19 Aprile 2024 20:21

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19 Aprile 2024 20:21

Imperia si stringe intorno al popolo ucraino: in piazza della Vittoria un inno alla pace. “Non abbandoneremo mai libertà e democrazia. La Russia verrà sconfitta”/Foto e Video

In breve: Imperia è scesa in piazza nuovamente per la pace e a sostegno del popolo ucraino.

Imperia è scesa in piazza nuovamente per la pace e a sostegno del popolo ucraino, vittima dell’attacco della Russia. Lo ha fatto questa sera, in piazza della Vittoria, partecipando alla manifestazione organizzata dal gruppo Facebook “Vivi Imperia”. Oltre al Sindaco Claudio Scajola, al vice Sindaco Giuseppe Fossati, assessori, consiglieri, erano presenti tanti cittadini, alcuni dei quali di nazionalità ucraina, con striscioni e bandiere.

Ad aprire l’evento Fiorenzo Runco, fondatore del gruppo “Vivimperia”, che ha poi passato la parola a Simona Gazzano, presidente del Circolo Parasio, Carlo Amoretti, medico, direttore del distretto sociosanitario, Susanna Bernoldi, referente del gruppo Aifo Imperia, e Claudio Scajola.

Simona Gazzano

“Il pensiero della guerra mi ammutolisce. Pensare che da noi i bambini lanciano i coriandoli, mentre in Ucraina si tappano le orecchie per non sentire le bombe. Bisognerebbe impegnarsi per lasciare un segno nella storia e invece si lasciano della cicatrici. C’è paura, siamo spaventati. La guerra in Europa è tornata, in realtà non è mai andata via. Ricordo la guerra nell’ex Jugoslavia, quella in Kosovo. Questo confitto in Ucraina, però, sembra ancora più vicino perché i social ci fanno vedere, ogni secondo, quello che sta succedendo. Ci sentiamo impotenti, ma dobbiamo restare insieme, uniti, verso i nostri fratelli ucraini”.

Carlo Amoretti

“Aspettavamo da tempo di poter tornare a stare insieme. Non immaginavamo per un motivo come questo (segue lettura di un discorso di Madre Teresa di Calcutta, ndr). Come ha detto Simona (Gazzano, ndr) la nostra generazione non ha vissuto la guerra, però alcuni di noi l’hanno vista negli occhi delle persone. Io l’ho vista con i profughi del Kosovo. Eravamo in Albania, ricordo bambini muti, decine, centinaia di bambini muti. Neanche le lacrime avevano, ma solo una tristezza immensa. Disegnavano uomini ammazzati, sangue, case infuocate. Tutto sempre in bianco e nero. Questo è quello che impressiona della guerra.

La seconda volta in Rwanda. Ricordo persone amputate a causa di colpi di macete. Storie di chi era scappato ed era ritornato. Persone fuggite su jeep che camminavano su un terreno fatto di morte.

La terza immagine è Haiti. Noi lo conosciamo come terreno disastrato dalle catastrofi naturali, ma è in guerra da anni. Pochi mesi fa hanno ammazzato il Presidente. La cosa più terribile è  la povertà di persone che non riescono a ritrovare il sostentamento. 

Oggi abbiamo l’Ucraina. Siamo molto colpiti da questa situazione. Colpiti perché vediamo che gli ucraini vivono come noi, sono persone che fino a ieri vivevano come noi adesso. Cosa possiamo fare? Sono quattro, a mio modo di vedere, le cose da fare. Digiuno e preghiera per la pace (segue preghiera di San Francesco, ndr). Ritrovarci insieme, mantenere alta l’attenzione, insieme, verso il popolo ucraino. La terza cosa è fare qualcosa. Ci sono delle raccolte solidali in questa città. La quarta cosa è imparare a risparmiare il gas, il consumo delle nostre acque. Riduciamo anche il consumo della nostra tecnologia. La pace, abbiamo imparato, costa. Non c’è pace senza giustizia”.

Susanna Bernoldi

“‘O gli uomini imparano ad amarsi, a comprendersi, o l’uomo comincia finalmente a vivere per l’uomo, oppure gli uomini spariranno tutti, e tutti insieme’. Sono parole di Raoul Follerau, durante la guerra fredda. Follerau ha sempre sostenuto la follia delle armi. Utilizzava armi non violente, la scrittura, il rispetto.

Quante volte Aifo si è trovata coinvolta in progetti in Angola, Mozambico. Abbiamo visto corpi mutilati, donne stuprate. La guerra deriva dalla sete di potere di ricchezza. Le vittime principali sono i civili che per nulla al mondo avrebbero voluto la guerra.

Noi siamo dalla parte di chi è bombardato, di chi si trova davanti, e non dentro, un carrarmato. Dal 2015 c’è l’embargo, con il divieto di vendita di armi alla Russia. Un divieto calpestato da tanti paesi europei, compresa l’Italia. Noi, ora, crediamo occorra agire. Andare verso la parte aggredita, portando soccorso. Insistere presso le istituzioni per la creazione di corridoi umanitari. Bisogna disarmare l’aggressore. Le sanzioni economiche colpiscono, sono le più efficati. 

Questa è un’importante manifestazione, essere in piazza per i nostri amici ucraini, perché non si sentano soli. Chiediamo che l’Italia rattifichi il trattatto internazionale per il disarmo dalle armi nucleari. Ne abbiamo tante nelle nostre basi Nato. 

Ci dimentichiamo delle guerre passate, ci dimentichiamo che la guerra e una realtà in tanti paesi. Ci sono generazioni cresciute senza un giorno di pace. Cominciamo a cambiare il nostro sguardo, cerchiamo di essere più accoglienti verso i profughi che arrivano dagli altri paesi, non europei. Hanno la stessa voglia di amare e essere amati. Amare e agire, come diceva Follerau”.

Claudio Scajola

“Perchè siamo qua? Siamo qua per due motivi, per testimoniare la nostra vicinanza al popolo Ucraino. Siamo qua per condannare l’invasore, una delle più grandi potenze militari che invade un piccolo paese con un esercito molto modesto.

A cosa serve essere qua? La testimonianza è importante, se perderà la Russia, non perderà perchè sconfitta dalle armi di un piccolo paese , ma perderà per il consenso diffuso che si è mantenuto, crescendo in tutto il mondo. Ci sono tanti piccoli eventi come questo, altri eventi più significativi in tutta Europa e in tutto il mondo e, in particolare, e meritano tutta la nostra grande solidarietà e riconoscenza, in Russia, dove manifestano, ma non come noi, fanno manifestazioni e vengono arrestati.

Attenzione, noi siamo contro il Governo della Russia, contro Putin. Non siamo contro il Popolo russo. La nostra manifestazione e le altre che si svolgono sono quelle che sconfiggeranno Putin. 

In questa epoca globalizzata, le immagini girano. E penso a questi eroi, a cominciare dal presidente dell’Ucraina, a tutti gli uomini che combattono con quello che hanno, e con quello che cercano di ricevere. Vanno con le molotov contro i carro armati. I bambini devono essere costretti a capire che per vivere loro e far vivere i loro genitori, devono confezionare delle bombe molotov per proteggere la loro vita, le loro case e le loro famiglie.

Mai come questa volta, grazie a questo popolo coraggioso che non scappa, che resiste, si è creato quel clima che porterà la Russia ad essere sconfitta. Sono certo che la Russia verrà sconfitta.

Questo è il motivo per cui siamo qua, diamo solidarietà, diamo coraggio con quello che possiamo, aiutiamo con le nostre manifestazioni pacifiche. Manifestazioni di pace e non di odio, non contro i popoli, ma per la libertà e la democrazia che deve unire i popoli. Credo che questo sia il significato, oggi, di questa piazza. Non dobbiamo girarci dall’altra parte.

Questa guerra è profondamente diversa rispetto a quelle del passato, ci mobilita di più perchè è diversa. Qui c’è un governo legittimo, eletto dal popolo. E una potenza confinante, con una enorme potenzialità bellica, invade un paese democraticamente scelto dai propricittadini. È un precedente raro, non è una guerra civile interna come barbaramente si fece con l’Ungheria, la Cecoslovacchia. 

È una guerra diversa, ecco perchè c’è stata questa grande solidarietà. Qui c’è la bandiera dell’Ucraina, quella Italiana e quella europea. Le ho volute fortemente qui, oggi.

Quell’Europa che non c’era nel 1938 e che portò alla guerra mondiale, oggi c’è, con i suoi difetti, ma c’è. Questa Europa che è quella che sta mobilitando il più forte impegno di sanzioni contro la Russia e che farà esplodere la Russia. La Russia esploderà per questa unione che l’Europa ha messo insieme.

Noi siamo in Europa, questi sono paesi che hanno la nostra storia. Guardando le immagini di quelle chiese, quei palazzi, si respira la nostra storia. Ci sono tante guerre nel mondo ancora aperte, le guerre invisibili, che sono gravissime, ma hanno storie diverse. Questa è una storia che potrebbe diventare  l’inizio di uno stravolgimento della carta geografica del mondo e portarci a grandissime difficoltà.

Io non voglio dire che sia l’inizio della terza guerra mondiale. Ma non c’è dubbio che non c’è mai stata negli ultimi 70 anni una rottura diplomatica fra i paesi, con gli ambasciatori diplomatici che si ritirano. Questa è guerra.

Le sanzioni che sono state messe su sono sanzioni di guerra. Quando questa vicenda finirà, perchè tutto finisce, ci auguriamo che abbia vinto il modo di atteggiarsi che hanno avuto l’Europa e l’Occidente. Dobbiamo sperare succeda il prima possibile.

Ho sentito un appello del Sindaco di una città della Ucraina. In diretta denunciava i morti della sua città, il numero di feriti enorme, chiedeva un corridoio umanitario che anche nelle peggiori guerre si concede a tutti. Chiedeva il nostro aiuto per questo.

Noi dobbiamo aiutarli in tutti i modi, dobbiamo aiutarli dandogli i mezzi necessari, applicando le sanzioni. Cercando noi stessi di anteporre i valori della libertà e della democrazia a quelli dell’interesse economico.

Noi avremo un danno economico con le sanzioni, ma lo dobbiamo sopportare con tutti i mezzi. Non possiamo contrabbandare l’interesse economico con l’interesse della difesa della libertà e della democrazia. Non hanno prezzo.

La posizione presa dal Parlamento e dal Governo è una posizione encomiabile, di grande correttezza. Noi dal nostro piccolo qui a Imperia cosa possiamo fare? Ci affidiamo alle associazioni che ci sono, ma soprattutto quello che si deve fare sarà quello di accogliere, dichiarando la nostra disponibilità verso i profughi della Ucraina che vengono qui da noi.

La giunta comunale ha approvato la disponibilità di diverse possibilità di accoglienza di profughi che dovessero venire in questo territorio. Stiamogli vicino quando ci saranno, non soltanto perchè gli diamo una accoglienza doverosa, stiamogli vicino con lo spirito, con la nostra vicinanza di cuore. Abbiamo bisogno di questo.

Ai nostri concittadini ucraini, che sono 126 a Imperia, dico che ogni porta è aperta per tutto quello che può servire loro. Questa piazza così gremita mi fa ricordare la piazza del 1991, quando facemmo in questa piazza, per un’altra guerra, quella dell’Iraq, una manifestazione qui.

Noi dobbiamo avere l’orgoglio di essere in una città con pensieri diversi e idee diverse, ma con un punto in comune. Siamo persone che i valori della democrazia e della libertà, mai l’abbandoneranno. Viva l’Ucraina”.

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