19 Aprile 2024 18:11

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19 Aprile 2024 18:11

Migranti: crisi Italia-Francia, Claudio Scajola sposa la linea Meloni. “Dov’è scritto che dobbiamo accogliere i taxi di queste Ong?”/Video

In breve: Scajola ospite della trasmissione Tagadà, in onda sul La7, condotta da Tiziana Panella. "Secondo me la Meloni si sta costruendo una buona credibilità all'estero".

Dove è scritto che noi dobbiamo accogliere constantemente i taxi di queste Ong che sostano nel canale di Sicilia e danno in qualche maniera quasi una speranza a chi parte dal centro Africa credendo di trovare il benessere, poi trova la disperazione”. Lo ha dichiarato nei giorni scorsi, alla trasmissione Tagadà, in onda sul La7, condotta da Tiziana Panella, il Sindaco di Imperia e ex Ministro dell’Interno Claudio Scajola parlando della crisi Italia-Francia sui migranti.

Crisi Migranti: Scajola ospite a La7

La crisi ha origine nell’attracco della nave Ocean Viking della Ong Sos Méditerranée (con 230 persone a bordo) nel porto di Tolone, dopo la decisione dell’Italia di non aprire i suoi porti. Una scelta che la Francia ha criticato duramente,definendola “incomprensibile e disumana”, e a seguito della quale ha inasprito i controlli alla frontiera di Ventimiglia (qui l’intervento del Senatore Gianni Berrino) e ha sospeso l’accoglienza di 3.500 migranti che si era impegnata ad accogliere sulla base dell’accordosiglato con l’ex Premier Mario Draghi.

Scajola, sull’argomento, ha espresso un’opinione piuttosto tranchant, in linea con quella del Governo e del presidente del Consiglio Giorgia Meloni che, in conferenza stampa, ha dichiarato:”L’Italia deve essere l’unico porto di sbarco per chi arriva dall’Africa? Questo non è scritto in nessun accordo e non credo sia giusto”.

Le parole di Scajola

“Si è creata una caciara che, condivido, è stata fatta in maniera sciocca, dopo che c’era stata una telefonata interessante fra Macron e la Meloni che acconsentiva lo sbarco di questa nave a Tolone o Marsiglia. Certo che non si doveva battere la gran cassa e dire abbiamo vinto. 

Secondo me quello che è accaduto ha messo in difficoltà la Meloni, e non era auspicabile. Ma a mio parere stiamo drammatizzando questo episodio, noi abbiamo, e ci dimentichiamo, un rapporto molto ambiguo con la Francia sui nostri confini. La Francia ormai da tempo, mi pare siano due anni e mezzo, se non tre, ha sospeso Schengen al confine di Ventimiglia, tra Italia e Francia. Non un evento breve come prevede il trattato, si può sospendere Schengen in casi di particolare urgenza e emergenza. E’ sospeso da tempo e noi ci troviamo, al confine tra Ventimiglia e Mentone, un assembramento di immigrati che arrivano li e ne muiono sovente, schiacciati dai treni o finiti sotto qualche camion, sull’autostrada.

Siccome mi piace vedere il bicchiere sempre mezzo pieno, faccio una provocazione. Ma forse non viene neanche male che si sia posto questo problema e che si debba chiarire con la Francia che non ci può essere questo rapporto con Schengen sospeso ai nostri confini. Punto uno. Punto due. Dove è scritto che noi dobbiamo accogliere constantemente i taxi di queste Ong che sostano nel canale di Sicilia e danno in qualche maniera quasi una speranza a chi parte dal centro Africa credendo di trovare il benessere, poi trova la disperazione.

Non voglio essere equivocato. C’è un segnale chiarissimo, ce lo diceva già Minniti (ex Ministro dell’Interno Governo Conte, ndr), nel centro Africa. Si può andare, fanno spendere delle cifre a sti poveretti, che accumulano chissà come, intanto poi ci portano tutti in Italia e in qualche modo ce la caviamo.

Frenare l’immigrazione è impossibile, perché l’immigrazione, la storia ci insegna, che non si frenano, però va regolamentata. E questo fatto, lo dico in maniera provocatoria, crea forse in maniera forte la necessità che l’Europa si muova in maniera diversa.

Gli sbarchi selettivi? Non mi sono piaciuti, però guardate che su questo tema degli sbarchi se noi andiamo sui singoli episodi trboviamo tantissime cose non condivisibili, e anzi da condannare. Ma dobbiamo tenere presente la situazione in cui si trovano i nostri porti, soprattutto al Sud, e questi nostri centri di raccolta che espolodono che non possono più reggere gli afflussi in questo modo. Bisogna che l’Europa faccia la sua parte, ma la Francia non può creare questo clamore perché arriva una barca con 200 persone. 

Ci sono i trafficanti dietro alla stragrande maggioranza di questi flussi che sono nel centro Africa e nella parte nord dell’Africa stessa che organizzano queste partenze. Queste persone si trovano a metà del canale della Sicilia e trovano queste nostre navi delle Ong che fanbno soccorso. Noi ringraziamo quelli che salvano le vite umane, la contestazione che io faccio è che siamo debolissimi sugli accordi con i Paesi del Nord Africa per gestire questo problema. Dobbiamo riuscire ad avere una politica europea che smisti queste navi. Mi si deve spiegare perché se arriva una nave a Tolone c’è tutto questo clamore e se ne arriva una alla settimana, se non di più, nei porti italiani, noi non possiamo avere una reazione. Questo non è più tollerabile.

Secondo me la Meloni si sta costruendo una buona credibilità all’estero. E da quello che vediamo la Meloni si coglie che è persona che sta guidando con difficoltà il Governo in uno dei momenti più difficili della storia italiana. Ma non drammatizzerei questo problema come una crisi internazionale del nostro Governo, proprio perché le cancellerie sanno che la Meloni sta conducento in acque travaglbiate questo momento con fermezza e con un senso di poterle guidare. 

Noi non possiamo affrontare il problema immigrazione solamente contestando le quote di accoglienza dei paesi europei. Dobbiamo preparare un piano italiano sul problema dell’immigrazione. Perché sappiamo che ci mancano in agricoltura un’enormità di persone che ci servono, tanto più adesso con la crisi economia e il rilancio necessario delle nostre piantumazioni. Io credo che da questo evento si possa costruire una politica europea sull’immigrazione, un nostro piano che discuteremo con l’Europa, in modo tale che ognuno faccia la sua parte.

Vedremo nei prossimi giorni che questo episodio verrà marginalizzato, è stato un episodio, ma credo che possa essere visto come un’occasione per fare qualcosa.

Le condizioni dei centri di accoglienza sono tremende e non serve dargli soldi perché non partano se li rinchiudono in condizioni disumane. Ci vuole una politica italiana per gestire questo fenomeno, dobbiamo farlo pensando che abbiamo votato un mese fa. Invece che fare campagna elettorale, in maggioranza e opposizione su questo tema, facciamo delle proposte. Una proposta praticabile? Noi dobbiamo far venire in Europa, e possono essere tante le accoglienze, dando lavoro, perchè serve a noi e a loro. E dobbiamo fare investimenti maggiori sulla cooperazione in Africa, che si sono sempre ridotti negli ultimi 15 anni per costruire la posizione di recupero e possibilità di sviluppo su quei territori.

L’Onu deve darsi una mossa per lo sviluppo dell’Africa perché questo è l’unico modo, nel tempo, che evita una immigrazione di massa che se no non si fermerà mai”.

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