20 Aprile 2024 02:02

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20 Aprile 2024 02:02

AGNESI, VITA E PAURE DI UN DIPENDENTE: “SPERO CHE COLUSSI NON ABBIA IL CORAGGIO DI BUTTARE A MARE 200 ANNI DI STORIA PASTAIA”

In breve: Lettera aperta di un dipendente: "Sarà solo colpa del mercato oppure qualcuno ha dato una mano perchè tutto ciò potesse accadere? Spero che Colussi continui a produrre la pasta a Imperia dove è nata e continua ad essere un simbolo per la città"

Agnesi

Un dipendenti dell’Agnesi, Tiziano Balosetti, ha scritto una lettera aperta per esprimere tutta la sua amarezza per la chiusura dello stabilimento a fine 2015.

Sono un dipendente dell’Agnesi che in questi anni ha vissuto in questa azienda e che vuole portare all’attenzione di tutti quelle cose che sono successe in questi ultimi anni e che ora hanno un senso. Parto cominciando dal mulino che è sempre stato il fulcro portante e gioiello dell’azienda, un mulino che ancora al momento della chiusura aveva una resa che con grani buoni come il kronos o il canadese raggiungeva il 75% di resa più la vendita dei sottoprodotti e che con poco di più di quello che è stato speso per il nuovo impianto della semola avrebbe (con l’acquisto di due decorticatrici) aumentato di almeno 7/8 punti la resa dello stesso.

Andando poi in pastificio è vero che alcune linee hanno 30 anni, ma fino a pochi anni fa hanno permesso di produrre 80 mila tonnellate di pasta che oggi non si fanno più non perché vecchie, ma perchè mancano gli ordini e anche li sono stati fatti degli investimenti per migliorare la produzione. Infine il confezionamento, nel quale 4/5 anni fa sono stati acquistati macchinari nuovi che a detta di chi li ha acquistati erano le ferrari del momento, ma che poi si sono rivelati non all’altezza della loro fama e soprattutto non è stata fatta pressione affinche questi macchinari nuovi rendessero per quello che erano stati pagati.

Infine il lato più deludente di tutta la situazione. Ora la Colussi parla di rilanciare il marchio, un passo che andava fatto negli anni passati e non ora che abbiamo perso una fetta di mercato. In questi ultimi anni abbiamo sentito le lamentele dei negozianti che pur sollecitando le consegne di pasta non venivano accontentati, così come i magazzini di distribuzione, portando quindi i negozianti a cercare altre marche da esporre nei loro scaffali, nei supermercati infine abbiamo visto spazi molto ridotti e con formati assenti. Abbiamo assistito alla cancellazione di alcuni formati e al cambio di nome di altri. Per non parlare della pubblicità (che come si è sempre detto è l’anima del commercio) da anni assente dalla tv che non ha parlato dei nostri formati speciali che abbiamo da anni e che ora vediamo pubblicizzati da altri marchi, le insalatonde che vendavamo moltissimo in estate e che sono state tolte dalla produzione ed infine la pasta gemma che era il fiore all’occhiello e un’esclusiva dell’Agnesi e che non si produce più. Allora la domanda che mi sorge spontanea è : sara solo colpa del mercato oppure qualcuno ha dato una mano perchè tutto ciò potesse accadere? Spero di tutto cuore che Colussi non abbia il coraggio di buttare a mare 200 anni di storia e di esperienza pastaia, ma continui a produrla a Imperia dove è nata e continua ad essere un simbolo per la città“.

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