20 Aprile 2024 03:27

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20 Aprile 2024 03:27

Imperia: gestione risorse idriche, Coldiretti incontra presidente Scajola. “Venga usata l’acqua di scarto del depuratore per l’irrigazione. Necessari anche invasi”

In breve: Proprio sul riutilizzo delle acque, i presidenti, si sono trovati d’accordo approfondendo la questione delle acque dei depuratori ritenute particolarmente idonee per l’irrigazione.

Dialogo, confronto, lungimiranza. Il tris di carte giocato allo stesso tavolo dal presidente della provincia di Imperia e commissario Ato Idrico Claudio Scajola e i vertici di Coldiretti Gianluca Boeri (presidente) e Domenico Pautasso (direttore). Comune denominatore: risolvere quanto prima l’annoso problema dell’acqua e del suo costo di utilizzo che, nei mesi scorsi, hanno messo in ginocchio l’intera provincia. Nessuno escluso: cittadini, imprenditori, agricoltori, allevatori.

“Sono perfettamente conscio della situazione – ha spiegato Claudio Scajolama conosco le potenzialità di questo territorio. In provincia di Imperia non manca l’acqua, è mancata sinora la capacità di ridurre al minimo i processi erosivi e il riutilizzo di certe acque”.

Proprio sul riutilizzo delle acque, i presidenti, si sono trovati d’accordo approfondendo la questione delle acque dei depuratori ritenute particolarmente idonee per l’irrigazione.

“Come noto e ribadito più volte – ha aggiunto Boeril’acqua potabile è nociva alle coltivazioni per la presenza di cloro e additivi; riuscire ad avere la possibilità di utilizzare quella dei depuratori, ad oggi scaricata in mare e quindi sprecata, sarebbe un grandissimo passo avanti”.

Concorde anche il direttore che non ha perso l’occasione di ribadire l’importanza di un consorzio idrico di secondo grado capace di accedere ai contributi dell’Unione Europea.

“I piccoli consorzi non possono fare più di quello che già fanno. Ne basterebbe uno: fatto bene” ha detto.

Durante l’incontro, durato poco meno di 40 minuti, ampio spazio è stato riservato anche alla realizzazione di invasi, ovvero laghi artificiali , realizzati in punti precisi lungo gli alvei dei fiumi, capaci di “conservare” l’acqua superflua.

Un mese di studi, un mese di analisi e la promessa di risedersi allo stesso tavolo. Non più con carte ma con progetti concreti.

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