26 Aprile 2024 04:54

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26 Aprile 2024 04:54

Tangenti Imperia: Provincia, gli intrecci con Edilcantieri. Da Corso Roosevelt agli asfalti “fittizi”, fino al Monte Faudo. “Il Presidente vuole che lavoriate voi”

In breve: L'inchiesta ha fatto emergere, tra le altre cose, il rapporto tra la Provincia di Imperia e la Edilcantieri.

L’inchiesta per corruzione che ha portato agli arresti di Vincenzo e Gaetano Speranza, rispettivamente titolare e collaboratore della Edilcantieri, e di Luigino Dellerba, ex Sindaco di Aurigo e ex consigliere della Provincia, ha fatto emergere, tra le altre cose, il rapporto tra la Provincia di Imperia e la Edilcantieri. In particolare, i fratelli Speranza si interfacciano con Luigino Dellerba e il dirigente del settore, Scuole, Infrastrutture e Trasporti della Provincia Michele Russo. Dellerba, i fratelli Speranza e Russo (che non risulta indagato), riferiscono che la richiesta di far lavorare la Edilcantieri arriverebbe, a loro dire, dal Presidente Claudio Scajola (per la cui posizione è stata chiesta l’archiviazione), insediatosi il 20 dicembre 2021.

Tangenti Imperia: i rapporti incriminati tra Provincia, Edilcantieri e imprenditoria

I primi rapporti tra Russo e Speranza

Gaetano Speranza, secondo la ricostruzione degli inquirenti, incontra per la prima volta Michele Russo il 17 dicembre 2021 per consegnargli un calendario. I Carabinieri lo desumono dal fatto che Speranza non sappia dove sia l’ufficio di Russo in Provincia e che i due interlocutori si diano del Lei.

Il 13 gennaio 2022 i due fratelli Speranza parlano all’interno degli uffici della Edilcantieri. La conversazione viene intercettata dai Carabinieri. Poco prima Gaetano Speranza ha incontrato Luigino Dellerba, all’epoca consigliere provinciale (oltre che Sindaco di Aurigo). Gaetano riferisce al fratello che Scajolati vede bene” e che Dellerba gli ha riferito che il Presidente Claudio Scajola, da poco insediatosi in Provincia, avrebbe chiesto di far lavorare la Edilcantieri.

M’ha detto Luigino, appena Scajola è diventato Presidente della Provincia gli ha detto a Luigino guarda che deve lavorare la ditta Edilcantieri”.

L’11 febbraio Vincenzo Speranza riferisce al figlio Luca che Dellerba gli ha annunciato che nei mesi successivi usciranno “delle belle gare in Provincia […] bei lavori”.

L’8 marzo Dellerba incontra Gaetano Speranza e lo avvisa di aver detto al fratello, Vincenzo, che gli verranno affidati lavori a Taggia per 140 mila euro.

“Ho detto a tuo fratello di preparare là per giugno, là a Taggia […] li fate, 140 mila euro eh”.

Il 16 marzo Michele Russo e Gaetano Speranza si incontrano e Russo gli spiega di aver concordato con il Presidente, Claudio Scajola (“ho appena concordato con il Presidente, ci siamo visti l’altro giorno”), un asfalto da 140 mila euro nelle Valli Dianesi.

Gli asfalti e la segnaletica stradale

Russo spiega a Speranza che si tratta di un affidamento un pò anomalo.

“La cosa strana è che il Presidente ha voluto dare un forte segnale come asfalti e ce n’è anche un altro da 96 mila euro che ti arriveranno due da quarantotto e sette, non perché sono impazzito io, era il finanziamento statale”.

Russo annuncia a Speranza che uno dei due affidamenti da quarantotto e sette dovrà essere ridotto perché una parte dei soldi servirà per mettere a posto la strada del Monte Faudo. “Uno di questi facciamo un po’ meno perché il Presidente ci tiene che venga messa un po’ a posto la strada del Faudo […] tieniti ventimila”.

Il dirigente spiega che per quanto riguarda l’affidamento da 140 mila euro per l’asfalto nelle Valli Dianesi potrà fare “un po’ in Valle Impero, un po’ in Valle Dianese” e che l’altro affidamento da quarantotto e sette dovrà utilizzarlo per le Valle Dianesi.

Successivamente Speranza telefona a Russo per comunicargli che gli sono arrivati degli affidamenti dalla Provincia per la segnaletica stradale e chiede al dirigente. “Non è quello che dobbiamo fare noi”. Russo gli risponde che si tratta degli stessi affidamenti. Che sono per la segnaletica, ma che il Presidente Scajola ha deciso di fare gli asfalti e che quindi dovrà comprare un cartello stradale da mettere da qualche parte. Russo allerta Speranza anche di un sopralluogo che faranno con il Presidente Scajola sulla strada del Monte Faudoper vedere insieme a te cosa dobbiamo fare […] e poi ti affido direttamente, sempre affidamento diretto”.”.

“I due da 49 sono la ex segnaletica e il Presidente ha voluto fare asfalti […] quindi adesso noi facciamo che 500 euro mi compri un pannello e me lo metti nuovo da qualche parte”.

Infine Russo, dopo aver annunciato a Speranza l’arrivo di nuovi finanziamenti per i ponti (“ne abbiamo fatti quattro da 155 […] appena ci dà il progetto l’ingegnere, entro aprile, maggio […] anche quello affidamento diretto“) spiega all’imprenditore che l’affidamento unico da 140 mila euro faranno una gara fittizia.

“quello da 140 […] facciamo una gara fittizia, mettiamo te, Mauro (Aicardi, ndr) e...”. Speranza, che ha compreso, lo interrompe. “Io, Mauro e poi ti dico l’altro”.

Prima di concludere la telefonata Russo precisa a Speranza che il Presidente Scajola è a conoscenza del fatto che uno dei due affidamenti per la segnaletica verrà utilizzato per il Faudo.

“Non ci capivi niente, perché ho avuto difficoltà a capirci io, il Presidente vuole gli asfalti e facciamo gli asfalti […] sai che uno di questi due è per mettere a posto il Faudo”.

Il 18 marzo Gaetano Speranza parla al telefono con il fratello e gli dice chelunedì devo andare là e devo consegnargli tre nomi, lo sai, lo sai, hai capito”. Il riferimento è al dirigente della Provincia Russo. Il giorno successivo i due fratelli Speranza concordano le tre ditte da presentare, Edilcantieri, Comar Srl e Aicardi Srl. Il 21 marzo i fratelli Speranza cambiano l’elenco delle imprese, accordandosi per Edilcantieri, Impresa Marino e Olivieri Srl di Nicolò Mareri.

Sempre il 21 marzo Gaetano Speranza incontra davanti alla Provincia prima Dellerba, a cui consegna una tangente da 2 mila euro per i lavori di Aurigo, poi Michele Russo, a cui consegna un foglio bianco con i nomi delle ditte per la gara fittizia da 140 mila euro. I Carabinieri sono appostati e documentano gli incontri con immagini fotografiche, mentre il contenuto delle conversazioni è intercettato. Russo non concorda sulla ditta Olivieri e propone di sostituirla con la ditta Barla, e sulla ditta Marino, che sostituisce con la ditta Aicardi. L’elenco finale, dunque, è Edilcantieri, ditta Barla e ditta Aicardi.

Ancora il 21 marzo Gaetano Speranza chiama il fratello Vincenzo e ribadisce che Russo gli avrebbe riferito che l’appalto degli asfalti sarà assegnato a Edilcantieri per volontà di Claudio Scajola. “Russo m’ha detto, il lavoro lo fate voi, perché noi abbiamo invitato tre ditte, ma ve lo diamo a voi in affidamento, il Presidente vuole darlo a voi”.

Il sopralluogo al Monte Faudo

Il 13 aprile si registra una telefonata di Russo a Gaetano Speranza, nel corso della quale il dirigente annuncia all’imprenditore, per il 20 aprile, un sopralluogo con il Presidente Claudio Scajola sulla strada che conduce al Monte Faudo per verificare i lavori di asfaltatura da fare.

“Ti avverto una settimana prima perché con il Presidente bisogna essere pronti […] dobbiamo fare una mezza processione sette/otto e andare al Faudo […] lui (Scajola, ndr) vuole andarci con l’assessore del Comune, con il suo addetto stampa e ci va con il nostro autista”.

Lo stesso giorno Gaetano informa Vincenzo del sopralluogo.

Il 20 aprile Vincenzo Speranza, al termine del sopralluogo al Monte Faudo, ne riferisce l’esito al figlio Luca. “C’è da fare tutta la strada, dalla chiesetta fin su in cima, quegli 8 km. Bisogna andare su con gli escavatori prima del 25 giugno che viene, c’è la maratona […] stabilizzato e asfalto, l’asfalto ce lo fa Mauro (Aicardi secondo gli inquirenti, ndr) […] un lavoro da 60 mila euro, asfalto pochissimo eh, ce andrà 30 metri cubi di asfalto, proprio nei posti più dolenti, mi hai capito?”.

Sempre il 20 aprile Vincenzo Speranza chiama Mauro Aicardi per accordarsi sui lavori al Faudo. “Ci vediamo un attimo così la facciamo insieme, ok?”.

E’ ancora del 20 aprile la conversazione, intercettata, tra i due fratelli Speranza. Vincenzo spiega a Gaetano l’esito dell’incontro, spiegandogli di aver portato lui il Sindaco Scajola in macchina.

“Mi sono caricato in macchina io al Sindaco […]”.

L’11 maggio Vincenzo Speranza chiama il figlio Luca e gli riferisce di una sua visita in Provincia per discutere di due appalti, le scuole di Arma di Taggia e un ponte, che spiega essere a Pontedassio. “Sono stato su in Provincia per le scuole e…per il ponte, sono uscito adesso […] cartongesso e pitturazione li ad Arma di Taggia, eh beh sono 80 mila euro, me ne batto i coglioni […] sono uscito adesso perché voglio tenere un bel rapporto lì […] il ponte è a Pontedassio, per la strada di Villa Viani”.

Il 16 maggio, un’altra conversazione ritenuta chiave dagli inquirenti, tra Vincenzo Speranza e il figlio Luca. I due parlano del lavoro da realizzare al Monte Faudo. Luca Speranza dice al padre. “di lavoro 60 mila euro loro c’hanno disponibili eh” che risponde “e noi facciamo lavori per 60 mila euro […] che Scajola ha detto 80mila hai capito?”. Secondo i Carabinieri è la prova che i 20 mila euro di differenza arriveranno dai due appalti da 49 mila euro per la segnaletica.

L’ultima telefonata significativa è sempre del 16 maggio, tra Vincenzo Speranza e il figlio Luca. Oggetto, ancora una volta, i lavori al Faudo. I due concordano sul fatto che si tratta di un lavoro dispendioso, ma che comunque proveranno a guadagnarci qualcosa. “Me ne batto il cazzo dei prezzi bassi, imbrogliamo, 10 mila euro ce li dobbiamo guadagnare” dice Vincenzo, che poi aggiunge, successivamente “domani mattina vado dall’ingegnere (Russo, ndr) e gli dico io mi sto prendendo sta merda, poi però mi raccomando Ing”.

La Provincia, dopo gli arresti di Vincenzo e Gaetano Speranza e di Luigino Dellerba, revoca sia i due affidamenti alla Edilcantieri per lavori di manutenzione della segnaletica stradale, sia quello per la sistemazione della strada che porta al Monte Faudo.

Il parcheggio di Corso Roosevelt

Il 23 maggio Michele Russo, dirigente del settore strade e trasporti della Provincia di Imperia, si trova al bar della Provincia insieme a Luigino Dellerba.

L’allora consigliere provinciale e Sindaco di Aurigo chiede al Dirigente “i fratelli Speranza, gli facciamo fare quella cosa a Taggia?”. Russo risponde “adesso rifacciamo il parcheggio qua […] non gliel’ho ancora detto mah…è il lavoro migliore”. I due si accordano perchè sia Dellerba a dirlo ai fratelli Speranza.Glielo accenno? Così almeno se ne stanno tranquilli per un altro anno, tanto lavorano già per lui là in Comune”.

Lo stesso 23 maggio Dellerba telefona a Vincenzo Speranza, dalla segreteria della Provincia, e lo invita a fare un passo “dietro alla Provincina” per compilare un foglio.

I Carabinieri si appostano per documentare l’incontro. Dellerba non porta con se il cellulare e non consegna alcun foglio a Speranza, invitandolo ad allontanare il cellulare prima di iniziare a parlare. L’imprenditore esegue, posando il proprio cellulare sul muretto, prelevandolo dalla tasca dei pantaloni.

Nella serata del 23 maggio Vincenzo Speranza è in auto con la moglie e le racconta dell’incontro con Dellerba fuori dalla Provincia. La conversazione è intercettata dai Carabinieri.

“Mi hanno dato un lavoro di 150 mila euro in Corso Roosevelt […] un parcheggio…la Provincia…mi ha chiamato la segreteria del Presidente”.

Speranza spiega poi alla moglie di dover dare dei soldi a Dellerba e che è il Presidente, Claudio Scajola, a volere che sia la Edilcantieri a realizzare il parcheggio.

“C’era Luigino Dellerba, che adesso prendo i soldi e glieli devo dare, 150 mila euro di parcheggio buttatosubito, mi ha detto…ha detto il Presidente che lo devi fare tu…”.

Il 24 maggio Vincenzo Speranza chiama il fratello Gaetano e gli spiega, ancora più nel dettaglio, dell’incontro con Dellerba.

“Mi ha fatto lasciare la il telefono, mi ha detto ‘guarda che è venuto stamattina il Presidente Claudio, all’una, quindi con Savini ci aveva già parlato, ha detto che lì in Corso Roosevelt, sai dietro, c’è un campo da bocce, lo abbiamo acquistato noi per un parcheggio, sui 150 mila euro, è tutto legale mi ha detto, lo diamo a…perché noi fino a 150 mila euro lo possiamo dare, però lo dovrei dare una volta a Francesco una volta a Pasquale’”.

I due fratelli concordano di vedere Dellerba e Gaetano dice a Vincenzo. “Glieli dai te glieli dai”.

Il 25 maggio, il consiglio provinciale, su proposta del Presidente della Provincia Claudio Scajola, approva la variazione di bilancio per l’acquisto della bocciofila Pietro Salvo di Corso Roosevelt per la realizzazione di un parcheggio.

Il 28 maggio, in auto, Vincenzo Speranza parla apertamente con la moglie di una “tangente” per Dellerba per un lavoro da 100 mila euro, poi smette di parlare, preoccupato di essere intercettato.

“Prendo duemila domenica sera […] mi servono che ce li ho in cassetta che devo dare…darli a Imperia a uno”. La moglie chiede a chi. “A Luigino Dellerba” risponde Vincenzo Speranza “è una tangente […] per il fatto che sto facendo un lavoro da 100 mila euro […] poi mi sta facendo fare un lavoro, ma non voglio parlarne perché ci sono sti cazzi di cosi tra i coglioni”.

Il 30 maggio, poco prima delle 8, i Carabinieri sono appostati in via De Sonnaz. Luigino Dellerba e Vincenzo Speranza si incontrano davanti alla sede della Edilcantieri, poi, dopo un breve colloquio, entrano nella sede dell’impresa. Poco dopo Dellerba esce dalla sede della Edilcantieri e viene fermato dai Carabinieri. A seguito della perquisizione i militari rivengono 2 mila euro in contanti (40 banconote da 50 euro) nella tasca dei pantaloni di Dellerba e lo traggono in arresto. Poco dopo viene arrestato anche Vincenzo Speranza e, dopo una settimana, anche il fratello, Gaetano.

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