6 Maggio 2024 09:07

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6 Maggio 2024 09:07

Elezioni Imperia: l’intervista a Lucio Sardi (Alleanza Verdi Sinistra). “Interessi e bisogni dei cittadini devono tornare al centro dell’azione amministrativa, ecco come”

In breve: L'intervista al candidato al consiglio comunale Lucio Sardi (Alleanza Verdi Sinistra).

Vogliamo portare tutte le nostre battaglie in consiglio comunale. Abbiamo creato le condizioni affinché diventino delle proposte di governo e non solo argomenti di opposizione o di testimonianza“. Queste le parole di Lucio Sardi, candidato della lista “Alleanza Verdi e Sinistra”, a sostegno del candidato sindaco Ivan Bracco, nell’ambito della coalizione di centrosinistra, alle prossime elezioni amministrative che si svolgeranno il 14 e il 15 maggio 2023 a Imperia.

Elezioni Imperia: a tu per tu con Lucio Sardi (Alleanza Verdi Sinistra)

Presentate la vostra lista dopo 5 anni fuori dal Consiglio Comunale. Come avete affrontato questo periodo?

“Presentiamo la nostra lista di Alleanza Verdi Sinistra, all’interno della coalizione di centrosinistra, sostenendo il candidato Sindaco Ivan Bracco con convinzione e determinazione. Crediamo di aver raggiunto, seppur con molta fatica, il risultato di un’alleanza progressista e competitiva, che propone un programma innovativo che il candidato sindaco sa ben rappresentare. La nostra lista sarà portatrice dei valori della sinistra ambientalista nella coalizione.

Siamo arrivati a questo risultato dopo un periodo complesso in cui sia il centrosinistra che la sinistra arrivavano da divisioni che abbiamo ricomposto. Abbiamo lavorato per 5 anni facendo quasi 90 interventi pubblici sui temi della città anche senza essere in consiglio comunale. Questo lavoro credo sia stato riconosciuto sia dai soggetti politici sia, in modo particolare, dalla città. Questo ci ha consentito di ottenere un risultato politico importante, con la presentazione di questa lista, che è un’ottima occasione per la città di Imperia per cambiare le cose”.

Quali battaglie avete portato avanti negli ultimi 5 anni?

“Sono state battaglie contro la cattiva amministrazione in generale, soprattutto contro un modo di gestire la città assolutamente distante dai bisogni dei cittadini e da una visione dell’interesse comune. Abbiamo visto e denunciato l’aggravarsi della condizione dei servizi, la gestione dei ruoli pubblici utilizzati in forma clientelare. Abbiamo visto e denunciato il tentativo di mettere un bene pubblico come l’acqua sotto la mano degli interessi dei privati (cosa su cui vogliamo continuare la battaglia), con l’emersione di fenomeni di mala gestione o peggio, con episodi finiti nelle cronache giudiziarie, come il concorso truccato di Rivieracqua e il caso delle consulenze assegnate dal commissario dell’Ato idrico nominato dal presidente della Regione Giovanni Toti.

Abbiamo condotto battaglie per difendere i diritti delle persone disabili, in particolare in merito all’inqualificabile vicenda della privatizzazione dell’Isah, vicenda in cui, per interessi di potere e del sottobosco della politica locale della destra, è stata messa in discussione la qualità di un servizio di un ente pubblico, facendone pagare il prezzo a soggetti deboli e alle loro famiglie, i cui bisogni dovrebbero invece essere al centro di ogni scelta.

Abbiamo portato avanti battaglie contro la speculazione chiedendo che sull’area dell’ex Ferriere non fosse regalata a Colussi un’operazione speculativa e siamo contrari al fatto che sull’area dello stabilimento Agnesi venga realizzata della nuova edilizia residenziale. Abbiamo sostenuto la battaglia per evitare la demolizione della ciminiera delle ex Ferriere, uno dei simboli storici della città, che è stata sacrificata proprio per agevolare quegli interessi speculativi.

Abbiamo denunciato i ritardi e le nefandezze compiute sulla gestione dell’ambiente, svelando la serie di falsi annunci dell’amministrazione comunale sulla risoluzione delle perdite degli scarichi e sul funzionamento del depuratore. Abbiamo denunciato la vergognosa situazione in cui per mesi la fogna non depurata è stata scaricata sulla costa a pochi metri dalla riva.

Ora vogliamo portare tutte queste battaglie in consiglio comunale. Abbiamo creato le condizioni affinché queste battaglie diventino delle proposte di governo e non solo argomenti di opposizione o di testimonianza. Questa è la sfida che abbiamo di fronte, siamo preparati, ci auguriamo che la città possa cogliere l’opportunità del cambiamento”.

Come è composta la vostra lista?

“Siamo soddisfatti del lavoro che abbiamo portato avanti, pur in tempi stretti, sulla nostra lista. Abbiamo personalità coerenti con il nostro progetto che si concentrano sui temi legati alle nuove generazioni: diritti civili, lavoro, sociale e ambiente, che è la vera questione del futuro. Siamo soddisfatti anche del profilo delle candidate e dei candidati della nostra lista nella quale è rispettata l’assoluta parità di genere.

Per citarne qualcuno, vorrei parlare di due candidate, non a caso le più giovani, che condurranno parte della loro campagna elettorale forzatamente a distanza, perché qui a Imperia non hanno occasione di esercitare la loro professione o il percorso di studi. Francesca Donà, laureata in relazioni internazionali, cooperante, con tante esperienze in giro per il mondo, e Bianca Tallone, studentessa universitaria che sta completando il suo ciclo di studi in Psicologia Sociale. Come tanti giovani imperiesi, Francesca e Bianca non hanno concrete prospettive di occupazione nella loro città che rispondano alla loro preparazione, alla loro formazione e alle loro ambizioni. La loro situazione è lo specchio della condizione di molti giovani imperiesi che vorremmo cambiare”.

Come valuta la politica imperiese degli ultimi anni?

“Per una lettura critica rispetto al modo di amministrare questa città giudichiamo le politiche perseguite per 30 anni dal centrodestra imperiese a guida Scajola. Mascherandosi dietro progetti che si sono rivelati fallimentari, come il mega porto e una visione ormai superata dello sviluppo turistico, questa politica ha inaridito il tessuto produttivo locale, l’unico in grado di dare lavoro stabile e qualificato ai giovani per continuare a vivere e a far vivere la città. Il vero rischio è che, se non correggiamo la rotta, Imperia possa diventare una città ancora più povera di prospettive perché non offre opportunità di lavoro soprattutto alle nuove generazioni”.

Quali sono alcune vostre proposte?

“Riteniamo che nelle aree produttive dismesse (ex iItalcementi e Agnesi) debbano essere portati avanti progetti che diano nuove occasioni di lavoro stabile e di qualità. Per il completamento del porto turistico prevediamo di rivedere il progetto di Scajola per ampliare gli spazi della cantieristica, fondamentali per offrire opportunità di lavoro. Proponiamo un nuovo Piano Urbanistico Comunale che preveda la fine della stagione della speculazione edilizia residenziale. Vogliamo ritornare alla gestione pubblica dei nidi comunali privatizzati dalla giunta Scajola. Proponiamo un piano organico del traffico e dei parcheggi che risolva l’attuale caos e dia risposte ai residenti dei vari quartieri. Vogliamo ridiscutere il contratto di servizio per i trasporti pubblici in città che garantisca un servizio certo ai cittadini. Vogliamo rivedere il sistema di raccolta dei rifiuti per migliorarne l’efficienza con un reale sistema porta a porta ed abbatterne i costi. Proponiamo un modello di rilancio del turismo che punti sulla valorizzazione dell’entroterra cittadino e le sue frazioni. Vogliamo quindi riportare al centro dell’azione amministrativa gli interessi ed i bisogni dei cittadini con un nuovo progetto di città”.

Rispetto all’amministrazione uscente?

Abbiamo un sindaco che si vanta di aver ottenuto 185 milioni di euro di finanziamenti, i quali, è bene ricordarlo, in parte non marginale sono contributi ricevuti per i danni delle mareggiate, quindi non sono un merito ma un dovuto ristoro fornito dalle istituzioni regionali e nazionali. Un’altra parte di questi fondi sono quelli della pista ciclabile, un’opera che non è stata pensata dall’amministrazione Scajola ma dall’amministrazione precedente, che ha ideato, progettato e ottenuto i finanziamenti. Se poi si considera che in questo periodo storico ci sono disponibilità per investimenti mai viste prima in ragione dell’occasione fornita dal PNRR, pensiamo che Scajola potrebbe tenere un profilo più basso.

Lo stesso sindaco che si presenta come campione degli investimenti, durante il suo mandato ha deciso di privatizzare gli asili nido, con un’operazione per fare cassa sulla pelle dei servizi pubblici (come si può verificare dalle relazioni periodiche della Corte dei Conti sul piano di riequilibrio del bilancio), e allo stesso tempo ha deciso di tirare a lucido gli uffici di rappresentanza e di investire senza freni sul suo staff della comunicazione.

Lo stesso sindaco che si vanta dell’attenzione ai più deboli ha assecondato l’operazione della privatizzazione dell’ISAH che, per garantirsi uno spazio di potere e qualche incarico di sottogoverno retribuito, è andata a colpire i lavoratori dell’ente e gli utenti disabili.

Lo stesso sindaco che parla di cultura e che ha poi tenuto chiuso per l’intero mandato, e non si sa ancora per quanto, il Teatro Cavour.

Lo stesso sindaco che è stato il primo responsabile del fallimento del progetto del porto turistico e che in cinque anni di mandato non ha saputo risolvere alcuna criticità sulla condizione del porto turistico, salvo, in vista delle elezioni, annunciare un faraonico progetto tutto incentrato su nuove edificazioni residenziali sul fronte mare, operazione evidentemente poco credibile e priva di reali prospettive di sviluppo per la città.

A nostro giudizio alla luce di quanto realizzato o progettato, più che l’annuncio di un successo, quello dei 185 milioni di euro di investimenti è il manifesto della sconfitta del progetto di Scajola per la città.

Chi ha la disponibilità di questa mole di investimenti non può non affrontare, o addirittura aggravare, i problemi irrisolti della città, a cominciare dal decadimento del suo sistema produttivo e dei servizi pubblici che hanno peggiorato la condizione di vita dei cittadini imperiesi, che si ritrovano senza prospettive e con servizi cari o scadenti.

Per responsabilità di questa amministrazione paghiamo doppiamente le inefficienze del sistema della raccolta dei rifiuti, in termini di costi e di qualità del servizio, abbiamo una situazione della sanità in disfacimento sulla quale, sebbene non sia di competenza comunale, Scajola non ha saputo dire una parola.

Abbiamo una condizione del servizio idrico e della depurazione ancora molto complessa su cui sarebbe stato opportuno puntare con investimenti più sensati lasciando perdere alcune megalomanie inutili come il progetto del camino per disperdere gli odori del depuratore.

Le varianti al primo progetto della pista ciclabile, in particolare quella del pulmino senza conducente, invece di migliorare qualitativamente la viabilità cittadina rischiano di pregiudicarne la funzionalità. Sulla viabilità cittadina si sono progettate soluzioni che rischiano di trasformare l’attuale disastrosa situazione del traffico in una costante anche per il futuro.

In questi 5 anni il sindaco non ha saputo organizzare e garantire un sistema di offerta museale degna di questo nome. Dopo aver snaturato il Museo Navale, ha garantito l’apertura delle offerte museali in orari che nulla hanno a che vedere con una visione di città turistica.

Le criticità della città sono tante e per questo è importante partire da queste valutazioni per cambiarla”.

Come commenta le recenti notizie sull’inchiesta tangenti?

Vorremmo un’amministrazione trasparente che coltivi il confronto e la partecipazione sia dei soggetti politici sia delle realtà associative e dei cittadini, l’esatto contrario di quello che succede oggi, con un l’assoluto verticismo nelle decisioni e il distacco tra l’agire dell’amministrazione e l’interesse pubblico. Questo per noi è l’antidoto al manifestarsi dei fenomeni di degrado e deviazione che le recenti inchieste hanno scoperchiato. È curioso che un sindaco che ha già su di sè il peso di una sentenza di primo grado per vicende gravi, anche se non legate al suo ruolo amministrativo, non abbia speso una parola in merito agli episodi che si sono susseguiti nel tempo, dal concorso truccato di Rivieracqua, alle consulenze facili del commissario dell’Ato idrico, fino alla vicenda degli appalti di Edilcantieri. In tutti questi casi, che dovrebbero rappresentare un campanello di allarme, Scajola non si ha saputo fare neanche una riflessione e ha solo tentato di smarcarsi, anche se sono state coinvolte figure e personalità con cui aveva un legame strettissimo. Ci vuole un altro profilo: noi vogliamo cambiare il sistema completamente, non ci piace un uomo solo al comando, soprattutto se inadeguato”.

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