa. Si può uscire dalla piazza, ma non entrare.

Chiedo che diano una accelerata ai lavori e che mettano un cartello, segnalando che c’è via Canova aperta per raggiungere piazza Mameli e che sia sempre aperta. Non che poi la gente la trova chiusa”.

Paolo Giribaldi – Caffè Rad1 (via Mazzini)

“Noi abbiamo diminuito di almeno il 40% i nostri incassi, se non di più. Con la strada chiusa si viene a creare un muro e la gente gira dall’altra parte.

Eravamo preparati, perchè i lavori che stanno facendo sono necessari”.

Qual è il problema?

“Il problema è la velocità di questi lavori. Sono passati tre mesi e ancora sono agli inizi.

Ci sono attività che rischiano di morire. Bisogna cercare di essere leggermente più veloci quando si fanno interventi di questo genere.

Non sono un tecnico, non posso sapere quali sono i tempi per attuare determinati interventi, ma questi mi sembrano biblici”.

Siete preoccupati per il futuro della vostra attività?

Certo che siamo preoccupati. Abbiamo impiegato tanto tempo per crearci una clientela anche dalla vallata. Ora quando la strada sarà riaperta, bisognerà ricostruire tutto.

Dopo il Covid è chiaro che anche questo non ci voleva”.

Cosa chiedete all’Amministrazione?

“Vorrei che la ditta appaltatrice possa essere più rapida”.

Per quel che riguarda la viabilità?

“Via Canova attualmente non so se sia aperta. Alcuni giorni la aprono, altri la chiudono. La gente non la frequenta.

Chi è di passaggio e vuole venire per andare al supermercato o altrove, non ne è a conoscenza.

Il giorno del mercato c’è un cambio di direzione 10 metri prima di via Canova. Serve ben poco per noi.

Serve come via di fuga assolutamente necessaria, ma ben poco per la viabilità”.

Nicola Crusco – Armeria (via Mazzini)

“Purtroppo il mio lavoro comincia con settembre. I lavori sono iniziati la settimana prima che si aprisse la caccia. Di sicuro ho perso oltre il 50% degli incassi.

I lavori sono da fare. Penso che un po’ la colpa sia dell’impresa che ha messo pochi operai. Per molti giorni addirittura c’era un operaio solo.

Bisogna dare onore anche al Sindaco, quando gli sono arrivate alle orecchie queste cose, lui è venuto e ha fatto in modo che il giorno dopo ci fossero un numero di operai importante.

Mi auguro che per la prosecuzione dei lavori in via Mazzini, il Comune imponga all’impresa di mettere al lavoro un numero importante di operai.

Che finiscano presto i lavori, non si può stare tre mesi fermi per fare un lavoretto qua. È un lavoro che serve, mi auguro che lo finiscano velocemente.

Ci vuole una continuazione veloce per fare queste cose. Se lasciano un operaio solo ci mettono anni e noi chiudiamo le serrande”.

Quali sarebbero le conseguenze?

“Di chiudere. Stai li dentro, giornata di caccia aperta, ma non viene nessuno. Molti non sanno che via Canova è aperta, che si poteva passare anche di la.

Hanno problemi a venire, problemi con i parcheggi. Questi lavori portano via anche qualche posteggio”.

Da quanti anni ha questa attività?

“35 anni. Ho vissuto un po’ di tutto, qualche alluvione. Questo è un lavoro che aiuta di sicuro, se arriva di nuovo qualche botta d’acqua, a preservare il territorio e i nostri negozi“.

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