20 Aprile 2024 01:45

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20 Aprile 2024 01:45

Elezioni Imperia: Rifondazione Comunista e Potere al Popolo diserteranno le urne. “Umiliate nell’assistere a giochi di opportunismi senza idee né ideali”

In breve: Rifondazione Comunista e Potere al Popolo non prenderanno parte alla competizione elettorale che si svolgerà il 14 e il 15 maggio del corrente anno

Rifondazione Comunista e Potere al Popolo non prenderanno parte alla competizione elettorale che si svolgerà il 14 e il 15 maggio del corrente anno. Le donne e gli uomini che risiedono a Imperia sono chiamati al voto per eleggere una amministrazione comunale che sostituisca (o continui) quella in scadenza.

Elezioni Imperia: Rifondazione Comunista e Potere al Popolo diserteranno le urne

“Già nel mese di luglio 2022 Rifondazione Comunista convocò una conferenza stampa che fu molto partecipata e nel corso della quale proponemmo alla cittadinanza un programma credibile e condivisibile nel tentativo di avviare la costruzione di un’amministrazione di Sinistra, una scommessa per il futuro di Imperia, una scelta di civiltà urbana e di cittadinanza, difficile certo, faticosa, ma basata su una speranza di futuro per la città. La conferenza si concluse con un appello alle Associazioni , ai cittadini ed ai Partiti in particolare Sinistra Italiana Europa Verde. Abbiamo esplorato la possibilità di un nostro appoggio fondato sul programma politico, ricercando un’intesa vincolata – tuttavia – alla non entrata in coalizione del Partito Democratico da cui ci separano scelte politiche nazionali ed internazionali che riteniamo devastanti per il futuro di tutti, nel segno di una totale dipendenza dalle scelte del capitalismo a spese del lavoro, della sanità e del territorio, e di una perdita di ogni forma di sovranità economica, politica e militare, fino all’ accettazione e persino esaltazione della guerra “come strumento di risoluzione delle controversie internazionali”.

Tale interlocuzione si è protratta per mesi ma abbiamo dovuto constatare, con grande tristezza, che in siffatte situazioni hanno probabilmente priorità le posizioni e non i programmi. Riteniamo che l’indegno e talora patetico spettacolo cui la città ha dovuto assistere in questi ultimi mesi, sia sufficiente a giustificare la nostra scelta di rimanere distanti da prassi politiche che si sono rivelate deleterie per il Paese e che hanno contribuito a determinare la vittoria della destra nelle ultime elezioni politiche.

Constatiamo che a livello programmatico non sono state minimamente prese in considerazione, le proposte della Campagna Riprendiamoci il Comune lanciata da una significativa rete di 40 associazioni fra cui le Acli l’ Arci, Attac, Cittadinanzattiva, Fridays for Future, Iniziativa Femminista Europea, Medicina Democratica, Unione Inquilini, Pastorale Sociale e del Lavoro, Associazione Laudato sii, … (https://riprendiamociilcomune.it/index.php/chi-siamo/) che, per una coalizione che si dichiara di Sinistra, rappresenta il minimo sindacale.

In nessun luogo del programma si legge o si comprende come l’aspirante Sindaco e i potenziali assessori intendano il Comune, in che modo intendano riappropriarsene, sottraendolo al mercato, alle privatizzazioni e alle esternalizzazioni. Non è più tempo di retoriche dichiarazioni! la Democrazia o è di prossimità – ovvero consente la partecipazione diretta delle persone alle decisioni che le coinvolgono – o non è Democrazia. Rifondazione Comunista e Potere al Popolo non presenteranno una lista di Unione Popolare, e, pur lasciando ovviamente libertà assoluta di scelta, diserteranno le urne destinate a non rappresentare più un momento forte della democrazia consegnataci dalla lotta di liberazione, ma, all’opposto, ad essere umiliate nell’assistere a giochi di opportunismi senza idee né ideali.

Senza idee: nel misero dibattito politico di merito e nei programmi per una nuova amministrazione della Città abbiamo infatti constatato l’inesistenza della volontà di ri-affrontare la gestione dei rifiuti nell’ ottica dell’ eliminazione di ogni tipo di cassonetto stradale – mensa per altri animali cui attribuiamo responsabilità di degrado – come è stato fatto e si fa in migliaia di realtà grandi e piccole nel mondo con la realizzazione di una raccolta porta a porta vera e di imporre alle attività commerciali una significativa riduzione in quantità e qualità degli imballaggi: alla GDO (Grande Distribuzione Organizzata), si offrono interventi nel segno della speculazione edilizia e licenze di cui nessuno sentiva la necessità e non si ha il coraggio di pretendere degli “oneri” di civiltà. Non compare, neppure come provocazione elettorale, la proposta di realizzare un centro di deposito per il riuso, il recupero manutentivo, il riciclo, di manufatti, arredi ed effetti d’uso. Neppure un accenno alla politica delle 5 R (Ridurre, Riutilizzare, Riciclare, Raccogliere e Recuperare) indispensabile per consentirci di sopravvivere ai nostri rifiuti. Così come non compare la ammissione che il progetto di RD della Città fosse dettato esclusivamente dal tentativo di evitare le sanzioni UE (come accaduto ad esempio al comune di Diano Marina che ha dovuto pagare una sanzione UE di poco meno di quarantamila € per il suo ridicolo 32 % di RD del 2021 e di ulteriori 82.000 € recentemente), e privo di ogni intenzione di coerenza.

Così come non compare la volontà di ridurre davvero gli sprechi idrici introducendo l’obbligo di recupero delle acque piovane e la separazione di acque bianche e nere a fronte di ristrutturazioni edilizie e di nuove edificazioni. Non si parla del diritto dei cittadini a fruire in modo decoroso delle spiagge libere e dei parchi urbani, al netto delle puzze del depuratore.

Mentre si parla di grandi opere come l’Aurelia bis, non si affronta nella sua globalità la costruzione di una rete di mobilità integrata marcatamente pubblica superando interventi di dubbia efficacia come la modifica della viabilità sui due argini del torrente Impero e la pericolosa rotonda in corso d’opera tra Aurelia e via Trento dove la ciclabile interna intersecherà strade ad elevato traffico tra cui quella destinata all’ospedale.

Non si parla di Distretto Agroalimentare di Imperia, perché non si vuole parlare di lavoro vero tramite il rilancio di quel settore produttivo essenziale e perfettamente coerente con l’immagine della città della dieta mediterranea; un settore distrutto dalla volontà – non solo Scajolana – di annullare il lavoro dipendente (Agnesi per esempio) a favore di quello precario e sottopagato di un turismo d’ accatto.

Infine i porti: non si parla di Calata Cuneo che accanto alla flotta peschereccia più importante della Liguria, dovrebbe ospitare commerci veri, con traffico passeggeri per la Costa Azzurra, la Corsica, La Sardegna e piccoli-medi Cargo a imbarcare merci varie per le centinaia di destinazioni dei nostri 7.000 km di coste, sottraendole all’ energivoro, pericoloso, inquinante trasporto su gomma.. e neppure si parla di risanare definitivamente, a spese di chi lo ha realizzato, il grande parcheggio sotterraneo di lungomare Marinai d’Italia, e dell’ abbattimento di almeno due degli scheletri edilizi per destinarne il terzo all’unico ostello della gioventù fra Nizza e Genova.
Né si prefigura la promozione delle eccellenze culturali di Imperia, con convegni e festival intitolati ai premi Nobel Renato Dulbecco e Giulio Natta, e ad altri grandi della nostra città, da Luciano Berio a Edmondo De Amicis, a Charles Grock …

E dei giovani? Non si accenna all’ impellente necessità di costruire un grande polo scolastico in posizione baricentrica rispetto ai trasporti pubblici ed alla ciclabile, magari sul sito della ex Italcementi del cui degrado nulla ha fatto l’amministrazione Scaiola, dotato di mensa di qualità mediterranea e con un’aula magna in grado di ospitare tutti gli studenti e le iniziative culturali e sociali, né di immaginare per i ragazzi un attento sostegno al disagio di vivere in un mondo che non lascia loro progettare un futuro, né consente felicità, e, secondo i dettami del Capitalismo, impone il modello della sopraffazione e proibisce l’ empatia.

Nel panorama elettorale di Imperia abbiamo da un lato uno dei maggiori responsabili dello stupro della democrazia nei giorni del G8 di Genova, una persona che, invece di difendere e potenziare l’ospedale di Imperia con il suo Pronto Soccorso , resta convinto , dai tempi dell’assessorato regionale alla Sanità Montaldo (allora PD) della sua chiusura a favore di un Ospedale Unico a Taggia che costerà ai cittadini oltre 300 mln di euro , privo di alcuni reparti persi in questi anni tra cui la Chirurgia Vascolare e con il grande problema di reperire il personale sanitario sempre più carente .

Ospedale Unico che non risolverà il problema delle lunghissime liste di attesa per esami , visite e interventi in elezione e che non colmerà quanto manca nella sanità territoriale, proprio quella che dovrebbe andare dal cittadino e prendersi cura della sua cronicità, e dall’altro abbiamo personalità varie, prive di una visione globale e del coraggio indispensabile per cancellare il recente passato della città , che per logiche individualistiche o di cabotaggio politico – con un indecoroso balletto delle candidature a sindaco – non hanno saputo comunicare ai cittadini imperiesi , in tempi credibili e non a ridosso delle elezioni , un’idea diversa della città di Imperia credibilmente alternativa ai cinque anni di governo scaiolano e ahimè anche a quelli precedenti.

Oltre a tutto ciò abbiamo ragione di credere che nelle liste candidate alla amministrazione della città di Imperia non ci sia contezza del fatto che amministrare una periferia non è estraneo alle scelte globali, economiche, ambientali e geopolitiche, da cui invece è fortemente condizionato: il Capitalismo ha già provveduto a penalizzare le esigenze sociali che proprio a livello comunale si manifestano in modo spesso drammatico: ad esempio il “pareggio di bilancio” obbligo economicista e peregrino imposto dalla logica del profitto per tramite della UE e di politicanti inetti ai singoli stati ex-nazionali e da questi alle comunità locali; o la riduzione dei dipendenti comunali ed il sempre più inefficiente (e costoso) affido in appalto di ogni esigenza operativa peraltro sempre a rischio di infiltrazioni malavitose.

La guerra, con le sue conseguenze drammatiche anche per chi supinamente accetta e promuove le scelte imperiali economiche e militari di un occidente senza futuro in un pianeta di oltre otto miliardi di umani e devastato da centinaia di conflitti armati quasi esclusivamente provocati e gestiti dallo stesso “Occidente”, sta scaricando oltre che sulle vittime dirette anche su tutte la classi subordinate d’ Europa tutta la sua violenza di servizio al Capitalismo, con un’ economia di guerra fatta di spese militari fuori controllo, sperimentazione di nuove armi ed impiego affrettato di quelle “in scadenza”, più obsolete, azzeramento delle risorse a favore del controllo del cambiamento climatico e del Pianeta, del lavoro dignitoso, della Sanità e dei servizi pubblici, per quella gigantesca operazione di accumulazione che solo la guerra consente ed inoltre garantisce per molti anni a venire con la “ricostruzione”.

Quello stesso occidente che con la sua supponenza, il suo imperialismo, il suo modello di sviluppo fondato sulla rapina di risorse naturali nel resto del mondo, è la causa prima del sottosviluppo, della povertà, della fame di miliardi di umani cui non resta che affogare nell’ estremo tentativo di cercare da noi la possibilità di vivere. Il solo cambiamento climatico – indotto dallo sconsiderato modello di sviluppo occidentale, imposto anche ai paesi “emergenti”, genera oltre 200 milioni di migranti obbligati; ed Imperia, sede della prefettura competente per la frontiera di Ventimiglia, non è estranea a queste tragedie, a queste stragi. Riteniamo insomma necessario alimentare e ricostruire un pensiero critico ad iniziare dai giovani, il gruppo sociale più massacrato da questo modello di sviluppo. Non vogliamo trovarci a dover ratificare un ennesimo déjà-vu”.

Partito della Rifondazione Comunista – Circolo di Imperia – Potere al Popolo – Imperia

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