23 Aprile 2024 20:37

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23 Aprile 2024 20:37

Imperia: accusati di aver raggirato ex direttore di banca, assolti due 80enni. Parla l’avvocato Di Giovanni. “Restituita dignità a persone vittime di accuse infamanti. Vengano applicate norme su presunzione di innocenza”

In breve: Così l'avvocato Bruno Di Giovanni in una nota stampa.

Mercoledì scorso, 11 maggio 2022, il Tribunale di Imperia ha assolto, perché il fatto non sussiste, Rossi Amalia di anni 84 e Ranise Gian Luigi, di anni 79, dall’accusa di circonvenzione di incapace in danno del signor Anfossi Giacomo, nel frattempo deceduto.

L’addebito era quello di aver approfittato di pretese minorate condizioni psichiche dell’anziano per spingerlo a sottoscrivere davanti al notaio un testamento pubblico a loro favore ed una procura generale a Rossi Amalia.

Imperia: accusati di aver raggirato ex direttore di banca, assolti due 80enni. Parla l’avvocato Di Giovanni.

“La sentenza di assoluzione del Tribunale di Imperia rende finalmente giustizia e restituisce piena dignità e reputazione a persone incensurate che da anni vivevano nell’incubo di indagini a senso unico e di accuse infamanti, venendo spesso presentati ed addebitati alla pubblica opinione quali persone spregevoli e certamente colpevoli ancor prima di affrontare il processo penale che, invece, li ha pienamente scagionati – Così l’avvocato Bruno Di Giovanni in una nota stampa.

“In particolare – prosegue l’avvocato – Rossi Amalia, che era la compagna del signor Anfossi, è stata dipinta come la “badante” e Ranise Gian Luigi, collega di lavoro in banca, e sino all’anno 2000 direttore di filiale a Imperia Oneglia, ed amico da sempre dell’Anfossi, è stato etichettato come uno sconosciuto, ed entrambi indicati quali autori di raggiri e di appropriazione di danaro dell’anziano, in realtà mai avvenuti.

L’auspicio è che vengano finalmente applicate le nuove norme sul rafforzamento della presunzione di innocenza, introdotte di recente in Italia, in attuazione d una direttiva del Parlamento europeo, che vietano alle autorità pubbliche di indicare l’imputato colpevole prima della condanna definitiva e che il sacrosanto diritto di cronaca giudiziaria degli organi di informazione non si trasformi in linciaggio mediatico ed aggressione gratuita all’onore e alla riservatezza della persona accusata, guasti indelebili che nessuna assoluzione potrà mai cancellare o ripagare”.

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