25 Aprile 2024 21:58

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25 Aprile 2024 21:58

Imperia: l’Anffas presenta il progetto “Autonomy” per l’indipendenza delle persone con disabilità. “Una risorsa che non si deve perdere”/Foto e Video

In breve:  L’idea progettuale è quella di predisporre degli spazi nei quali ricreare alcuni luoghi di un’abitazione (cucina, lavanderia, camera da letto) per acquisire autonomie mirate alla gestione degli stessi.

Si è svolta questa mattina, in frazione Artallo, la conferenza stampa di presentazione del progetto ‘Autonomy’ dell’Anffas Imperia, con il contributo della Fondazione Carige.

All’incontro erano presenti Fiorenzo Marino, presidente ANFFAS Imperia, Giacomo Ranieri della Fondazione Carige, l’assessore ai servizi sociali Luca Volpe, Gianluca Lisa direttore struttura complessa disabilità adulti ASL 1, Matteo Lupi, presidente CSV Polis, Claudia Lanteri, direttore del Distretto Sociale imperiese, Tiziana Rosso, dirigente medico ASL 1 Imperiese. e la Dottoressa Martina Angelini. Alla realizzazione del progetto hanno partecipato anche le associazioni: Help, UILDM Imperia e UICI Imperia. 

Imperia: presentato il progetto “Autonomy” dell’Anffas

Il progetto Autonomy si rivolge a persone con disabilità che hanno bisogno di percorsi di apprendimento di autonomie, di abilità e di capacità necessarie per emanciparsi dal contesto familiare e per un ottimale inserimento sociale.

L’adesione al progetto avviene attraverso la richiesta, da parte dei destinatari o delle loro famiglie o amministratori di sostegno, al capofila che ne condivide la fattibilità. Il progetto è di durata triennale (36 mesi) ed è stato possibile realizzarlo grazie al sostegno della Fondazione Carige che ha erogato un contributo di 20.000 euro.

L’idea progettuale è quella di predisporre degli spazi nei quali ricreare alcuni luoghi di un’abitazione (cucina, lavanderia, camera da letto) per acquisire autonomie mirate alla gestione degli stessi.

Le persone con disabilità potranno quindi esercitarsi nelle attività domestiche, nell’acquisizione di competenze sociali e relazionali e di abilità cognitive. Si può parlare, quindi, di un laboratorio finalizzato allo sviluppo di autonomie, utili per la vita personale e per favorire percorsi di inclusione sociale (PIS).

La presenza di una cucina e la possibilità di imparare a svolgere tutte le attività specifiche relative ai pasti (cucinare, apparecchiare la tavola, fare la lavastoviglie, ecc.) consente di acquisire competenze sia per gestire la preparazione di pasti all’interno della propria abitazione sia per un percorso professionale inerente l’attività di cucina/ristorazione.

La cucina, inoltre, potrà essere utilizzata per organizzare eventi di socializzazione gestiti dalle persone con disabilità supportate dagli operatori. La durata e l’intensità dell’intervento sono calibrate sulla singola persona insieme alla famiglia, ai servizi e alla persona stessa.

Si ritiene che la durata minima del percorso debba essere di dodici mesi e quella massima di tre anni.

Questo arco di tempo prevede la realizzazione degli interventi e delle attività necessari al raggiungimento degli obiettivi previsti dal Piano Individualizzato di Assistenza (PIA), all’interno del più ampio progetto di vita. Il PIA, elaborato dal capofila in collaborazione con ASL1 imperiese e DSS3 imperiese, definisce obiettivi, modalità e tempi per l’apprendimento.

I partecipanti potranno essere seguiti da un operatore attraverso la creazione di piccoli gruppi sulla base delle competenze presenti e delle autonomie da acquisire. Al termine di ogni percorso individualizzato è prevista la redazione di una certificazione che attesti le abilità raggiunte e i supporti necessari, spendibile a livello personale e professionale.

Da sottolineare è che il progetto permette l’apprendimento delle autonomie anche per coloro che si preparano a percorsi di vita indipendente o ad andare a vivere in un Dopo di Noi (legge 112/2016). Contemporaneamente sarà strutturato un percorso di parent training per i familiari di coloro che aderiranno al progetto.

Le famiglie, quindi, accompagneranno i figli attraverso incontri per sviluppare appieno le proprie potenzialità e per affrontare le difficili tematiche della simbiosi, dell’adultità delle persone con disabilità, insieme con i bisogni che tale situazione comporta, oltre che del distacco. Questo perché si ritiene che l’autonomia delle persone con disabilità possa essere raggiunta solo se supportata e incentivata dalle famiglie.

Annualmente sarà organizzato un soggiorno estivo fuori dal proprio contesto quotidiano, in cui potranno essere sperimentate le autonomie raggiunte, grazie al distacco temporaneo dalla propria famiglia e alla partecipazione a laboratori specifici. Fondamentale sarà la presenza di volontari qualificati che supporteranno le persone coinvolte. I volontari saranno gli stessi che insieme all’educatore, settimanalmente, sosterranno il percorso di apprendimento delle persone con disabilità.

Si ritiene, infatti, che la presenza dei volontari possa permettere un lavoro maggiormente individualizzato e calibrato sulle potenzialità dei soggetti con disabilità coinvolti. Al termine del progetto sarà organizzato un convegno di disseminazione per informare la collettività delle attività svolte e dei risultati raggiunti.

Parla la Dottoressa Martina Angelini

“Si tratta di un progetto in cui persone con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo, lavorano per l’accrescimento delle proprie autonomie in diversi ambiti. Domestiche, sociali, in cucina, partendo dalla propria quotidianità.

Imparano a prendere l’autobus, a fare la spesa, ad occuparsi dei pasti, ricette semplici che posso prepararsi in autonomia.

Fondamentale è il lavoro con le famiglie, è stato fatto un percorso di supporto. Capire anche loro che i propri figli possano essere autonomi, non è un passaggio semplice.

Le famiglie sono coinvolte sempre, vengono inviate anche loro dei video con le procedure di quello che i ragazzi apprendono, come rifanno il letto, la lavatrice. Fondamentale è il lavoro sul territorio.

È un progetto in rete , che è stato sviluppato grazie al contributo dell’associazione Carige e le associazioni che si sono appoggiate ad Anffass.

Asl e distretto come sempre sostengono questo progetto e hanno collaborato con noi nella ricerca delle persone che stanno partecipando a questo progetto. In questo momento sono 17”

Luca Volpe

“Un bel progetto che coinvolge i ragazzi che frequentano l’Anffas. Ragazzi che ci hanno detto in diretta, insieme ai familiari, che non solo vivono un’esperienza all’interno del centro diurno, ma se la portano a casa.

L’obiettivo del progetto è proprio quello, dare la possibilità ai ragazzi che frequentano questo centro di trovare un’autonomia.

I disabili prima venivano visti come persone da assistere, oggi vengono viste come risorse. Il portatore di disabilità può rappresentare una risorsa che non si deve perdere. Questo progetto è finanziato da Fondazione Carige e sostenuto dal distretto socio sanitario di Imperia con il partnerariato. Anffas lo sta portando avanti in maniera molto precisa. Il Sindaco mi ha chiesto di portare i suoi apprezzamenti”.

Giacomo Raineri

“E’ un progetto di grande significato e Fondazione Carige, di cui ho l’onore di essere vice presidente, ha a cuore sempre e comunque progetti che coinvolgono i diversamente abili.

C’è il progetto ‘Autonomy’ di Anffas, collegato all’Oliveto Sperimentale e all’Istituto Ruffini, così come l’Isah e la Spes di Ventimiglia. Unitamente alle iniziative culturali, sportive, ricreative, Fondazione Carige lo riserva a questi progetti. Complimenti a Fiorenzo Marino, che presiede l’Anffas, e ai suoi collaboratori, perché hanno proposto un progetto veramente valido con finalità davvero notevoli”.

OBIETTIVI GENERALI

  • • L’autodeterminazione della persona con disabilità;
  • • Autonomia della persona con disabilità;
  • • Il miglioramento della qualità della vita delle persone con disabilità e dei propri familiari;
  • • Sostegno alla domiciliarità;
  • • Inclusione sociale;
  • • Identificazione dei supporti necessari a una futura vita il più possibile indipendente

OBIETTIVI SPECIFICI

Area domestica

• fare e disfare il letto; • fare la lavatrice, differenziare i capi, usare i prodotti specifici, utilizzare i programmi corretti; • stendere; • stirare; • apparecchiare correttamente la tavola; • preparare pasti semplici; • differenziare i rifiuti; • lavare i pavimenti; • abbinare i capi di vestiario e sceglierli in base alle stagioni; • provvedere alla cura del sé.

Area sociale

• acquisizione di competenze relative alla gestione e all’organizzazione del proprio tempo libero; • utilizzo del telefono per comunicare (telefonare, usare whatsapp); • uso del computere e internet; • conoscenza delle situazioni di emergenza.

Area cognitiva

• favorire l’utilizzo del denaro; • apprendimento del lessico specifico relativo alle attività; • acquisizione di strategie di compensazione al fine di un’esecuzione completa dei compiti; • potenziamento di abilità nell’utilizzo di alcune funzioni dello smartphone; • apprendimento delle abilità di letto-scrittura; • mantenimento dell’attenzione; • apprendimento delle procedure necessarie allo svolgimento del compito specifico; • elaborazione di strategie personali di problem solving.

Area lavorativa

• acquisire le regole di comportamento relative al mondo del lavoro; • potenziare le abilità inerenti il lavoro di cucina/ristorazione.

Per i familiari delle persone con disabilità che parteciperanno al percorso di parent training gli obiettivi specifici saranno i seguenti: • acquisizione di strategie relazionali; • acquisizione di informazioni rispetto al percorso di crescita e sviluppo dei propri parenti; • confronto fra pari; • conoscenza delle progettualità future possibili per i propri parenti.

I DESTINATATRI

  • • persone con disabilità intellettive e disturbi del neuro sviluppo, di ambo i sessi, tra i 16 e i 35 anni di età, in possesso di abilità che si prevede possano essere potenziate per un incremento delle autonomie;
  • • persone con disabilità intellettive e disturbi del neuro sviluppo, di ambo i sessi, maggiorenni, che necessitano di interventi sulle autonomie in quanto si preparano per andare a vivere in un “Dopo di Noi” (L.112/2016);
  • • familiari che necessitano di supporto al fine di sviluppare appieno le proprie potenzialità e quelle dei propri parenti.

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