27 Aprile 2024 21:46

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27 Aprile 2024 21:46

Inchiesta Tangenti: Masi, Speranza e i falsi lavori al cimitero di Oneglia. “Ho fatto 25 mila euro in Comune con una giornata di lavoro”

In breve: In un primo approfondimento abbiamo trattato gli appalti di Aurigo, in questo caso l'occhio si sposta su Imperia e sui rapporti tra Vincenzo Speranza, titolare della Edilcantieri, e Marino Masi, geometra del Comune capoluogo.

E’ notizia di pochi giorni fa che la Procura della Repubblica di Imperia ha notificato gli avvisi di chiusura delle indagini relative alle presunte mazzette che la Edilcantieri dei fratelli Speranza avrebbe pagato per ottenere appalti per lavori pubblici.

Dieci gli indagati, coinvolti in due indagini diverse. La prima riguarda due appalti, ad Aurigo, la seconda un appalto del Comune di Imperia. In un primo approfondimento abbiamo trattato gli appalti di Aurigo, in questo caso l’occhio si sposta su Imperia e sui rapporti tra Vincenzo Speranza, titolare della Edilcantieri e Marino Masi, geometra del Comune capoluogo.

Secondo l’accusa Speranza, quale titolare e legale rappresentante della società Edilcantieri, incaricata dei lavori di ripristino di un tratto di parapetto e della copertura del cimitero di Oneglia e Masi, in qualità di pubblico ufficiale, si sarebbero accordati per far risultare falsamente la realizzazione dei lavori per un corrispettivo di 24.900 euro oltre IVA, liquidati dal Comune di Imperia per complessivi 30.378,00 euro.

In particolare Masi avrebbe falsamente attestato il corretto e regolare svolgimento dei lavori ricevendo in cambio da Speranza la realizzazione di un impianto elettrico e un impianto d’allarme presso una casa di proprietà.

Imperia: falsi lavori al cimitero, gli accordi tra Masi e Speranza

Il 20 dicembre 2021 Vincenzo Speranza viene contattato da Marino Masi. Il geometra del Comune informa l’imprenditore del fatto che è stato approvato un preventivo da oltre 24 mila euro, presentato precedentemente dalla Edilcantieri per riparazioni da eseguire presso il cimitero di Imperia (16 mila per il tetto, 8 mila per una ringhiera/parapetto). Masi, secondo quanto contestato dagli inquirenti,  lascia intendere che bisogna trovare una soluzione per evitare che l’impegno di spesa vada perso, nonostante i lavori non siano stati ancora realizzati (Masi: “eh però eh le opere non le hai fatte“, Speranza: “e no perchè nessuno m’ha detto di farle”).

Lo stesso giorno Micaela Riggitano, Istruttore Contabile presso il settore lavori pubblici del Comune di Imperia, invia una mail a Masi con la quale chiede informazioni in merito ai lavori cimiteriali: “Bisognerebbe indagare un attimo se i lavori sono stati fatti”.

Poco dopo Masi contatta Speranza e gli trasmette via mail i dettagli del lavori al cimitero. Successivamente concorda con l’imprenditore di simulare la realizzazione dell’opera.

Masi: “eh domani mattina guardiamo tutto.. ma io lì.. tanto .. da metterci un po’ di roba di tegole e di listelli lassù, portarli col camion, buttare la terra in un angolo”.

Speranza contatta il figlio per  organizzare il lavoro al cimitero, si accordano per inviare sul posto un operaio: C’è da fare una giornata … massimo due (…) in due giorni faccio una fattura da ventiquattromila euro.. due giorni eh (…) noi avevamo fatto un preventivo per .. nel cimitero di Oneglia, per aggiustare delle tegole no (…) adesso ha questa fattura Marino in mano.. hai capito ? … mi hai capito già (…)”.

Il 21 dicembre 2021 Speranza comunica a Masi che il giorno successivo effettuerà i lavori al cimitero, poi chiama il figlio. I due si accordano anche per un sopralluogo sul posto dello stesso Masi, in qualità di direttore dei lavori.

Vincenzo Speranza: Intanto bisogna andare là solo a giocare un attimo e fare domani sera la fattura di sedicimila euro, ok? […] ma son troppo bravo io per i soldi.. mi chiama Marino ed hanno già deliberato la spesa. Croce, sedicimila euro per un tetto al cimitero .. eh gli ho detto sì .. ho capito che … l’ho iniziato ed adesso lo devo andare a finire, ci sarà una giornata, ci sarà una giornata ma l’avevo iniziato .. eh ma allora vallo a finire così fai la fattura da sedicimila euro… non abbiamo fatto un cazzo.. eh gli ho detto va bene .. allora ci vado mezza giornata e te lo metto a posto e via.. così faccio la cosa .. eh perchè ci sono i soldi, sedicimila euro… eh bene”.

Il 22 dicembre Speranza contatta l’operaio individuato per l’esecuzione dei lavori al cimitero e lo invita a “fare un pò di scena” perché sta arrivando sul posto con il direttore dei lavori.

Speranza: le tegole… leva una trentina di tegole adesso e mettici dei listelli va .. ok ? […] sto arrivando, tra dieci minuti sono lì con il direttore dei lavori io ok ? con il direttore dei lavori quello del comune […] leva un po’ di tegole qua e là .. fai un po’ di scena ….poi le rimetti e via e poi di pomeriggio te lo vai ad aggiustare ok ?”.

Speranza e Masi arrivano al cimitero insieme, a bordo dell’auto dell’imprenditore.

Il 23 dicembre Masi scrive due mail a Micaela Riggitano, Istruttore Contabile presso il settore lavori pubblici del Comune di Imperia, che gli aveva chiesto informazioni sui lavori al cimitero.

“Ciao, ho eseguito sopralluoghi ed indagini al cimitero il lavoro del ripristino copertura è stato regolarmente eseguito, per quanto al ripristino del parapetto non ho evidenza di nessuna lavorazione”.

Il 23 dicembre Speranza sente nuovamente Masi. Per risolvere il problema della mancata realizzazione del parapetto, necessario per completare i lavori, il geometra consiglia all’imprenditore di far eseguire i lavori da un’altra ditta che sta realizzando dei parapetti proprio presso il cimitero di Oneglia. L’impresa è la Luigia Badessi.

Masi: “ho guardato che lì c’era da fare anche dei pilastrini con dei parapetti […] eh là c’è, coso che sta facendo quel lavoro.. dei parapetti e, se non so, io, magari ci vediamo un attimo sul cimitero, perché ho visto che ce n’è un pezzo dove non c’è, dove c’è un pezzo di ringhiera del cazzo […]se tu gli dici a lui, non so, di.. di farti gli stampi, fatti il pezzo, poi guardiamo il discorso del prezzo”.

Speranza chiama il titolale della ditta Badessi, Alberto Massabò e gli propone di fare il lavoro al posto suo per poi mettersi d’accordo sul prezzo.

Speranza: “Ti volevo dire una cosa, io lì al cimitero c’avevo da fare otto metri di quella ringhiera che fate gli stampi voi, no? […] Tu me la fai che mi fai la fattura e te la pago io? senza che vengo lì a cacarmi il cazzo”.

L’11 gennaio Massabò, Speranza e Masi si vedono al cimitero per discutere del lavoro della ringhiera.

Il 18 gennaio Speranza chiama Masi e gli propone di non realizzare la ringhiera in quanto i prezzi richiesti da Massabò sono troppo elevati.

Speranza: “ti volevo dire, ma se noi là facciamo solo il tetto, che l’ho fatto e la ringhiera non la facciamo? Perchè Massabò lì ‘ci vanno 300/400 euro a metro’, ma va a cagare vai”.

Il 27 gennaio Vincenzo Speranza chiama il figlio e gli annuncia che presenterà al Comune una fattura da 30 mila euro per i lavori al cimitero. Fattura che verrà poi sequestrata dagli inquirenti durante una perquisizione avvenuta in Comune.

Il 23 febbraio Masi invia una mail a Micaela Riggitano, informandola che i lavori al cimitero sono conclusi (nel frattempo è stato trovato un accordo anche per la realizzazione della ringhiera ad opera della Badessi). “Buongiorno, i lavori di cui in allegato sono stati regolarmente eseguiti se mi dai il numero d’impegno lo comunico e faccio fatturare”. L’importo comunicato dalla Riggitano è euro 30.378 che Masi gira all’indirizzo elettronico della Edilcantieri per la fatturazione.

Il 24 febbraio Vincenzo Speranza è a bordo della propria auto insieme al fratello Gaetano. Nella conversazione registrata dagli inquirenti si parla di un antifurto installato a casa del geometra Masi e pagato da Speranza.

Vincenzo Speranza: “Mi ha fatto fare una fattura ai cimiteri di ventiquattromila euro e lui si è messo […] lui è ai cimiteri, lui è un trafficone.. aveva l’antifurto da mettere a casa, non è che dice ti faccio eh, fare quel lavoro cinquemila euro, no ventiquattro, venti te li tieni te e quattro mi paghi l’antifurto di casa mia”.

Il 6 marzo Vincenzo Speranza è in auto con la moglie. La conversazione tra i due è intercettata dagli inquirenti. Si parla del geometra Masi.

Vincenzo Speranza: Ho fatto 25 mila euro in Comu…eh…in Cimitero una giornata di lavoro…”.

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