25 Aprile 2024 21:21

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25 Aprile 2024 21:21

Imperia: Pietre d’Inciampo, giovedì 27 gennaio la prima posa. “Per ricordare i concittadini deportati che non hanno più fatto ritorno dai campi di sterminio”

In breve: Presso la Biblioteca ‘Lagorio’, è stato presentato il libro ‘Il dovere di testimoniare, una scelta politica 1943-1946’

Nella mattinata di oggi, presso la Biblioteca ‘Lagorio’, è stato presentato il libro ‘Il dovere di testimoniare, una scelta politica 1943-1946’, che riporta tutti i nomi dei deportati e le testimonianze di molti di loro delle province di Imperia e Savona.

A condurre la conferenza sono stati il presidente Aned Savona-Imperia Simone Falco, la vicepresidente Anna Maria Peroglio, il presidente dell’Istituto Storico della Resistenza di Imperia Giovanni Rainisio, alla presenza di numerose autorità civili e militari del territorio, tra cui il Sindaco e presidente della Provincia di Imperia Claudio Scajola, il prefetto di Imperia Armando Nanei, il Questore di Imperia Giuseppe Peritore, l’assessore comunale alla Cultura Marcella Roggero, la direttrice della Biblioteca Lagorio Silvia Bonjean.

Nel suo discorso, il Sindaco Scajola ha annunciato, per giovedì 27 gennaio, Giornata della Memoria, la posa della prima pietra di inciampo a Imperia, a cura del Comune e dell’Istituto di via Cascione, davanti alla casa natale di Elena Caterina Moraglia, nata a Porto Maurizio il 24 aprile del 1908 e deceduta nel campo di concentramento di Muhldorf dove era stata deportata, dichiarata morta il 5 aprile 1945.

Claudio Scajola, Sindaco e Presidente della Provincia di Imperia

“Quella di oggi è una bella iniziativa della provincia di Savona e Imperia per ricordare queste pagine tremende di storia, quella dei campi di concentramento che è meglio definire come campi di sterminio. Il 27 gennaio metteremo la prima pietra d’inciampo davanti all’abitazione dove è stato deportato e mai più tornato un nostro concittadino. Metteremo queste pietre di ottone davanti alle loro abitazioni, da dove sono usciti senza più ritornare.

Non è un rito dovuto ricordare quello che è successo in un periodo tragico del 900. Tutte le guerre hanno episodi tragici ma questo è stato inimmaginabile, parliamo dell’eliminazione programmata di milioni di ebrei. Bisogna conoscere la storia perché sia maestra di vita, cercando di avere obiettività di giudizio. Quando si parla di temi della Resistenza si è pensato che fosse un ricordo di parte, ma è un ricordo di tutti. È stata una reazione di popolo. I nostri giovani sanno poco di quello che è successo, dovremmo riuscire a far conoscere meglio la storia più recente, bisogna far si che i programmi scolastici arrivino fino a giorni nostri. La Commissione toponomastica ha lavorato e studiato per ricostruire chi sono i cittadini di Imperia che sono finiti nei campi di sterminio e non sono più tornati”.

Prefetto Armando Nanei

“Noi viviamo anni di pace ma non riusciamo ad apprezzare, la diamo per scontata, ma è la cosa più importante di tutto. Durante la Seconda Guerra Mondiale moltissime persone sono state uccise solo per il fatto di appartenere a una categoria, per aver detto “no”, no alla prevaricazione no alla violenza, no all’odio, hanno dato la loro vita per questo. Anche voi giovani dovete dire no alla violenza, alla violenza sulle donne, alla violenza nel linguaggio. Siete figli di gente nata nella pace. Preghiamo che la pace ci accompagni per ancora tanti anni”.

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