27 Aprile 2024 21:43

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27 Aprile 2024 21:43

Omicidio Ventimiglia: chiesti 20 anni di carcere per Domenico Pellegrino. Contestata l’aggravante mafiosa

In breve: Domenico Pellegrino, 24 anni, di Bordighera,  è accusato dell’omicidio del 60enne italo francesce Joseph Fedele.

Vent’anni di carcere, con l’aggravante mafiosa. Questa la richiesta di condanna formulata questa mattina, in Tribunale a Genova, davanti al gup Cinzia Perroni, dal Pm Marco Zocco, per Domenico Pellegrino, 24 anni, di Bordighera,  accusato dell’omicidio del 60enne italo francesce Joseph Fedele.

Omicidio Ventimiglia: chiesti 20 anni di carcere per Domenico Pellegrino

Nel dettaglio, il Pm, dopo una requisitoria lunga 4 ore, ha chiesto in totale 30 anni di carcere per omicidio, con l’aggravante mafiosa, e porto d’armi, ridotti a 20 con la formula del rito abbreviato. 

L’udienza è stata rinviata al prossimo 8 marzo per difesa e parti civili (la moglie e i fratelli di Joseph Fedele). Domenico Pellegrino è rappresentato dall’avvocato Luca Ritzu del foro di Imperia.

Omicidio Ventimiglia: rito abbreviato per Domenico Pellegrino

Domenico Pellegrino è accusato dell’omicidio, a colpi di pistola, di Joseph Fedele, il cui corpo venne ritrovato il 21 ottobre del 2020, in frazione Calvo, a Ventimiglia. Al 24enne è contestata l’aggravante mafiosa, in quanto l’omicidio sarebbe avvenuto nel luogo del ritrovamento del cavadere, e sarebbe stata una vera e propria esecuzione, con la vittima in ginocchio, trafitta da due colpi di pistola, di cui uno alla nuca. 

Una versione, quella dell’accusa, che si basa sulle risultanze della perizia del medico legale Luca Tajana,  incaricato dal Pubblico Ministero della Dda, Marco Zocco, di eseguire sia l’autopsia sul  corpo di  Fedele, sia i successivi accertamenti, con esito negativo, per verificare la presenza di polvere da sparo e di tracce ematiche sul furgone sequestrato dai Carabinieri nell’ambito delle indagini sull’omicidio.

Una versione contestata dalla difesa Pellegrino, secondo cui Fedele sarebbe stato ucciso sul  furgone al  culmine di una lite per la compravendita di un’auto. 

Il legale di Luca Pellegrino, Luca Ritzu, ha presentato, nel corso della prima udienza, una perizia di parte, effettuata dal chimico di Pavia Alberto Perroni (lo stesso dell’omicidio di Marta Russo), secondo cui vi sarebbero tracce ematiche e di polvere da sparo sul sedile del passeggero. Conclusioni, supportate anche dall’accertamento tecnico irripetibile dei Ris di Parma, che confermerebbero la tesi della difesa, ovvero dell’omicidio avvenuto sul furgone, e che escluderebbero l’aggravante mafiosa.

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