26 Aprile 2024 00:34

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26 Aprile 2024 00:34

Liguria: operatori sociosanitari, la CGIL contro i corsi a pagamento. “Troppo costosi, la salute è un bene comune”

In breve: la Cgil ha posto la questione questa mattina in occasione della Commissione regionale sulla sanità

La Funzione Pubblica Cgil e la Cgil Liguria chiedono alla Regione di rivedere le condizioni di accesso alla formazione di chi vuole ottenere i titoli per diventare operatore socio sanitario.

Allo stato attuale i corsi da sostenere sono a titolo oneroso con cifre che superano di gran lunga i 2 mila euro a studente, condizione che preclude l’accesso a molti. L’atavica carenza di personale ha mostrato tutta la sua drammaticità soprattutto nel periodo pandemico quando all’emergenza quotidiana si è sommata quella legata al covid-19.

A questo proposito la Cgil ha posto la questione questa mattina in occasione della Commissione regionale sulla sanità convocata in video conferenza, appuntamento che tra i vari punti ha trattato anche la questione delle procedure di assunzione dell’operatore sociosanitario.

Da tempo sollecitiamo la Regione a modificare le condizioni di accesso alla professione: molte persone non hanno la possibilità di sostenere costi così elevati con il risultato che in tanti rinunciano in partenza – commenta Diego Seggi Segretario regionale Fp Cgilalla Regione abbiamo chiesto di intervenire con fondi propri o comunque con agevolazioni che consentano a tutti di intraprendere i corsi. A breve, con l’effettuazione dei concorsi pubblici si assisterà ad una emorragia di personale dal sistema privato a quello pubblico con gravi ripercussioni su una utenza fragile e sull’intero sistema sociosanitario regionale”.

Nel corso della riunione la Fp Cgil ha denunciato il paradosso legato anche alla condizione di reclutamento del personale infermieristico.

“La scarsa programmazione dei fabbisogni e le criticità riguardo lo svolgimento dei concorsi banditi e poi bloccati, svolti per la Regione da Alisa, di fatto ha impedito ai singoli Enti di fare concorsi sulla base delle esigenze programmatorie delle singole Asl territoriali – conclude Seggi – il risultato è che oggi non abbiamo nemmeno gli infermieri per sostituire chi va in pensione”.

Al termine dell’incontro è stato chiesto un tavolo di confronto urgente che veda rappresentati i problemi degli operatori pubblici e privati e la tenuta dei servizi in questo momento di emergenza e per programmare il futuro.

C.S.

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