28 Aprile 2024 06:17

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28 Aprile 2024 06:17

Imperia: Sheida Rad e la lotta delle donne iraniane per la libertà. Oggi l’incontro con il Sindaco Scajola. “Il regime uccide e avvelena i suoi stessi figli perchè si oppongono” / Foto e video

In breve: Questa mattina il sindaco Claudio Scajola ha incontrato Sheida A. Rad, iraniana da 17 anni in Italia e da due a Imperia, e le ha donato la mimosa, simbolo della forza, della sensibilità e dell'autonomia delle donne

Il Comune di Imperia dedica l’8 marzo di quest’anno in particolare alle donne iraniane e a tutte coloro che, nel mondo, hanno lottato e continuano a lottare per veder riconosciuti i propri diritti e la propria libertà. A tale scopo, questa mattina il sindaco Claudio Scajola ha incontrato Sheida A. Rad, iraniana da 17 anni in Italia e da due a Imperia, e le ha donato la mimosa, simbolo della forza, della sensibilità e dell’autonomia delle donne. Questa sera, in concomitanza con il Consiglio Comunale, la facciata di Palazzo Civico si illuminerà di colore giallo, per lanciare un messaggio di sensibilizzazione sulla condizione femminile nel mondo.

“L’8 marzo non è una festa, ma una giornata di riflessione e impegno sui diritti delle donne, troppo spesso ancora negati in molte parti del mondo. Per questa ragione, la mimosa che ho donato stamattina a Sheida, donna coraggiosa e impegnata nella nostra comunità, è per tutte le donne che combattono le disuguaglianze sotto ogni forma. Credo inoltre che contino più i fatti delle parole: per questo motivo tutti coloro che hanno responsabilità di governo devono assumersi l’onere di impegnarsi su questo tema”, commenta il sindaco Claudio Scajola.

L’intervista a Sheida A. Rad

“Dopo la foto che ho scattato con il Sindaco di Imperia non potrò più tornare in Iran perchè ufficialmente mi sto mettendo contro il regime parlando del movimento Donna vita libertà. Non potrò più tornare in Iran finchè c’è questo regime.

Al momento da fuori sembra che le cose si siano calmate dentro l’Iran ma non è così perchè ci sono ancora delle proteste. Il regime è stato veramente brutale con il popolo, hanno ucciso più di 500 persone e arrestato più di 25 mila persone. Quando hanno smesso di uccidere hanno cominciato a sparare negli occhi e, alle donne, ai loro organi genitali. Il loro messaggio è: Non ti ammazzo adesso ma ti segno a vita così smetti di protestare contro di me. Ma così non è stato, queste ragazze ancora oggi continuano. Per questo ora stanno facendo gli avvelenamenti nelle scuole, è per vendicarsi contro questa generazione che si è opposta al regime.

Questo regime fa di tutto pur di rimanere al potere, anche avvelenando e uccidendo i propri figli, una vendetta alla generazione che si opposta. Buttano le bombe chimiche dentro le scuole femminili e a volte anche maschili, sia superiori che elementari. I gas chimici intossicano gli studenti. Hanno attaccato più di 100 scuole in 23 città diverse in tutto l’Iran. Solamente ieri più di 800 studentesse sono state ricoverate in ospedale. Questo non è accettabile.

Oggi sono stata dal Sindaco per chiedere a lui di essere la voce di noi donne iraniane e mettere pressione al Governo e alle istituzioni per non appoggiare il regime ma il popolo iraniano, che siamo noi che stiamo facendo questa rivoluzione Donna, vita, libertà.

La situazione può cambiare? Assolutamente sì. Per la prima volta noi iraniani siamo uniti fuori e dentro l’Iran e questa è la prima volta che abbiamo la speranza di cambiare tutto. Abbiamo bisogno anche dell’appoggio degli altri paesi. L’unica cosa che ci serve è che i paesi europei smettano di trattare con il regime e piuttosto riconoscano la nostra rivoluzione e parlino con i nostri esponenti. Ora abbiamo una coalizione dei leader della rivoluzione. Due di loro sono stati in Italia e hanno parlato anche al senato. Noi abbiamo bisogno che i paesi europei parlino con loro e non con il regime iraniano”. 

 

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