26 Aprile 2024 13:21

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26 Aprile 2024 13:21

Rivieracqua diventa Spa: Sindaco Ospedaletti contro la privatizzazione, lancia appello ai colleghi. “Facciamo un mutuo per mantenere la società pubblica”

In breve: Il primo cittadino ha annunciato di voler inviare una lettera a tutti i Sindaci della provincia per proporre l'accensione di un mutuo per iniettare nelle casse di Rivieracqua quei 35-40 milioni fondamentali per una gestione sana.

Un mutuo sostenibile da parte di tutti per mantenere l’acqua pubblica”. La proposta arriva dal Sindaco di Ospedale Daniele Cimiotti che oggi, al termine della Conferenza dei Sindaci e dell’Assemblea dei Soci di Rivieracqua, si è fatto portavoce di una soluzione alternativa alla privatizzazione che dopo il via libera definitivo alla trasformazione della società consortile in Spa sembra cosa certa. 

Il primo cittadino ha annunciato di voler inviare una lettera a tutti i Sindaci della provincia per proporre l’accensione di un mutuo per iniettare nelle casse di Rivieracqua quei 35-40 milioni fondamentali per una gestione sana.

Daniele Cimiotti – Sindaco di Ospedaletti

“Per poter dare proseguo alla nostra Rivieracqua possiamo metterci capitale pubblico, privato o misto. Dipende.

Il cambiamento a Società per Azioni bisogna farlo indipendentemente dal fatto che possa entrare o meno il privato. Se vogliamo ricapitalizzare noi come pubblico, lo dobbiamo comunque fare.

Quello che dobbiamo pensare tutti bene è se vogliamo inserire dentro dei capitali nostri, il pubblico stesso, oppure se deve essere solo privato. Questo è quello che abbiamo chiarito questa mattina, durante l’assemblea.

Mi farò promotore di una lettera che invierò a tutti i sindaci, come aveva già fatto il sindaco di Terzorio, chiedendo nei consigli comunali di esprimersi in tal senso.

Faremo un mutuo di 15 anni, avremmo bisogno di circa 35-40 milioni, e ogni comune, in base agli abitanti che avrà, avrà la sua quota da pagare. Ritengo che non sia una grave quota per tutti. Un mutuo sostenibile da parte di tutti e quindi mantenere l’acqua pubblica.

Oppure chiedere obbligazioni. Una parte pubblica e l’altra con obbligazioni sul privato. Non che vada per forza in quella direzione, non vorremmo fare la fine di qualche altra società”.

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