28 Aprile 2024 12:59

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28 Aprile 2024 12:59

Carte truccate, maxi truffa al Casinò di Sanremo: blitz all’alba, dieci misure cautelari

In breve: A partire dalle prime ore di oggi, 13 giugno, la Polizia di Stato di Imperia ha portato a termine una operazione che ha permesso di smantellare una associazione per delinquere finalizzata alle truffe ai danni del Casinò di Sanremo. 

A partire dalle prime ore di oggi, 13 giugno, la Polizia di Stato di Imperia ha portato a termine una operazione che ha permesso di smantellare una associazione per delinquere finalizzata alle truffe ai danni del Casinò di Sanremo. 

Complessivamente sono stati impiegati oltre cinquanta agenti, incaricati di dare esecuzione all’ordinanza con cui il G.I.P. del Tribunale di Imperia ha disposto l’applicazione di misure cautelari nei confronti di dieci persone, alle quali viene contestato di essersi associate tra loro allo scopo di commettere i reati di truffa, peculato e corruzione.

Procura Imperia: dieci misure cautelari per una maxi truffa al Casinò di Sanremo

In particolare, per due indagati (Francesco Ricotta e Luigi Carbone) è stata disposta la custodia in carcere, mentre per quattro (Luigi Betti, Antonio Del Core, Raffaele Leonardo Ferri e Michele Rubino) gli arresti domiciliari. Altri quattro (Emilio D’Eliso,Franco De Matteis, Amirul Islam e Luciano Rossi) sono destinatari dell’obbligo di dimora.

Il blitz costituisce l’epilogo di una articolata attività di indagine, condotta dalla Squadra Mobile della Questura di Imperia con il coordinamento della locale Procura della Repubblica, che ha consentito di accertare l’esistenza e l’operatività, sino all’estate dello scorso anno, di una associazione criminale che ha compiuto una lunga serie di truffe in danno del Casinò di Sanremo.

Dalle investigazioni è emerso che il sodalizio, promosso e capeggiato dall’indagato Francesco Ricotta, poteva contare sull’essenziale contributo dell’indagato Luigi Carbone, il quale, all’epoca dipendente della casa da gioco con mansioni di cartaio o roulettier (e, come tale, incaricato di pubblico servizio), sottraeva al Casinò e metteva a disposizione dell’organizzazione le carte da gioco, che venivano “segnate” dai complici in modo percepibile solo dai soggetti informati dell’alterazione; le carte venivano poi riconsegnate al Carbone, che le reintroduceva nel Casinò e predisponeva i mazzi contenenti le carte taroccate, collocandoli negli armadi da cui, in seguito, i croupier li prelevavano per utilizzarli ai tavoli da gioco.

In seguito, assumevano un ruolo fondamentale altri membri della compagine criminale, i quali, impiegati come “giocatori” presso il Casinò, conoscendo il tipo di manomissione delle carte e, quindi, potendo riconoscere quelle migliori, avevano ottime possibilità (se non la certezza) di vincere e realizzare profitti fraudolenti ai tavoli di “Punto e Banco”.

La fase esecutiva del provvedimento è stata supportata dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato ed ha avuto luogo nelle province di Imperia e Torino, ove dimoravano i destinatari delle misure cautelari.

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