25 Aprile 2024 20:07

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25 Aprile 2024 20:07

Imperia: “quel balcone rovina la facciata”. Il Comune ordina la demolizione, ma il Tar lo condanna a pagare 3 mila euro

In breve: E' una vicenda curiosa quella che ha obbligato l'amministrazione comunale di Imperia, oggi, 9 gennaio, a portare in consiglio comunale un debito fuori bilancio pari a 3 mila euro per una sentenza del Tar Liguria che aveva visto soccombere il Comune di Imperia nel giugno del 2021.

E’ una vicenda curiosa quella che ha obbligato l’amministrazione comunale di Imperia, oggi, 9 gennaio, a portare in consiglio comunale (relatore il vicesindaco Giuseppe Fossati) un debito fuori bilancio pari a 3 mila euro per una sentenza del Tar Liguria che aveva visto soccombere il Comune di Imperia nel giugno del 2021. L’oggetto? La demolizione di un balcone in via della Repubblica.

Imperia: un balcone costa al Comune 3 mila euro

Tutto ha inizio nel 2019, quando il proprietario di un appartamento in via della Repubblica presenta al Comune di Imperia una richiesta di autorizzazione, poi regolarmente rilasciata, per l’ampiamento del proprio balcone, da una porta finestratre finestre. Una volta terminati i lavori il Comune di Imperia, il 17 giugno 2020 dispone un sopralluogo all’esito del quale avvia il procedimento di demolizione. Il motivo? Il balcone avrebbe “pregiudicato l’immagine del fabbricato che è prospiciente una via del centro cittadino”.

Il Tar Liguria, con sentenza breve, ha accolto il ricorso presentato dal proprietario dell’immobile annullando gli atti del Comune, condannandolo al pagamento delle spese legali, circa 3 mila euro.

Le motivazioni

Il Tar, in sintesi, ha ritenuto l’atto del Comune illegittimo in quanto “le immagini scattate dai funzionari comunali nel corso del sopralluogo descrivono un alto palazzo caratterizzato da molte finestre che si aprono sulla facciata principale, alcuna delle quali è corredata da balconi. Dagli atti risulta che,prima dei lavori in contestazione, solo una delle aperture dell’appartamento del ricorrente sulla facciata era corredata dal balcone, e che le opere eseguite ebbero l’effetto di allargare lo spazio disponibile a tre finestre o porte finestre […] il collegio deve convenire con la doglianza in esame nella parte in cui lamenta che alla medesima altezza in cui si apre il manufatto del ricorrente ne è stato realizzato un altro che ha dimensioni analoghe e che è caratterizzato da uno stile costruttivo del tutto simile. In tal senso la realizzazione in questione è rispettosa della norma citata, e la motivazione dell’annullamento d’ufficio appare viziata nella parte in cui ha mancato di raffrontare le due costruzioni apparentabili l’una all’altra.

In tale contesto l’assunto contenuto nel primo provvedimento gravato non resiste alle contestazioni del ricorrente nella parte in cui espone che ‘…l’ampliamento del balcone ha determinato un’alterazione in termini negativi del prospetto del fabbricato, creando un’evidente asimmetria del medesimo…’. La tesi così esposta avrebbe meritato condivisione ove tutte le altre finestre fossero state corredate da balconi ad una finestra, ovvero non fossero stati costruiti altri aggetti analoghi, ma nella situazione descritta l’amministrazione avrebbe dovuto chiarire quale era il concetto di simmetria dei balconi che andava applicato, e solo in seguito valutare la conformità o la difformità del nuovo balcone rispetto all’ornato preesistente”.

E’ fondata anche la successiva censura nella parte in cui lamenta l’assenza della motivazione addotta a corredo dell’assunto secondo cui, nella fattispecie, sarebbe prevalente l’interesse pubblico alla rimozione dell’opera, rispetto a quello del privato alla sua conservazione.

Non è infatti delineato quale sia l’interesse pubblico perseguito dal Comune di Imperia, posto che il manufatto non lede l’art. 107 del regolamento edilizio, così come il precedente passo della motivazione ha escluso la sussistenza della violazione alla simmetria della facciata del palazzo”.

 

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