28 Marzo 2024 10:42

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28 Marzo 2024 10:42

Sanremo, Stefano Puzzer alla manifestazione no green pass: “Se siamo arrivati a questo punto è anche colpa nostra e ora tocca a noi uscirne”/Foto e Video

In breve: In piazza Colombo oltre 200 persone

 

Oltre 200 persone hanno preso parte a Sanremo alla manifestazione organizzata in piazza Colombo da Rivoluzione etica, No Green Pass provincia di Imperia e Pensiero critico. Ospite d’onore Stefano Puzzer, il lavoratore portuale di Trieste divenuto uno dei leader delle proteste contro le restrizioni legate all’emergenza pandemica.

In piazza Colombo oltre 200 persone

Fra gli interventi anche quelli del giornalista Domenico Guarino, del docente universitario Guglielmo Marchese e dell’insegnante di Filosofia Alice Mariano. Nell’occasione è stato anche presentato il libro ‘Sorci’ di Domenico Guardino e illustrato un disegno di Legge di iniziativa popolare dal titolo ‘Liberazione dallo stato di emergenza e ripristino dei diritti costituzionali’.

Al termine della manifestazione si è svolto un aperitivo aperto a tutti battezzato “Sorcio party”.

Puzzer: “Non conta il numero delle persone ma conta il valore che c’è nella piazza”

Stefano Puzzer non ha voluto rilasciare interviste, ma nel suo intervento ha dichiarato: “Un grazie da parte mia, di mia moglie e mio figlio per l’accoglienza. Quando i miei fratelli di Imperia, Savona e Sanremo mi hanno chiesto di venire qui ho detto subito che lo faccio volentieri. Mi dicevano che la piazza è piccola e non ci sono tante persone, ma io ho risposto che non conta il numero delle persone, ma conta il valore che c’è nella piazza. Noi eravamo abituati ormai a parlare del nulla. Adesso ci sono tante difficoltà e tanti problemi da affrontare, però quello che dico io è che sta a noi trovare soluzioni. Io non sono nessuno. Sono come voi. Sono un lavoratore che ha deciso di portare solidarietà ai suoi fratelli. Onore anche ai portuali di Genova. Però se siamo arrivati a questo è colpa anche nostra, perché abbiamo dato valore a cose che non ne avevano. E ora sta anche a noi uscirne.

Io con me porto sempre la mia famiglia perché la mia famiglia è il valore assoluto della mia vita. Io non vado in giro da solo a fare il pagliaccio. Quello che sto facendo è perché ho le possibilità di farlo. Chissà quanti non hanno avuto la possibilità e hanno dovuto cedere al ricatto per responsabilità verso la propria famiglia. Io vengo da una città particolare, perché in 60 anni, dopo la guerra, si son messe assieme migliaia di tipologie di persone. Chi arrivava dall’ex Jugoslavia, chi la pensava in un modo e chi nell’altro, chi aveva sofferto. Quello che ci accumunava era la fiducia nello Stato e Trieste quando ha visto che lo Stato non si prendeva le sue responsabilità ha capito che era una fregatura e quindi ha deciso di ribellarsi. I valori che ho avuto nel porto e anche condiviso coni ragazzi di Genova sono cose normarli, come aiutarsi uno con l’altro, la solidarietà e la fratellanza. Ora a Trieste siamo una città libera. Il 60% di negozi, bar e ristoranti non chiedono il green pass. Si vive come si viveva prima, perché siamo uniti. Il trucco è creare l’unità. Rosanna della torteria è un esempio per tutti e deve spiegare agli altri come uscirne. Il più delle persone ha paura di dire quello che pensa, di essere giudicata e discriminata. Chi ha sofferto in precedenza nella vita questa situazione non lo spaventa perché è abituato a lottare. Chi ha sempre avuto la vita in discesa, gli sembra che questa sia la normalità. Sta a noi far capire che la normalità è che le persone abbiano libertà di scelta, non ci sia discriminazione e che ognuno abbia rispetto delle idee degli altri.

“Iniziamo a farci rispettare da soli, sempre nella legge. Siamo nati liberi e dobbiamo restare così”

Noi come portuali non abbiamo mai fatto nessun tipo di raccolta fondi, perché ci siamo resi conto che eravamo una categoria privilegiata, ma ora ci rendiamo conto che ci sono tante persone che hanno bisogno e c’è bisogno di aiutarle. Ma bisogna cominciare nel palazzo dove si vive, con i vicini di casa. Dobbiamo creare una rete e se la nostra visibilità come lavoratori portuali potrà far sì che ci sia una cosa trasparente per raccogliere fondi, allora ci metteremo la faccia. Vorrei fare una precisazione sulla mia figura, perché se ne dicono di ogni. Secondo me, fino quando ci sarà anche uno di questi al Governo io personalmente politica non la farò mai. Prima di tutto bisogna azzerare chi sta al Governo ora, poi potremmo andare io o uno di voi con valori sani e puri. Allora si potrà fare qualcosa. Sono i imbarazzo perché sono privilegiato. Con tutto questo affetto io vivo di rendita per cento anni. Alla fine io dico le cose che pensate anche voi. Ho la faccia da schiaffi, non sono un martire. A Trieste abbiamo parlato in tanti. Eravamo 100 mila e abbiamo preso le nostre responsabilità e siamo contenti che nessuno si sia fatto male. Sono venuto volentieri Se posso vado volentieri dappertutto.

Dobbiamo unirci perché tanti la pensano come noi ma pensano di esser soli. Non dobbiamo aver paura di parlare con il cuore. Se dobbiamo dare un abbraccio a qualcuno anche se lo abbiamo conosciuto un minuto prima, apriamo le braccia. Io dico grazie a voi. Non molliamo. Adesso a Trieste le persone entrano nei negozi dove gli chiedono il green pass, quel 40% rimasto, e tirano fuori la legge e chiamano i carabinieri, vanno nelle caserme e fanno le denunce. Iniziamo a farci rispettare da soli, sempre nella legge. Sta a noi. Siamo nati liberi e dobbiamo continuare a essere così”. 

“La gente come noi non molla mai”

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