19 Aprile 2024 22:35

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19 Aprile 2024 22:35

Imperia: “33 giri Italian-Masters”, sabato 25 marzo in biblioteca l’incontro su C.S.I. con Stefano Senardi. Ospite Giorgio Canali. “Diedi loro massima fiducia e i fatti mi diedero ragione”

In breve: Il pomeriggio di sabato 25 marzo sarà dedicato ai C.S.I. e vedrà come ospite Giorgio Canali, il quale domenica 26 marzo si esibirà in concerto al Teatro dell'Attrito.

Sabato 25 marzo, alle 18, un nuovo appuntamento della Rassegna “33 giri Italian Masters, incontri con la musica d’Autore”, con la direzione artistica di Stefano Senardi.

La serie “33 Giri – Italian Masters”, produzione originale Sky Arte HD, scritta e realizzata sotto la guida del discografico che ne è ideatore e curatore, propone le storie e le curiosità sui migliori dischi, divenuti classici della musica italiana.

Il pomeriggio di sabato 25 marzo sarà dedicato all’album “Tabula Rasa Elettrificata” dei C.S.I. e vedrà come ospite Giorgio Canali, il quale domenica 26 marzo si esibirà in concerto al Teatro dell’Attrito.

Ecco le date degli altri incontri e i nomi dei musicisti che verranno raccontati da Stefano Senardi: (sempre alle 18, in Biblioteca)

  • venerdì 14 aprile Vinicio Capossela,
  • 28 aprile Giorgio Gaber,
  • il 5 maggio Bluvertigo.

Imperia: Stefano Senardi e i C.S.I.

“La puntata di ’33 giri Italian Masters’ di cui parliamo oggi è una puntata estremamente importante per me, ed è una di quelle che hanno avuto maggiore riscontro, anche perchè, dopo la pubblicazione e il successo dell’album “Tabula Rasa Elettrificata” dei C.S.I. del 1997, i C.S.I. non erano più apparsi insieme e non avevano più parlato di quel disco. In qualche modo io sono riuscito a riunire il gruppo originale, in particolare coinvolgendo Giovanni Lindo Ferretti, con il quale negli anni ho instaurato un bellissimo rapporto di stima e amicizia reciproca. Lindo mi ha accolto nella sua casa sull’Appennino Tosco-Emiliano, a Cerreto, dove prima viveva con sua madre e poi, ora, con i suoi cavalli e il suo vecchio zio. Un ambiente immerso nella natura, nella pace e tranquillità, quasi isolato. Ogni tanto scende dalle sue montagne per le sue performance e i suoi concerti, molto interessanti anche nella sua veste da solista.

Arrivare da Ferretti, in cima all’Appennino, in una vecchia casa in pietra lontana da tutto, è stato un lungo viaggio. Mi ha accompagnato il mio caro amico Massimiliano Grisolia. Anche lui è tornato illuminato dall’incontro con Ferretti, è stato travolgente”.

L’inizio con i CSI

“Fin dall’inizio del nostro rapporto, dopo un incontro tutti insieme nel mio ufficio di Milano, ho sempre dato grande fiducia ai C.S.I. Mi ricordo quando Gianni Maroccolo, bassista, musicista e produttore, venne da me e mi disse ‘ci siamo ritrovati in questa nuova band ex Litfiba, ex CCCP, forse tu riesci a convincere Ferretti e Zamboni ad andare avanti’. Così io li ricevetti con entusiasmo ed eccitazione, dato che mi trovavo di fronte a un gruppo di musicisti visionari, fuori dal comune”.

Ko De Mondo e i viaggi per trovare ispirazione

Finanziai per loro un viaggio in Normandia, a Finisterre, un posto simbolico perché sembra la traduzione di Codemondo, la zona dell’Appenino Emiliano da dove vengono Zamboni e Ferretti, e i nomi di entrambi i luoghi vogliono dire ‘fine del mondo’. Tornarono da quel viaggio con l’album ‘Ko de mondo’, un’allusione al luogo da dove erano partiti.

L’avventura con loro continuò. Pochi mesi dopo con Videomusic realizzarono un concerto acustico. Quella sera vidi un’altra sfaccettatura dei C.S.I. e, nonostante fosse appena uscito il loro disco, decisi di pubblicare subito disco e video del concerto. La stessa band fu stupita dalla mia decisione. Gli spiegai che erano talmente in stato di grazia che avrei pubblicato qualsiasi cosa. E così è stato. Raggiungemmo un inaspettato successo commerciale. Produssero cose straordinarie come ‘Linea Gotica’, che non era disco che mi aspettavo. Un album senza base ritmica che racconta il loro dolore e stupore per gli avvenimenti tragici di quegli anni nei Balcani, dove andarono anche a suonare”.

Mongolia e “Tabula Rasa Elettrificata”

“Nel 1997 Massimo Zamboni e Lindo Ferretti mi chiesero di finanziare loro un altro viaggio, questa volta in Mongolia. Mi rendevo conto che era un’impresa particolare ed ero sicuro che non sarebbero tornati con del materiale registrato, ma accettai. Tornarono con spunti e suoni, un libro di Zamboni, ‘In Mongolia in retromarcia’, e con un film ‘Sul 45° parallelo’ di Davide Ferrario, ma senza un disco. Dopodiché, sempre mentre ero alla Polygram, in pochi giorni, in un agriturismo dell’Appennino, realizzarono ‘Tabula Rasa Elettrificata’, un album fondamentale che colloca la percezione del rock italiano su un piedistallo più alto e diverso da quello che c’era prima.

L’ispirazione dell’album è proprio la Mongolia, un paese in cui gli abitanti vanno a cavallo, l’ideale per Ferretti. Arrivando in Mongolia erano rimasti scioccati dal disastro che la Russia aveva provocato. Un paese che prima era libero, passato da un regime feudale a un luogo dove tutto viene raso al suolo per piantare enormi pali della luce elettrica. Il titolo spiega proprio lo stravolgimento della cultura del paese in nome di un progresso che di fondo non c’è mai stato e che distrugge le radici culturali della popolazione.

Di fronte allo stupore dell’industria discografica, raccogliendo il bello e il buono seminato con i dischi precedenti, con questo disco i C.S.I. balzarono al numero uno della classifica italiana, con grande stupore e invidia di molti. Contribuì anche la mia scelta di marketing di pubblicare l’album l’ultima settimana di agosto, periodo in cui non uscivano grandi pubblicazioni. Vennero dette molte cose, ci fu anche chi ipotizzò una macchinazione della casa discografica, mettendo in giro la falsa voce che avrebbe usato lo stesso codice di un disco di Elton John, che aveva cantato al funerale di Lady Diana nello stesso periodo. Ma queste chiacchiere vennero smentite dai fatti perché il disco vendette 30 mila copie in una settimana, e in breve raggiungemmo 100 mila copie. Poi iniziò una tournée straordinaria, ‘M’importa una sega’ tour, dal titolo provocatorio. Non voleva essere un messaggio menefreghista, ma una presa di posizione, soprattutto di Ferretti, per dire che avevano capito che le cose di cui occuparsi veramente erano poche. Il tour fece il tutto esaurito in Italia. Ad Alba realizzarono anche un disco tributo a Beppe Fenoglio, ‘La terra, la guerra, una questione privata’.

Il distacco

“Il grande successo, però, creò anche un problema serio all’interno della band, soprattutto tra Lindo Ferretti e Massimo Zamboni. Non si aspettavano tutto questo successo. Aprirono anche il concerto di Jovanotti a Roma. Così, loro, che arrivavano da una situazione molto indipendente si trovarono all’interno di un’esposizione mediatica inevitabile e molto forte, i cui contraccolpi si fecero sentire, minando l’armonia interna del gruppo. Questa è stata una delle ragioni che ha portato allo scioglimento della band, un grave distacco, in particolare tra Ferretti e Zamboni, che si è colmato solo in questi ultimi mesi”.

Il rapporto con Franco Battiato

“Il disco, come dice Ferretti, nonostante sia etnico, è il disco più rock dei C.S.I.. Anche Franco Battiato era entrato in contatto con loro ed era nata un’amicizia importante con Ferretti, oltre alle collaborazioni artistiche. Ad esempio in ‘Linea gotica’ hanno eseguito ‘E ti vengo a cercare’. Battiato ha detto che ‘Tabula Rasa Elettrificata’ è un disco rivoluzionario, apocalittico, non nell’accezione distruttiva ma positiva del termine, nel senso di crescita e cambiamento.

Con noi oggi ci sarà Giorgio Canali che, insieme a Zamboni, è l‘altro chitarrista della band.

Vorrei concludere con una considerazione. I viaggi che ho finanziato ai C.S.I. per far trovare loro l’ispirazione, ora, per come è l’industria, sembrano fantascienza, ma i fatti mi hanno dato ragione. La fortuna aiuta gli audaci e la fiducia reciproca ha portato a realizzare questi dischi”.

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