19 Aprile 2024 02:12

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19 Aprile 2024 02:12

Imperia: Pier Paolo Pizzimbone, l’ex “Re dei rifiuti” si racconta. “Mi scuso con Barbara D’Urso per il tradimento. Differenziata? Meglio un inceneritore. Con la politica ho chiuso”/Foto e Video

In breve: L'incontro con Pizzimbone all'ombra del grattacielo di Oneglia, che fu la sua "torre dorata"

Pier Paolo Pizzimbone, a cavallo fra gli anni Novanta e Duemila, insieme al fratello Giovanni Battista, fu il “Re dei rifiuti” in provincia di Imperia e non solo. Erano i tempi della Eco Imperia, società al 50% del Comune Capoluogo e al 50% del Gruppo Biancamano, che faceva capo, appunto ai fratelli Pizzimbone e che gestiva anche l’ormai ex discarica di Ponticelli.

L’incontro con Pizzimbone all’ombra del grattacielo di Oneglia, che fu la sua “torre dorata”

Anni d’oro per i Pizzimbone, che, pur avendo la sede operativa nel grattacielo di Oneglia, vivevano nell’alta società internazionale. Poi arrivò la chiusura della Ponticelli, la liquidazione della Eco Imperia e il crack finanziario con pesanti risvolti giudiziari. Pier Paolo Pizzimbone ha deciso di ripercorre anni d’oro e anni bui in un libro intitolato “Il senso della vita” e pubblicato da Gruppo Albatros  – Il Filo, nella collana Nuove voci.

Abbiamo incontrato Pier Paolo Pizzimbone all’ombra del grattacielo di Oneglia, che per anni fu la sua “torre dorata”, per rivivere, prendendo spunto dal libro, gli anni della Ponticelli, di Eco Imperia, ma anche quelli del fidanzamento con Barbara D’Urso e della politica con Marcello Dell’Utri, contro Caudio Scajola.

Racconta Pier Paolo Pizzimbone: “Era un’epoca totalmente diversa da quella nella quale ci troviamo oggi. All’epoca noi eravamo, diciamo così, i protagonisti della scena imperiese e non solo e abbiamo anche trasmesso un modo diverso di gestire i rifiuti e di gestire la raccolta rifiuti, riuscendo a dare un valore anche all’economia circolare che il rifiuto può portare. Siamo stati un po’ i pionieri, come discarica, per esempio per il biogas. Siamo stati infatti i primi in Liguria a convertire il biogas in energia elettrica e quindi a dare un valore al rifiuto. Oggi riconosco poco di quello che era dell’epoca passata e quindi guardo con un po’ di nostalgia ai tempi passati, anche se comunque si deve sempre guardare avanti, però vedo parecchi cambiamenti, che non sempre hanno portato eventi positivi.

Dico sempre, come battuta, scherzando, che, se tornassi indietro, rimarrei con una baracca in discarica, senza fare tutto quello che poi abbiamo fatto e probabilmente sarei più povero di idee, ma sicuramente più ricco di portafoglio. Comunque sì, all’epoca la discarica era una grossa fonte di guadagni, anche perché era l’unica discarica del comprensorio e lo dico col senno di poi, sbagliando facevamo un po’ il bello e il cattivo tempo e quindi erano momenti in cui chi aveva la discarica, soprattutto come noi su terreno di proprietà privata, poteva muovere l’economia. I costi di gestione dei rifiuti, tra raccolta e smaltimento, in ogni Comune, all’epoca erano la seconda voce di spesa di un Comune, dopo quelli per il personale. Quindi è una voce consistente.

“Raccolta differenziata? Meglio un inceneritore”

Io sono sempre stato diciamo un po’ controcorrente, nel senso che è giusto, come ho detto prima, dare un valore al rifiuto e trovo sbagliato e secondo me ce ne accorgeremo tra qualche anno, come stiamo facendo adesso. Purtroppo con le fonti combustibili ci accorgeremo tra qualche anno che è una politica sbagliata quella di esasperare, in maniera così amplificata, la raccolta differenziata e quindi andare a esasperare il cittadino con mille regole, mille colori e mille conferimenti. Secondo me è sbagliato. Si sta sbagliando, come abbiamo fatto l’errore sull’approvvigionamento dell’energia. E’ un errore che pagheremo più avanti.

Secondo me la discarica non ha più senso di esistere, perché comunque inquina e perché comunque è una scelta obsoleta della gestione dei rifiuti e dello smaltimento. Però anche questa raccolta differenziata, costosissima per le tasche del cittadino, è un errore, perché si potrebbe fare un buon inceneritore, come per esempio hanno sotto la Rocca dei Grimaldi a Montecarlo da più di vent’anni. E non mi sembra che a Montecarlo ci sia stato qualche picco anomalo di malattie. Con questo non voglio né smentire studi o altro. Sto dicendo che gli inceneritori fatti con i filtri giusti e con le normative giuste, controllati a norma di legge, inquinano meno di quello che la gente pensa e risolvono il problema. Chi ha un po’ di senno sta andando verso il termovalorizzatore, come a Roma, perché è l’unica soluzione quando ci sono grossi quantitativi di rifiuti.

Io oggi non mi occupo assolutamente più di rifiuti. Questa è veramente un’analisi da diciamo un ex addetto ai lavori, da dietro alle quinte e dico il mio pensiero come l’ho sempre detto.

I tempi d’oro e il fidanzamento con Barbara D’Urso

La nostra ascesa mi ha portato poi comunque, come ho scritto anche nel libro, a frequentare persone di un certo tipo e a collocarmi in una scena a livello nazionale. Non rinnego nessun tipo di mia scelta, di mio passato. Anzi, ripeto, è tutto quello che mi ha formato e ha fatto sì che oggi sia l’uomo che sono, l’uomo di adesso. Tutte le mie esperienze non le nego, belle o brutte che siano state. Poi nel libro racconto aneddoti anche sulle varie storie che sono molto interessanti.

Per esempio, una cosa inedita, è che quando poi ho conosciuto mia moglie e ho iniziato a frequentarla e poi ho deciso che sarebbe diventata mia moglie e di fare famiglia, ero fidanzato con Barbara D’Urso e quindi vorrei anche scusarmi con lei, perché comunque è stato un tradimento, perché comunque eravamo sul finire della storia, però io non avevo ancora comunicato la mia decisione a Barbara, non sapendo bene come gestire la cosa, perché comunque mollare una persona con un carattere forte come Barbara D’Urso non è che ci metti un secondo. Ho dovuto metabolizzare, soprattutto su cosa volessi dalla mia vita, perché era un momento molto particolare per me e avevo anche delle questioni in ballo, che nel libro scrivo, anche a livello di paternità e quindi era un momento particolare.

Quando ho incontrato mia moglie ho capito veramente l’amore che cosa volesse dire, quindi ho deciso che avrei voluto passare la mia vita con lei. Da lì ho preso tutte le decisioni, ma ci ho messo un po’.

Come ho detto prima, non rimpiango nulla. Tutto quello che è successo, tutto quello che ho passato, quello che ho trascorso, mi è servito, anche in maniera molto dolorosa, mi è servito a diventare più uomo, a diventare l’uomo che sono e quindi, ovviamente, tornassi indietro eviterei qualche esperienza dolorosa. Per esempio, il carcere è un’esperienza che cambia il modo di pensare di un uomo ed è traumatica e per la quale ci vuole parecchio tempo per metabolizzare e smaltire le scorie di un’esperienza così. 

La scoperta dei veri valori e dell’amore della famiglia

Qualche esperienza dolorosa che ho subito nell’azienda che ho fondato, soprusi. Mi è stato levato tutto quello che avevo costruito in tanti anni di rapporti con mio  fratello Giovanni Battista. Questo è molto doloroso e come aspetto lo tocco in parte nel libro, ma sempre perché comunque io e mio fratello avevamo un rapporto di simbiosi, c’era totale fiducia e avere poi scoperto di come sono andate le cose in azienda e tutto quello che mi è successo, mi ha mi ha addolorato parecchio. Mi crea molto dolore, perché quando riponi fiducia in una persona così ciecamente, poi la delusione può essere forte, però, ripeto, le esperienze servono a maturare.
Io ringrazio solo di aver avuto la mia famiglia che mi è stata vicino, i miei figli e mia moglie, che mi hanno fatto restare sulla retta via, mi hanno fatto ragionare e tenere duro, guardando sempre avanti, senza mai voltarmi indietro. Questa è la filosofia. Non è importante quante volte cadi.  Anche nel libro lo scrivo più volte, poi, alla fine, cerco di trovare il senso della vita e cerco di trasmettere, magari a chi legge, tramite le mie esperienze belle e brutte, di dare uno spunto, perché ognuno trovi all’interno del libro il vero senso della vita.
Oggi il mio vero senso della vita è la famiglia e le cose vere, quelle che, purtroppo, uno magari riscopre in un momento doloroso, quando gli viene a mancare la salute. E’ banale dirlo, però ci sono momenti in cui, per esempio quando quando ho conosciuto mia moglie e da lì è poi sono nati i miei figli, la vita mi aveva tolto quasi tutto quello che avevo di materiale e di terreno e mi ha dato l’amore, mi ha aperto il mondo, il Paradiso dal punto di vista affettivo e quindi la vita ti toglie da una parte, ma ti da’ dall’altra. Io oggi sono un uomo molto felice, perché sono un uomo completo, sono un uomo realizzato, sono un padre, sono un marito, con dei valori che cerco di trasmettere ai miei figli e e questo mi rende felice.

Il rapporto con la politica

Politica? Politica basta. Anche perché mia moglie chiede il divorzio.  E’ una malattia che purtroppo rimane dentro,  ma io la controllo come un malato di diabete che va in dialisi e quindi la tengo soffitta e non la faccio uscire, anche perché a me non ha mai portato bene. Ho fatto sempre politica per ridare un po’ agli altri della fortuna che io ho avuto e per quello ho fatto anche volontariato, per ridistribuire parte della fortuna che ho avuto nella vita. E’ vero, è stato anche per difenderci da un feudo che era quello di Claudio Scajola, che, comunque, come dico nel libro, è uno dei politici che stimo di più. E’ stato per difenderci dai suoi legittimi appetiti che aveva sul territorio e per i quali non c’era spazio, in Liguria, per Pizzimbone. Ho dovuto ricavarmi un mio spazio a livello nazionale, con con Berlusconi, Dell’Utri, Angelino Alfano, Denis Verdini e con altre persone con cui ho avuto modo di confrontarmi politicamente,  per cercare un mio spazio e ho fatto una bellissima esperienza in Parlamento, che mi ha fatto capire che le cose il singolo non le potrà mai cambiare, nemmeno con tutta la più buona volontà del mondo. Non è possibile, perché il sistema è troppo forte, quindi si va contro i mulini a vento”. 

Insomma il sistema grillino di aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno non regge?

“Purtroppo questo sentimento non è quello che poi respiri quando vai in Parlamento, perché in Parlamento respiri un clima che ti fa dimenticare da dove arrivi e staccare dalla realtà in cui tu magari sei stato eletto. Dentro c’è un ambiente di privilegi, di giochi politici, tipo ‘io approvo questo, poi tu approvi quello’ e quindi c’è un giro che alla fine non premia il territorio o comunque poco. Una legge quando entra in Parlamento entra in un modo e poi purtroppo ne esce completamente stravolta, perché ci sono gli interessi di uno e dell’altro. Alla fine, a forza di cercare di accontentare tutti, si scontentano tutti e la legge non è più quella per cui era stata pensata. Ho avuto una certa delusione, per cui, dopo le vicende note che mi sono successe, ho deciso di porre fine comunque alla politica. La guardo sempre con attenzione, ci mancherebbe, però non è più una cosa che mi può interessare”.

Tanti conoscenti interessati e pochi amici veri

Oggi cosa prova passando sotto al grattacielo, qui a Oneglia?

“Adesso provo un po’ di nostalgia, un po’, ovviamente, di tristezza e soprattutto penso alla gente che magari da quell’ufficio ho aiutato e poi quando poi ho avuto bisogno io purtroppo non si è fatta viva. Poi c’è la tristezza di vedere una città cambiata, di vedere che appunto la questione rifiuti come la interpretavamo noi, adesso è completamente sparita e quindi diciamo che ci vengo il meno possibile a Imperia.

Ho toccato con mano che quando si è potenti, ci sono tantissimi amici e quando non lo si è più, si scopre che erano tutti conoscenti interessati. Ci sono tanti amici quando muovi somme di denaro, quando muovi interessi, quando puoi, comunque, distribuire del benessere. Allora hai tanti amici intorno, tante persone che sono adulatori e poi ti accorgi, nel momento del bisogno, che rimangono solo i migliori, rimangono quelli veri. Adesso ho la gioia die vedere e frequentare amici che mi frequentano per quello che sono, per l’uomo che sono, per la persona che sono normalmente e non perché, magari, cercano da me un contributo, un aiuto politico, un aiuto di qualunque parte o anche solo per farsi un giro in Ferrari o per venire al Jimmy’z a Montecarlo, per salire sulla barca.

Io sono sicuro che chi mi è vicino adesso è sincero e lo considero un privilegio poter avere amici che so per certo che sono amici veri, che mi stanno vicino per quello che sono. Senza nessun secondo fine”.

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